La Città Giudiziaria soffre di gigantismo. Lo spazio sembra non bastarle mai; si allarga, cresce, si dilata nonostante i soli tre edifici di piazzale Clodio coprano una superficie di ben 10 ettari.
Il Tribunale penale, all’interno di lunghi nastri grigi in cemento armato e vetro, ha un’apparenza sinistra non solo perché rappresenta un luogo di giudizio. E’ il suo aspetto ad inquietare: addossato alla bella collina di Monte Mario, ne maschera i profili, sostituisce il verde col calcestruzzo. E’ stato costruito tra il 1958 e il 1969, tempi in cui l’attenzione all’ambiente era minore e si osava di più. Ma oggi, a chi verrebbe in mente di ripetere lo stesso errore? Di coprire gli ultimi sprazzi di vegetazione con altri palazzi, anch’essi destinati agli uffici giudiziari?
Ebbene, seppur sembri una follia, il progetto è in corso di realizzazione. Il fazzoletto di erba, alberelli e margherite spontanee compreso tra via Teulada e Piazzale Clodio sta per sparire. Fa nulla che l’area sia parte della Riserva Naturale di Monte Mario, così come non sembra importare a nessuno che questo sia l’ultimo prato del quartiere Prati.
A nessuno, tranne ai cittadini riuniti nel gruppo “Insieme 17”, un coordinamento tra associazioni e residenti che sta facendo di tutto per fermare il progetto e l’avanzata delle ruspe che verrà.
Fabrizio Mencaroni, cittadino attivo, a nome del gruppo ha lanciato una petizione su Change.org indirizzata alla Sindaca e al Presidente della Regione. Nel momento in cui stiamo scrivendo, le firme raccolte sfiorano le 2.500 ma non bastano.
Ecco perché invitiamo tutti a sottoscrivere la petizione e a far sentire la propria voce.
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La storia di questo ultimo parco urbano del quartiere l’abbiamo raccontata all’inizio del 2021 e ha risvolti molto poco democratici. Nonostante Regione e Campidoglio avessero tranquillizzato i residenti che ogni passo sarebbe stato comunicato e concordato, a maggio del 2019 Virginia Raggi, Nicola Zingaretti e l’allora ministro della Giustizia, Bonafede, siglarono un protocollo d’intesa per realizzare un edificio di grandi dimensioni. L’ennesimo!
Un accordo alla chetichella, senza pubblicità né coinvolgimento. Il pretesto era la ristrutturazione del Tribunale Penale, ormai fatiscente. Il nuovo palazzo sarebbe destinato ad ospitare gli uffici del giudice di pace (oggi in via Gregorio VII) e altri dipartimenti: circa 500 magistrati e 2000 dipendenti.
Ma perché costruire un nuovo stabile se a poca distanza ci sono le ex caserme di viale Giulio Cesare e viale delle Milizie che possono garantire spazio, proprio accanto al tribunale civile? Per non parlare della ex rimessa Atac di piazza Bainsizza che proprio oggi vedrà chiudersi l’asta per la vendita. Sono 17 mila metri quadri di cui Atac deve disfarsi per ripianare l’enorme debito e che potrebbe essere venduta al Comune di Roma in una sorta di partita di giro, una vendita in famiglia insomma. Lo sapremo stasera alle 18.00 quando si apriranno le buste. Ma anche questa struttura sarebbe stata l’ideale per gli uffici giudiziari.
E invece si deve andare a costruire nello spazio che le famiglie del quartiere usano per portare a spasso il cane o per far prendere aria ai bambini, chiusi in casa per il virus.
Alla petizione lanciata da Insieme 17 hanno già aderito Cittadinanzattiva, Salviamo il Paesaggio, Italia Nostra Roma, Lipu, Vas e molti altri tra i quali il Fondo per l’Ambiente e il Wwf.
“Sosteneteci, aderendo a questa petizione con la richiesta di piantare un grande e rigenerante Bosco Pubblico“, si legge nel testo che invita a firmare. “Ci aspettiamo che gli amministratori si adoperino affinché sia destinato a struttura giudiziaria uno degli edifici pubblici dismessi o sottoutilizzati già presenti in zona, piuttosto che “consumare suolo” in un’area protetta“.
Una richiesta di buon senso che va sostenuta e inoltrata. Dalla politica fino ad ora sono arrivati segnali molto scarsi. Tranne Fratelli d’Italia che ha presentato una mozione, gli altri partiti sembrano assopiti o colpevolmente distratti. Spetta allora ai cittadini darsi da fare. La firma è un piccolo ma significativo gesto.