La parola “vergogna” sullo striscione simboleggia lo stato d’animo di centinaia di famiglie della zona. Casal Monastero, periferia nord-est, fuori dal Gra chiede l’apertura dell’asilo nido Poppea Sabina che sta andando in rovina prima ancora di essere entrato in funzione.
Ci sono voluti due anni per costruirlo ma non del tutto. I lavori si erano parzialmente conclusi nel 2016 e per permettere l’apertura del nido occorrevano altri interventi minori. Dopo lunghe insistenze e appelli, nel 2018 il Comune di Roma appalta i “lavori complementari” per un importo di 250.000 euro alla Pa.mo Costruzioni. L’impresa svolge l’incarico nei 90 giorni previsti ma da allora nessun passo avanti è stato compiuto.
Le porte restano sbarrate, l’area esterna è invasa dalla vegetazione infestante e c’è il rischio concreto di occupazione. Le famiglie di 69 bambini sono costrette a rivolgersi ad asili privati, con costi maggiori e disponibilità limitata.
L’8 marzo scorso, le mamme del quartiere hanno manifestato in maniera civile e ordinata. Hanno scavalcato la recinzione e hanno fatto sentire la loro voce di donne lavoratrici che hanno bisogno di un aiuto concreto per la maternità. La data dell’8 marzo non era stata scelta per caso ma proprio per simboleggiare la carenza dei servizi di assistenza per la donna rispetto ad altri paesi europei. Senza arrivare alla perfetta organizzazione delle nazioni scandinave, basta guardare alla Francia, alla Spagna o alla Germania per valutare il profondo divario con le mamme italiane.
In Francia il 2,5% del Pil viene destinato alle politiche per la famiglia, contro l’1,03 dell’Italia. Il costo degli asili nido varia a seconda della fascia di reddito dei genitori: quelli più abbienti, in una città come Parigi, pagano 2,43 euro l’ora compresi i pannolini e il cibo (cioè una media di 276 euro al mese).
In Italia, si parte da un minimo di 400 euro per arrivare a 650 euro al mese, a seconda della fascia Isee.
Una disparità incomprensibile, ecco perché un solo asilo pubblico come quello di Casal Monastero può fare la differenza.
Il Comitato di Quartiere, che ha a cuore l’apertura dell’asilo, era stato ricevuto in Campidoglio a settembre del 2020. La garanzia del Dipartimento era stata l’apertura per l’anno scolastico 2021. Ma fino ad oggi neanche una pietra è stata mossa e le possibilità che a settembre prossimo i bambini varchino il cancello sono davvero remote.
Casal Monastero si sente dimenticato: la promessa che qui sarebbe arrivata la metro B prolungata da Rebibbia è sfumata nonostante i cantieri sembravano imminenti. Poi la mancata raccolta dei rifiuti che ha interessato il quartiere per mesi trasformando alcune strade in piccole discariche.
Almeno per il nido di via Poppea Sabina i residenti pretendono una risposta, senza dover aspettare il nuovo sindaco.