In questi giorni sta girando in rete la foto di un agente di polizia che anonimamente denuncia l’inutilità del proprio lavoro in mancanza della certezza che il delinquente di turno venga adeguatamente punito.

CertezzaPena

La denuncia non pare provenga da un luogo particolare dell’Italia e si può dire senz’altro che il problema segnalato sia, seppur in gradi diversi, comune a tutto il paese.

Senz’altro però a Roma, da buona capitale rappresentativa dell’Italia intera, si riscontrano le declinazioni più disparate del fenomeno, da quelle apparentemente meno gravi (sosta selvaggia, tavolino selvaggio, disturbo alla quiete pubblica, infrazioni stradali le più svariate, commercio illegale, rilascio di rifiuti in strada, scritte sui muri e sui treni), a quelle più serie (borseggi sui mezzi pubblici, roghi tossici, discariche abusive), per finire con quelle più gravi (spaccio di droga, estorsioni, violazioni della proprietà, furti nelle abitazioni, furti di rame), tutte caratterizzate dall’altissima possibilità di farla franca anche finendo davanti ad un giudice.

Peraltro il problema è comune a tutte le forze dell’ordine che infatti, dalla PLRC ai Carabinieri passando per la Polizia di Stato, alle richieste di aiuto da parte dei cittadini rispondono spesso di avere le mani legate.

E’ evidente che un problema del genere richiederebbe interventi a livello nazionale, con iniziative sia governative che da parte del Parlamento che però non sembrano proprio essere nell’agenda di nessuno. E non ci stancheremo mai di stupirci di come possano far finta di niente il Ministro degli Interni o lo stesso Presidente del Consiglio quando l’illegalità ce l’hanno squadernata ogni giorno davanti ai loro palazzi.

Per quanto riguarda la nostra città, pur non potendo sopperire localmente a carenze legislative e lassismi giurisdizionali, chi scrive pensa che ce ne sarebbero di cose da fare, a partire da un cambio di passo da parte degli agenti di tutti i corpi, che dovrebbero dare maggiore concretezza e visibilità ad uno dei fondamenti della convivenza civile e democratica, ossia il monopolio della forza da parte dello Stato. Lungi dal chiedere di adottare metodi violenti da parte degli agenti, quello che qui si immagina è la possibilità di scoraggiare le violazioni, anche quelle apparentemente meno gravi, con una sistematica rilevazione delle infrazioni, dando il segnale che nulla passa inosservato anche se difficilmente un giudice procederà con una condanna. Al contrario invece, il clima che ormai si è creato in città è tale per cui gli agenti tendono a non intervenire in nessun caso, a meno che non possano proprio farne a meno, e comunque sempre con la convinzione che tanto sarà tutto inutile.

Siamo totalmente d’accordo con l’agente della foto nel chiedere la certezza della pena, ma intanto che un concetto pur tanto facile da comprendere riesca a giungere ai neuroni dei nostri governanti, chiederemmo allo stesso agente ed a suoi colleghi di tutte le forze di fare la loro parte e riacquisire l’autorevolezza di un tempo. Non ci vogliono leggi speciali per questo ma solo il ritorno nelle forze dell’ordine della consapevolezza che il loro è un lavoro fondamentale per garantire la civile convivenza di tutti i cittadini; e quando c’è qualcuno che si crede più furbo degli altri, ci sono i modi per convincerlo che forse ha capito male, senza usare violenza ma esercitando la fermezza con modi che ogni corpo di polizia dovrebbe ben conoscere (ed anche i nostri un tempo non facevano eccezione).

Peraltro un esempio di come le cose si possono fare lo stanno dando da qualche mese gli uomini del GSSU della PLRC, quelli impegnati nella repressione dell’abusivismo commerciale. Passano anche loro il tempo a rincorrere sempre le stesse persone che vendono illegalmente roba per strada, ma vivaddio sono da loro temuti ed in effetti la loro azione ha un’efficacia incomparabilmente maggiore di quella dell’agente medio di PLRC.

Quando poi i vertici delle istituzioni sia a livello locale, il Sindaco Marino o il Prefetto Gabrielli, che nazionale, il Presidente Renzi e il Ministro Alfano, si renderanno conto che questo è il primo problema che devono risolvere, pena l’irrilevanza e l’inapplicabilità di ogni loro decisione, non sarà mai troppo tardi.

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