Perché Gualtieri rifiuta i confronti con gli altri candidati alle primarie?

Il candidato del PD alle primarie appare in linea con il partito che ha silurato Marino senza poi renderne conto. Oggi il confronto di CarteInRegola tra i candidati alla primarie ma senza Gualtieri

Il 20 giugno prossimo ci saranno le elezioni primarie del centrosinistra a Roma.

Come abbiamo già scritto, i candidati a queste elezioni sono sette: Imma Battaglia, Giovanni Caudo, Paolo Ciani, Stefano Fassina, Cristina Grancio, Roberto Gualtieri e Tobia Zevi.

 

Tra questi spicca Roberto Gualtieri, candidato ufficiale del PD, che appare fare una campagna elettorale a parte. Egli infatti ha il privilegio di essere invitato nei principali talk show nazionali e di essere intervistato da chi di Roma sa ben poco, potendo così cavarsela con ragionamenti semplici e di apparente buon senso.

L’altra sera è stato ospite a “di Martedì“, su LA7, dove l’hanno trattato già come il candidato ufficiale del centrosinistra alle elezioni comunali. Le uniche domande un po’ ficcanti gliele ha poste Marianna Aprile, che, dopo essersi congratulata con lui per il coraggio di candidarsi a Roma e soprattutto di farlo col PD, gli ha chiesto se lui si fida del PD romano.

Nella sua risposta Gualtieri ha eluso la domanda, allorché ha parlato del grande entusiasmo che vede tra i militanti del partito. La Aprile ha infatti voluto chiaramente riferirsi alle brutte storie che nel 2015 hanno visto protagosnista il PD romano, il quale ha prima boicottato il suo stesso sindaco e poi l’ha spodestato per via notarile. Ebbene il PD a Roma è ancora sostanzialmente lo stesso che ha attuato quel torbido gioco e quindi giustamente la Aprile ha chiesto a Gualtieri se non ha paura di fare una fine simile a quella del sindaco Marino.

La stessa Aprile ha poi chiesto a Gualtieri se a suo avviso il PD dovrebbe scusarsi con Marino per il trattamento riservatogli e il candidato ha risposto di sì, addossando la colpa all’allora segretario nazionale del partito, ossia Matteo Renzi.

Ebbene, se pure il mandante ultimo della cacciata di Marino fu probabilmente l’allora segretario Renzi, gli esecutori materiali del “delitto” sono stati i responsabili locali del PD, da Matteo Orfini in giù, tutta gente che continua a contare nel partito e che si è guardata bene dal fare un’autocritica o anche solo un’analisi di quanto avvenuto nel 2015.

 

Roberto Gualtieri appare quindi espressione dello stesso PD che, combinando il disastro “Marino”, ha spianato la strada alla vittoria a Roma del M5S, “regalando” alla città cinque disastrosi anni di governo Raggi. Ed è sempre lo stesso PD che durante gli ultimi cinque anni di consiliatura Raggi non è mai riuscito a fare un briciolo di opposizione.

 

Ma non bastassero questi handicap che a nostro avviso Roberto Gualtieri ha, ci si mette anche lui stesso ad evitare confronti con gli altri candidati, come se tutti gli altri partecipassero alle primarie mentre a lui viene riservata una competizione diversa, dove egli vince facile.

Lo scorso 7 giugno c’è stato infatti un confronto pubblico tra i candidati alle primarie del centrosinistra dove l’unico assente è stato proprio Gualtieri.

 

E oggi la scorrettezza viene replicata. Gli amici di Carte in Regola hanno infatti organizzato anche loro un incontro pubblico con tutti i candidati alle primarie, in onda oggi alle 18 sulla pagina facebook @carteinregola, dove in un primo momento Gualtieri aveva confermato la sua partecipazione.

L’altro giorno però dallo staff di Gualtieri hanno comunicato che il candidato non avrebbe più partecipato, mentre più tardi si è venuto a sapere che lo stesso ha preferito dare la propria disponibilità a partecipare ad un incontro organizzato da una lista di suoi sostenitori, nel quale è da solo con una platea di attivisti.

 

Sarà un caso che ad entrambi i confronti con gli altri candidati Gualtieri abbia dato forfait?

Comunque stiano le cose, noi crediamo che il comportamento di Roberto Gualtieri sia molto scorretto e sintomo di un’insicurezza del candidato che evidentemente non si sente in grado di sostenere un confronto con chi, al contrario suo, sui problemi di Roma ci studia e lavora da oltre un anno.

 

La candidatura di Roberto Gualtieri si configura come l’ennesima manifestazione di un Partito Democratico che a Roma da troppo tempo fa solo giochi di potere disinteressandosi del bene della città. Gualtieri appare quindi come il candidato del segretario cittadino Andrea Casu, quello del “tutto va ben madama la marchesa” che conoscemmo in contrapposizione ad un Walter Tocci che invece lamentava la mancata presa di conscienza da parte del PD degli errori del passato.

 

L’invito che ci sentiamo di fare a tutti è di collegarsi all’evento organizzato da Carte in Regola questo pomeriggio per ascoltare le ragioni dei sei candidati alle primarie del centrosinistra. In questo modo il 20 giugno prossimo si potrà fare una scelta ragionata dando nel contempo al PD un chiaro messaggio che è ora di finirla con candidature calate dall’alto e imposte ad un base che evidentemente si ritiene un gregge ubbidiente.

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