C’è speranza a Roma. Basta entrare nella sede di Roma Smistamento per dimenticare d’improvviso i cumuli di rifiuti incontrati sulla Salaria e le erbacce che infestano i marciapiedi. Sembra di stare all’Autocenter di Berlino o all’NDSM di Amsterdam. Un luogo più piccolo ma non per questo meno carico di innovazione e idee.
Qui si accolgono progetti di giovani architetti, si espongono opere di artisti esordienti o affermati, si lavora, si pensa e si coltiva la mente.
A volte il talento non basta, occorre tecnica, incubazione e confronto. Soli nelle nostre case, collegati al mondo col tablet o cellulare come piace a tanti in questa epoca “virale”, rendiamo meno. E’ solo insieme che si diventa creativi.
Come ricorda Matt Ridley¹ “le idee nascono facendo sesso tra loro“. E non è un caso se in tutto il mondo siano sorti luoghi di aggregazione di pensiero. I 300 metri quadri in via di Villa Spada sono stati concessi in comodato d’uso da RFI a un gruppo di giovani, tutti sotto i 30 anni. Affacciano su quello che una volta era l’impianto dove i treni merci si scomponevano per smistare i carri verso la destinazione finale. Un’attività che non si fa quasi più per via della folle politica di trasporto su gomma.
Gli uffici erano in abbandono, negli angoli erano state dimenticate da impiegati poco accorti vecchie macchine da scrivere ancora ricche di fascino che oggi ricordano il passato che fu. Il riuso e la rigenerazione urbana, tema urgente per i fondatori di Roma Smistamento, è iniziato proprio da questa sede che oggi è ritornata a vivere.
Siamo andati a visitarla e l’entusiasmo dei “padroni di casa” è stato così contagioso da risvegliare energia motivazionale perfino in chi scrive (!?). Riuniti nel progetto TWMfactory, i professionisti under 30 hanno prodotto iniziative di grande valore, molte delle quali hanno lasciato traccia all’interno della sede di Villa Spada oggi destinata a coworking, sala pose, spazio per conferenze e mostre.
Con “The Walkman” hanno fondato un webzine dedicato all’arte, al design e all’architettura.
Con Giovani Creativi hanno selezionato dodici talenti nelle differenti categorie dell’industria creativa. Si sono svolte già due edizioni del concorso, la prima si è tenuta alla Galleria Nazionale e la seconda al Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo.
E poi l’eccellente lavoro sulla rigenerazione di Roma, raccolto in Riscatti di Città, di cui abbiamo avuto modo di parlare in un precedente articolo. Una rassegna sugli spazi da riqualificare, sugli esempi di successo (il quartier generale di Angelini di cui ci occuperemo prossimamente, la Città del Sole, Pietralata) e sulle visioni di ciò che si può fare in luoghi simbolo (l’ex Penicillina, piazzale del Verano, Ambito Tiburtino solo per citarne alcuni). Il tutto illustrato da fotografie di qualità, accompagnato con interviste ad artisti e urbanisti, partecipato da progetti di trasporto come Metrovia.
La prima edizione si è tenuta tra gennaio e febbraio del 2020 a Palazzo Merulana, in collaborazione con Coop Culture e la Fondazione Cerasi. Presto ci sarà una seconda edizione, della quale ovviamente seguiremo sviluppi e dettagli.
Terminate le chiusure legate al Covid, è stata organizzata una Miscellanea espositiva presso la sede di Roma Smistamento, un modo per ritrovarsi, mostrare alcuni lavori inediti e riproporre del materiale.
Di seguito alcune delle opere esposte senza pretesa di essere esaustivi perché le sale erano davvero ricche di stimoli.
Qui sopra alcune fotografie legate al tema della rigenerazione urbana e dei luoghi da recuperare. Sotto, invece, il progetto chiamato “Segni Particolari” con foto che rappresentano Roma in diverse sfaccettature².
Il delfini colorati che caratterizzano il lavoro dell’artista campano Michele Spina, qui sono realizzati in ferro e lana.
Il collage di poster e foto del regista Simone Bozzelli che ha girato parte dei suoi corti col cellulare e che usa decine di scatti fotografici ritagliati e uniti col nastro adesivo come se fossero “montati” per dare loro un senso diverso.
Alessandro Acciarino, in arte H501, è un giovane architetto che ha voluto lanciare una dichiarazione d’amore per Roma con le sue illustrazioni. Non vogliono raccontare la periferia o il centro, né monumenti particolari ma sono il frutto di notti a piedi per la città, di insonnia e incontri casuali.
Si fa un gran parlare delle nuove generazioni, della loro sfiducia nell’avvenire, dello scarso impegno che mettono per il futuro. Ma, a questo sentimento di precarietà esistenziale che caratterizza ogni ventenne, si contrappone una forte partecipazione e una abilità di innovare che solo i giovani possono avere.
La realtà di Roma Smistamento ne è la dimostrazione e sarebbe utile che i candidati sindaco se ne accorgessero, valorizzando le competenze di questo gruppo e alimentando la capacità che ancora hanno di credere nei sogni.
Mentre mi allontanavo con i miei cataloghi in mano, forse troppo assorto in queste riflessioni, ho attraversato via di Villa Spada senza badare ad una moto che arrivava ad alta velocità e mi ha sfiorato quasi gettandomi in terra. Con un balzo l’ho evitata e ho preso quell’attimo che ha deciso la mia vita come un presagio: la cultura salverà Roma come quella sera ha salvato me.
¹Matt Ridley al Ted Global 2010
² (da sinistra dall’alto verso il basso): la Roma Queer (Corrado Murlo), Dominatrice (Maria Giulia Trombini), Acchittata (Roberto Palattella), Umida (Eleonora Cerri Pecorella), Squisita (Giovanni di Lisciandro), Aspetta (Federico Ciancaruso), Novecento (Sofia Podestà), Umida (Eleonora Cerri Pecorella), Romantica (Benedetta e Emanuele Mariotti)
2 risposte
Bellissimo articolo, come molti altri che lei ha scritto.
Da appassionata di architettura e di Roma è un piacere leggere di giovani con idee e voglia di fare, di cambiare, di migliorare. Spero che lo legga anche chi sostiene “l’antidecoro” (non faccio nomi ma credo sappia a chi mi riferisco), pensando che i giovani non abbiano altro modo di esprimersi se non con tag e scritte sui muri. Queste persone, di cultura, dovrebbe parlare di queste realtà, non di Geko.
Maria la ringrazio moltissimo, non la conosco ma apprezzo i suoi commenti puntuali e intelligenti. Anche in questo caso lei ha proprio ragione: i giovani hanno molte possibilità di esprimersi e le tags sono il modo meno nobile. Non mi parli di Geco perché non mi vuole affatto bene e si è scagliato contro di me (per ora non dico altro ma se ne parlerà più avanti).