Siamo utenti abituali dello splendido tram/metropolitana di Nizza, un esperimento unico nel suo genere. Nelle zone periferiche cammina su corsia protetta in superficie e – arrivato nel centro storico – scende sotto terra come una vera metropolitana. E’ efficiente e puntuale ma soprattutto è veloce non solo nella marcia ma anche nell’apertura, chiusura delle porte e nelle ripartenze dopo la fermata.
Il paragone con il nostro tram più “moderno”, cioè la linea 8, è impietoso. I vagoni viaggiano con una lentezza esasperante (si fa prima a piedi) e solo per aprire, chiudere le porte e ripartire dopo la fermata trascorrono a volte lunghissimi minuti. Uno strazio che fa domandare a molti passeggeri quali siano le motivazioni di tanta flemma.
La causa principale sta nelle condizioni dei binari di quasi tutta la tratta che collega il Casaletto con piazza Venezia. Sono scardinati, non corrono più perfettamente paralleli provocando continui guasti alle ruote dei tram che infatti si fermano o deragliano come birilli. Scriveva Atac ai giudici commissariali nel 2020 che “l’età dei binari in esercizio varia dai 25 ai 40 anni per oltre il 75% della rete, quindi gran parte della linea ha superato la vita tecnica utile che in genere è pari a 25 anni“.
Se questo è noto per la linea 2, che infatti è ormai ferma da un anno, molti credevano che la 8 fosse ancora in grado di tirare avanti per qualche tempo, essendo più giovane. Ma le cose non stanno così. Come racconta Carlo Andrea Tortorelli su Repubblica, le rotaie della linea 8 sono ormai dissestate e per questo Atac è stata costretta a imporre pesanti limitazioni di velocità fino a 5km/h sulle tratte più ammalorate.
Ecco dunque spiegato perché il tram 8 viaggia come una vecchia tradotta a vapore tra l’ilarità dei turisti e la rabbia dei pendolari. Secondo quanto riportato da alcuni articoli di stampa, il Campidoglio si appresta ad intervenire con una manutenzione straordinaria nel corso del 2022 per sostituire interi tratti di binari. Per farlo il servizio dovrà essere interrotto e sostituito da bus che cammineranno fuori dalla corsia protetta e dunque saranno soggetti al traffico di circonvallazione Gianicolense e di viale Trastevere.
Per gli utenti sarà un nuovo, pesante sacrificio che però potrebbe essere compensato da un futuro tram più efficiente. Secondo le previsioni, lo stop dovrebbe durare tre mesi a partire da febbraio/marzo fino a maggio/giugno.
Non vorremmo essere facili profeti di sventura ma questa tempistica sembra più un auspicio che la realtà. L’esempio di quanto sta accadendo sulla linea 2 è emblematico: i tram si sono fermati a novembre del 2020 e da allora nessuno li ha più visti. E non si vedono neanche operai al lavoro se non nel tratto di via Masaccio dove il cantiere procede con la lentezza che si addice ai trasporti nostrani.
Atac sostiene che per rivedere l’intera rete tranviaria romana occorrono 74 milioni di euro, ma la giunta Raggi ne aveva stanziati solo 6. Il ritardo da colmare è molto profondo e i vari interventi fin qui svolti sono stati solo lavori tampone per evitare il collasso che è comunque alle porte. Sui 165 tram che dovrebbero teoricamente uscire dai depositi ogni mattina, in servizio ce ne sono neanche 50. Ecco perché i progetti di costruire le nuove tratte TVA (Termini-Vaticano-Aurelio), Togliatti e Tiburtina cozzano con una realtà fatta di manutenzione inesistente e passeggeri disperati.
A premere per un intervento radicale sulla linea 8 sono anche i residenti di via Arenula e largo Argentina che da anni soffrono pesanti vibrazioni nei loro edifici al passaggio dei mezzi. Questo quadro generale spiega, infine, gli episodi di deragliamento che stanno avvenendo sempre più di frequente e che hanno costretto il tram 3 a fermarsi a piazzale Ostiense.
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