La commistione tra siti storici ed una moderna forme di espressione artistica come la musica rock non è cosa nuova. Una pietra miliare in tal senso può essere considerato il concerto live (ma senza pubblico) che i Pink Floyd realizzarono nel 1972 nell’anfiteatro di Pompei.
Mentre come esempio più recente possiamo citare il concerto dei Rolling Stones al Circo Massimo dello scorso anno.
Si tratta di esperimenti interessanti, seppur da trattare con la dovuta cautela, sia perché l’esigenza di tutelare il patrimonio artistico deve essere assolutamente preminente, sia perché conciliare espressioni artistiche così diverse è tutt’altro che facile, con l’altissimo rischio di scadere nella peggiore fiera paesana.
Vediamo allora come Roma affronta questo genere di sfide nel quotidiano, presentando la città una molteplicità di palcoscenici naturali che possono essere utilizzati per spettacoli musicali che impreziosiscano i luoghi. Ebbene possiamo tranquillamente mettere da parte i toni aulici ed adottare un linguaggio decisamente più triviale, giacché anche in questo caso ci troviamo di fronte a quanto di più straccione, improvvisato e becero si possa immaginare.
Partiamo dal Pantheon, dove ogni giorno si esibiscono i suonatori più svariati, tutti rigorosamente amplificati e con livello del volume scelto dall'”artista”, normalmente “a palla”, così da richiamare più gente possibile.
I vigili, interrogati se tutto ciò sia lecito, hanno risposto che seppur il regolamente comunale sugli artisti di strada vieterebbe gli amplificatori, il TAR ha annullato tale divieto, per cui il massimo che loro possono ottenere è che l’artista tenga il volume “non troppo alto”; quando poi i vigili non ci sono l’artista di turno fa tranquillamente come gli pare. In realtà le cose stanno diversamente ed un tale divieto è ancora vigente in altra parte del regolamento, ma anche in questo la PLRC non riesce ad assumere una posizione chiara ed univoca, nonostante siano stati interrogati al riguardo i suoi vertici.
Passiamo a piazza Navona, dove ne troviamo due di spettacoli musicali. Un’orchestrina multietnica i cui ritmi mal si adattano, a parere di chi scrive, allo sfondo fornito dalla chiesa di Nostra Signora del Sacro Cuore.
Dall’altro lato invece troviamo un gruppetto rock che strimpella su una base registrata di Hotel California, con lo sfondo della fontana dei quattro fiumi del Bernini e la chiesa di S. Agnese del Borromini.
Citiamo infine, ma purtroppo non ne abbiamo le immagini, come ulteriore esempio gli ormai abituali concerti rock che si tengono sulla scalinata di Trinità dei Monti, con la PLRC che assiste anche lì inerme.
Bello? Brutto? E’ tutto senz’altro discutibile. Ma la domanda vera è: c’è qualcuno o qualcosa che governi questi fenomeni? C’è un’autorità o un individuo che abbia stabilito che apprezzare lo spettacolo visivo fornito dal Pantheon con in sottofondo “Time” dei Pink Floyd sia una cosa giusta? Oppure che “Hotel California” si sposa bene con le forme scolpite dal Bernini?
Ebbene la risposta è un secco NO! Non c’è nessuno che gestisca questi fenomeni, nessuno che li limiti affinché non violino le norme in materia di polizia urbana (schiamazzi) o di inquinamento acustico. Nessuno che verifichi che questi individui siano veramente artisti, nel senso che sappiano suonare ad un livello adeguato agli scenari in cui si esibiscono (che poi dovrebbe essere un livello eccelso, stando al valore mondiale dei luoghi). Per assurdo se si presentasse il sottoscritto, totalmente digiuno di musica, a strimpellare cacofonicamente al Pantheon o a piazza Navona, nessuno potrebbe impedirmi di farlo; e l’unico requisito sarebbe presentare un’informativa alla PLRC in cui comunico l’intenzione di esibirmi, senza alcuna possibilità per loro di impedirmelo!?!
Inoltre, seppur cosa trascurabile, gli incassi, spesso di tutto rispetto, di questi artisti sono del tutto esentasse ed esenti da diritti SIAE. Per cui si utilizzano luoghi di valore mondiale a puro vantaggio del singolo artista, nulla per la città (anzi, forse un po’ di degrado in più), nulla per le casse statali o per chi ha i diritti delle musiche.
E’ questo il modo di gestire l’inestimabile patrimonio artistico cittadino? E’ questa una scelta consapevole dell’assessore Marinelli, della presidente della commissione Cultura Di Biase, del Sindaco Marino e, non ci sembra per nulla esagerato, dello stesso ministro Franceschini?
A noi non sembra proprio ed anzi abbiamo anche provato a suggerire modalità diverse per governare il fenomeno degli artisti di strada (ovviamente senza esito alcuno).
Riguardo il ministro, non possiamo non notare lo stridente contrasto tra un patrimonio artistico cittadino abbandonato al primo strimpellatore che passa, cosa che però non sembra scandalizzarlo, ed un’assemblea sindacale mal gestita al Colosseo, che invece l’ha fatto andare su tutte le furie. E’ cosa senz’altro giusta massimizzare la fruizione del Colosseo ai turisti (benché includere i musei tra i servizi pubblici essenziali a noi sembra una soluzione fuori scala), ma non sarà il caso di richiamare ufficialmente il Comune di Roma sulla necessità di predisporre un nuovo regolamento dell’arte di strada che tuteli i veri artisti ma soprattutto i luoghi cittadini dall’invasione incontrollata di forme di pseudo-arte?
Peraltro il ministro viene da una città che ha una rinomata Rassegna del Musicista di strada (il Ferrara Busker Festival), per cui dovrebbe ben comprendere il valore di questo tipo di espressioni culturali così come la necessità di governarle con cura. Ci rivolgiamo al ministro perché i nostri precedenti tentativi di sollevare il problema con i vertici del Campidoglio sono miseramente falliti. Si direbbe infatti che l’attività principale dell’assessorato alla Cultura, in ciò spalleggiato dallo stesso sindaco, sia di mandare tweet informando di quando c’è l’ingresso gratuito ai musei capitolini. Un po’ pochino, diremmo.
P.s.: facciamo notare che anche i verniciatori mefitici che infestano sempre più luoghi del centro rientrano nella stessa categoria di problemi (benché le vernici utilizzate da costoro sono chiaramente vietate e solo l’insipienda della PLRC, oltre al disinteresse dell’amministrazione, fa sì che nessuno intervenga).