I cinema non vanno, poi riapre il Troisi e riscrive le regole

Ad una programmazione cinematografica assolutamente originale si affianca l'offerta di un'aula studio gratuita e aperta tutti i giorni, 24 ore al giorno. Un vero servizio pubblico che però in molti non vogliono riconoscere

A un paio di mesi dall’inaugurazione del nuovo Cinema Troisi, evento di cui parlammo, torniamo ad occuparcene sia per dar conto dell’originale programmazione che i ragazzi del Piccolo America stanno esprimendo, sia per ricordare l’unicità di uno dei servizi offerti in aggiunta alle proiezioni.

 

Iniziamo con la programmazione del Troisi, una proposta originale ed estremamente ricca che prevede cinque o sei proiezioni diverse ogni giorno.

Questo il programma a ieri:

 

 

A noi non risulta che altri cinema a Roma, ma probabilmente in Italia, abbiano un’offerta così variegata e tale da utilizzare al massimo la struttura. Probabilmente è presto per valutare la sostenibilità economica dell’impresa, ma senz’altro si può dire che i ragazzi del Piccolo America ce la stanno mettendo tutta per dimostrare che un altro modo di gestire un cinema è possibile e che probabilmente non è vero che le sale non vanno, bensì non vengono gestite come i tempi richiedono.

 

L’altro servizio offerto dal cinema Troisi è l’aula studio aperta tutti i giorni, 24 ore su 24. Si tratta di un unicum in tutta Italia: uno spazio aperto a tutti, sempre, gratuitamente e con una connessione internet ultra-veloce (1 GB in download e upload).

I ragazzi del Piccolo America ci hanno sempre tenuto a prevedere uno spazio per lo studio a disposizione di chi ne avesse necessità. Lo fecero durante l’occupazione del cinema America di via Natale del Grande, così come in tutti gli altri spazi che hanno gestito.

Questo del Cinema Trosi appare però davvero una cosa di altissimo livello, per di più offerta gratuitamente alla città. Noi abbiamo fin da subito colto la grandezza della cosa, ma recentemente abbiamo saputo di commenti molto positivi di una utente dell’aula studio del Troisi e le abbiamo chiesto di condividere il suo punto di vista. Eccolo:

 

Da quando sono arrivata a Roma (ormai un paio di anni), dopo tre anni a Londra, ho avuto difficoltà a trovare un luogo in cui studiare bene. Le biblioteche della Sapienza, dove sono iscritta alla facoltà di fisica, hanno pochissime postazioni rispetto al numero di studenti, e raramente vi ho trovato posto. E, in ogni caso, spesso non valgono nemmeno troppo la pena: alle cinque, o al massimo alle sette, chiudono; e il fine settimana è tutto chiuso (penso ci fosse un’aula aperta il weekend – una per tutta la Sapienza! – ma non so nemmeno se abbiano riattivato questa offerta dopo il covid). Vivendo in centro, mi sono messa allora a cercare biblioteche in zona, ed ho trovato la Casa delle Letterature, e le biblioteche del Senato e della Camera: meglio che in Sapienza, ma problemi simili, chiudono tra le sei e le sette, hanno processi un po’ macchinosi (ogni giorno devi mandare la mail per prenotare per il giorno dopo e cose del genere), alcune chiudono due ore abbondanti all’ora di pranzo, e tutte sono chiuse il fine settimana.

Due mesi fa invece, sono venuta a sapere dell’aula studio del cinema Troisi. Ha due cose meravigliose: è l’unico posto a Roma che non chiude alle sette, cosa che, per chi come me studia bene sul tardi, fa la differenza; ed è l’unico posto aperto il fine settimana. Inoltre, la struttura nuova, il bar all’ingresso, il wifi, i termosifoni, e la presenza del cinema e di numerosi eventi, la rendono un luogo particolarmente accogliente. La voce ovviamente si è sparsa, per cui negli orari di picco non è sempre scontato trovare posto, nonostante vi siano comunque, credo, circa cinquanta postazioni (ovvero più che nella maggior parte degli altri posti).

Mi sembra che questa aula studio sia un primo tentativo di risolvere una mancanza che a Roma c’è, sia se si fa un confronto con altre città italiane, come Milano, Pisa, e Bologna, che, sento da amici, offrono un po’ di più, sia, soprattutto, se si fa un confronto con le altre città europee, quantomeno quelle in cui mi sono ritrovata a studiare: a Londra, dove ho studiato tre anni, ci sono varie biblioteche aperte 24 ore su 24; a Parigi, dove sono stata quest’estate, vi sono posti come il centro Pompidou – aperto fino alle 22 ogni giorno, offre più di 1500 postazioni in un ambiente molto accogliente e vivace. In questo senso, il Troisi è l’unico posto che conosco a Roma qualitativamente all’altezza degli standard europei. Ovviamente si tratta di 50 posti rispetto alle centinaia di Parigi o Londra, ma è chiaro che ora lo sforzo debba anche essere fatto da altri e investendo molto di più.

 

Che un cinema gestito da privati, benché di proprietà pubblica, offra un servizio gratuito di accoglienza per studenti di gran lunga migliore di tutte le rinomate biblioteche presenti a Roma, dovrebbe attirare l’attenzione di più di un’istituzione pubblica, per cercare di fare almeno altrettanto, ma temiamo ciò non accadrà.

 

A ulteriore conferma del grande valore sociale dell’aula studio del Troisi, vi sono delle stime documentate sulle pagine web del cinema stesso:

Quello dell’Aula studio TIM è un progetto in grado di produrre un impatto sociale e ambientale di circa 1,7 milioni di euro.  Una stima realizzata dal Professore Luigi Corvo di Open Impact, start-up innovativa e spin-off di ricerca dell’Università di Roma Tor Vergata, ha considerato le varie dimensioni di impatto realizzate dalla riqualificazione (sociale, economico e ambientale) calcolato sui prossimi 10 anni: 30 tonnellate di CO2 risparmiate ogni anno, grazie al green partner Iberdrola, e il 70% in meno di costi di gestione per l’erario pubblico.

 

Già sappiamo che anche questo articolo, com’è già accaduto con l’altro sulla riapertura del Troisi, attirerà commenti al vetriolo dei tanti che i ragazzi del Piccolo America li vedono come il diavolo. Non capiamo il perché di tanta ostilità nei confronti di un gruppo di ragazzi che da dieci anni si batte solo per avere spazi di socialità per sé e per gli altri, mantenendosi sempre indipendenti rispetto alle dinamiche partitiche, ma tenendo il dovuto dialogo con le istituzioni per raggiungere gli obiettivi prefissati.

Li si accusa di aver ottenuto favoritismi dal Comune di Roma, dalla Regione Lazio, ma la verità è che questi ragazzi hanno sempre avuto le idee chiare su quello che volevano e si sono battuti per ottenerlo. Hanno vinto il bando, limpidamente fino a prova contraria, per la gestione del cinema Troisi e quando hanno scoperto che la struttura era tutta da rifare si sono rimboccati le maniche per trovare i fondi necessari. Li hanno ottenuti da varie istituzioni ma ne hanno dovuti mettere anche di tasca propria, sempre per raggiungere l’obiettivo prefissato. Tutte le somme raccolte sono finite nella ristrutturazione di un bene pubblico che da settembre sta offrendo un ottimo servizio pubblico.

 

Sarà l’invidia, sarà che questi ragazzi hanno sempre evitato di omologarsi ad altre esperienze simili, scegliendo un percorso che a partire dallo sgombero del cinema America è stato fatto nel solco della più totale legalità, rimane il fatto che in molti non riescono a riconoscere il valore di ciò che si è concretizzato col cinema Troisi.

Il fatto però che le critiche provengano sia da esponenti di sinistra che di destra, a nostro avviso dimostra che si deve trattare solo di invidia per gli straordinari risultati raggiunti da un gruppo di ragazzi poco più che ventenni. E che siamo sicuri continueranno a far parlare di sé.

 

 

 

La foto è di Flavia Rossi

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12 risposte

  1. Riscrive le regole… si certo. Con il mutuo di BNP Paribas, la collaborazione di TIM, gli sponsor privati, la benevolenza del PD , il sostegno di artisti e una schiera di giornalisti prezzolati. Questo articolo non aggiunge niente rispetto a quell’altro pubblicato qualche settimana fa. Ripeto: non aggiunge niente. Zero. Nulla. Trattasi solo di una ennesima marchetta fatta agli amichetti dell’ex cinema occupato, ambasciatori della cultura de noantri, una cultura che ha bisogno di spazi di altissimo livello peró. Un nuovo Pantheon lo definirei nel prossimo articolo.
    Se poi ci mettiamo la letterina della studentessa del centro ecco che tutto viene bello pettinato, infiocchettato e profumato. Peró bisogna ammettere che l’idea dell’aperitivo studio è decisamente al passo con i tempi.
    I ragazzi hanno dovuto mettere fondi anche di tasca propria: eh si poverini, ma questo lo fa qualsiasi persona che vuole aprire una attivita a proprio rischio. Si chiama investimento privato. Vi do una notizia clamorosa: La camera di commercio di Roma lavora molte richieste ogni anno. Ma non tutti hanno la fortuna di avere in concessione (ma per quanto tempo poi?) attraverso un bando un immobile del comune.
    Riguardo il fatto che in molti non riescano a riconoscere il valore di ciò che si è concretizzato è molto semplice: non v’è alcun valore.
    Ah, signor Tomassi… la anticipo subito: sono pieno di pregiudizi ed invidioso. Cosí le risparmio la fatica di rispondermi.

    1. Al di la delle critiche, che possono anche starci, c’è da dire che l’aspetto centrale dell’articolo non è invalidato. Il Cinema Troisi offre un servizio para-pubblico gratuito come un aula studio che neanche le istituzioni pubbliche riescono ad offrire, di pari livello – seppur in piccola dimensione – a quelli di altre città europee.

    2. È palpabile in ogni parola l’umore malmostoso generato dal risentimento di chi, per partito preso, vomita veleno su una struttura che funziona. Si dia pace luigi che non sarà la sua bile a fermare la Sala Troisi.

      1. Signor Razzano, mi fa enormemente piacere sapere che la macchina del popcorn, il rooter wifi e le luci di sala funzionano egregiamente. Ci mancherebbe pure visto che tutto è stato inaugurato a settembre.
        Un cordiale saluto

  2. Si dice sempre che chi non fa nulla non sbaglia anzi non può sbagliare ovviamente!
    Criticare negativamente ciò che sono riusciti a fare questi “ragazzi” ci vuole coraggio diciamo ci vuole “cattiveria” . Forse è più giusto ricordarvi la fiaba :dell’uva acerba “ …
    Provateci voi a fare ciò che hanno fatto questi “ragazzi “ e vedrete come dovreste essere:
    capaci,atti al sacrificio,responsabili,infondere fiducia e soprattutto crederci !
    Evidentemente aver criticato il loro operato tanto negativamente significa che vi mancano quelle qualità insite nel l’iniziativa.
    Diceva Dante : nati non fummo
    a viver come bruti ma per seguir virtute e conoscenza…
    Ebbene voi non appartenete a questa categoria .

    1. ma che hanno fatto scusa? hanno occupato un cinema a trastevere che sta esattamente in rovina come prima. Per qualche strana ragione che nessuno spiega da occupanti di un cinema si sono ritrovati assegnatari di un altro che sempre in rovina stava. Se sono presi il mutuo multimilionario di cui non si sa chi fa da garante ed ecco li il cinema tutto bello sistemato con l’aula studio. 50 posti poi. Che saranno si e no 25 col distanziamento. Ma veramente state a dire che qualcuno non appartiene a questa categoria? ma ne sono ben fiero di non appartenerci. Di non appartenere alla cricca del PD romano, di non farmi fotografare abbracciato a Zingaretti e di fare il radical chic o ancora meglio il cineasta all’amatriciana. E vogliono pure farcelo passare come esempio, è questa la cosa bella. E voi applaudite come le foche ammaestrate.
      “Provateci voi a fare ciò che hanno fatto questi “ragazzi “ e vedrete come dovreste essere:” si, chiusi ar gabbio!!!

      1. Tante sono le baggianate che ha scritto che vale la pena confutarle solo in vista del periodo festivo:
        – “hanno occupato un cinema a trastevere che sta esattamente in rovina come prima”, trattandosi di proprietà privata non potevano fare molto altro, a parte pensare ad una sua distruzione; hanno comunque contribuito a tutelare i beni culturali presenti nella struttura;
        – “Per qualche strana ragione che nessuno spiega da occupanti di un cinema si sono ritrovati assegnatari di un altro che sempre in rovina stava.”, ha presente quando il Comune fa un bando e alla fine viene individuato un vincitore, che risulta vincitore anche dei vari ricorsi al TAR proposti dai perdenti? Ecco, quella cosa lì … le occorre un disegnino per capirlo?
        – “Se sono presi il mutuo multimilionario di cui non si sa chi fa da garante”, una parte delle garanzie sono gli appartamenti dove vivono le famiglie di alcuni dei ragazzi, pensi un po’ … – – “50 posti poi. Che saranno si e no 25 col distanziamento.”, se nessuna delle istituzioni pubbliche, incluse corazzate come il Senato e la Camera dei Deputati, riesce ad offrire un servizio minimamente simile, lo capisce che sono solo i suoi sciocchi pregiudizi a non farle cogliere l’importanza del servizio offerto gratuitamente?

        Si senta comunque libero di continuare a scrivere sciocchezze, così che tutti possano cogliere la sua pochezza di spirito (ad essere buoni).

        1. Allora:
          “lo capisce che sono solo i suoi sciocchi pregiudizi a non farle cogliere l’importanza del servizio offerto gratuitamente?” Ma perchè da quando si paga per studiare in una biblioteca?
          “Ha presente quando il Comune fa un bando e alla fine viene individuato un vincitore, che risulta vincitore anche dei vari ricorsi al TAR proposti dai perdenti?”
          Leggendo attentamente il bando si nota: Potranno partecipare al bando, entro e non oltre le ore 12 del 9 ottobre 2015, enti morali, associazioni, fondazioni, organizzazioni di volontariato, onlus o altri soggetti giuridici senza scopo di lucro che svolgono attività prevalente nel settore della produzione e promozione culturale, cinematografica e multimediale. Se le credenziali per assegnare un immobile del comune all’associazione Piccolo America sono il fatto che i ragazzi avevano occupato un cinema… beh che dire.. ottima scelta. Lo faccia pure un disegnino cosí ci aiuta tutti a capire meglio.
          “Trattandosi di proprietà privata non potevano fare molto altro, a parte pensare ad una sua distruzione; hanno comunque contribuito a tutelare i beni culturali presenti nella struttura”
          Ovvero? quali sarebbero questi beni culturali della struttura? il proiettore? le locandine? E ancora, perchè i ragazzi allora non hanno direttamente occupato pure il cinema Induno? forse la catena era troppo spessa da spezzare?
          Lei continui a fare le marchette ai suoi amici. Ma io la storiella dei bravi ragazzi non me la bevo.

          1. Lei riporta un estratto dal bando per il Troisi:
            “Potranno partecipare al bando, entro e non oltre le ore 12 del 9 ottobre 2015, enti morali, associazioni, fondazioni, organizzazioni di volontariato, onlus o altri soggetti giuridici senza scopo di lucro che svolgono attività prevalente nel settore della produzione e promozione culturale, cinematografica e multimediale.”
            E poi afferma che le credenziali per assegnare il cinema erano l’averne occupato un altro!?!

            Chiaramente i suoi “salti logici” (chiamiamoli così) sono talmente azzardati da consentire un’interlocuzione solo a chi abbia una tale capacità di saltare di palo in frasca.

            Segnalandole che nel cinema America vi sono, tra gli altri, i mosaici di Pietro Cascella e Anna Maria Cesarini Sforza (sicuramente due Carneade per lei) realizzati negli anni ’50, mi accommiato suggerendo anche a lei di finirla qui, pena il continuare a mostrare ancor di più l’astio e la malafede che chiaramente la animano.

            Può comunque continuare a commentare liberamente purché non superi il limite dell’insulto (le passo il termine “marchette” perché è tanto scemo da commentarsi da sé).

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