Com’era prevedibile, le solite immarcescibili logiche del PD continuano ad influenzare negativamente la politica romana. Questa straordinaria capacità del Partito Democratico romano di badare sempre e solo ai propri interessi, che stia in maggioranza o all’opposizione, è qualcosa che sembra condannare Roma in eterno.
Da un articolo de Il Foglio veniamo infatti a sapere degli stracci che sarebbero volati in una riunione interna del PD per decidere delle nomine nei consigli di amministrazione delle società partecipate. Stando alla cronaca riportata nell’articolo, per una certa carica qualcuno avrebbe fatto presente un nome suggerito da Goffredo Bettini, non presente all’incontro, e il sindaco Gualtieri avrebbe risposto che i nomi li decide lui, non Bettini. Sempre secondo l’articolo de Il Foglio, Bettini, informato della cosa, avrebbe reagito piccato minacciando addirittura di far cadere il sindaco Gualtieri così come aveva fatto con Ignazio Marino.
In realtà Goffredo Bettini ha smentito allo stesso Foglio la ricostruzione fatta, dicendo di essersi sempre mantenuto neutrale rispetto alle nomine ed anzi avendo scritto ai partecipanti alla riunione incriminata chiedendo di essere tenuto fuori, direttamente e indirettamente, da tutte le discussioni relative alle nomine.
Sia l’articolo de Il Foglio, che la replica di Bettini si possono leggere sulla sua pagina facebook, segno che il diretto interessato ci tiene a far chiarezza su quanto accaduto.
E per rincarare la dose, c’è anche l’intervista di Bettini a La Stampa, sempre disponibile sulla sua pagina, dove viene ribadito l’incondizionato appoggio a Gualtieri ed anzi il suggerimento a quest’ultimo di agire in autonomia e autorevolezza.
Si sarà trattato quindi di una ricostruzione de Il Foglio totalmente inventata? Difficile da credere, sia perché il quotidiano è normalmente ben informato sui retroscena dei poteri romani, sia perché la storia è assolutamente verosimile, tant’è che nelle discussioni in rete ben pochi la mettono in dubbio.
Ma quello che a nostro avviso rende maggiormente credibile che il sindaco Gualtieri non sia così indipendente nelle decisioni che deve prendere, è la modalità con cui è stata composta la Giunta capitolina. Come infatti abbiamo commentato quando sono stati resi noti i nomi degli assessori, le scelte del sindaco Gualtieri anziché badare a competenza ed esperienza hanno seguito alla lettera il vecchio manuale Cencelli, accontentando tutti i partiti e le correnti del PD senza dabare alla necessità di mettere gente preparata nei ruoli di governo. Emblematici in tal senso i casi Veloccia e Alfonsi: il primo messo all’urbanistica senza alcuna competenza o esperienza specifica, laddove nella coalizione vi era un Giovanni Caudo che urbanistica la insegna all’università ed ha un’esperienza specifica come assessore e presidente di municipio, la seconda messa alla gestione dei rifiuti, anche in questo caso senza alcuna competenza specifica e con un ex assessore capitolino all’ambiente disponibile, Estella Marino con anche competenze specifiche sulla materia, che è finita a fare l’assessore in Municipio VII.
Nel caso dell’esclusione di Giovanni Caudo pare che il veto sia venuto da uno dei maggiori costruttori romani, che si sarebbe scontrato con Caudo quando egli era assessore con Marino, ed evidentemente il sindaco Gualtieri deve averlo subito senza reagire.
Il precedente della giunta capitolina ci induce quindi a pensare che ci sia più di qualcosa di vero nelle ricostruzioni pubblicate da Il Foglio e la cosa sarebbe anzi avvalorata proprio dall’impegno dello stesso Bettini di confutare le tesi esposte.
Purtroppo Roberto Gualtieri sconta una grande impreparazione sulle questioni romane, per cui difficilmente può contrastare le cose che il partito in vario modo gli propone. Noi avevamo provato a spiegarlo che lui non era un candidato giusto per la carica di sindaco di Roma, sostanzialmente perché la sua impreparazione lo avrebbe reso molto condizionabile e ricattabile.
A questo punto il nostro auspicio è che il sindaco Gualtieri riesca pian piano a trovare la forza necessaria a non soccombere alle logiche puramente spartitorie tipiche del PD romano. Sinceramente abbiamo difficoltà ad immaginare su quali appoggi possa egli far forza per contrastare gli appetiti delle varie correnti del PD.
L’unico consiglio che ci sentiamo di dargli è di cominciare ad avere rapporti diretti con le forze civiche che da anni dimostrano di tenerci più di tutti al riscatto di Roma e di avere le competenze giuste per poter dare un valido contributo.
Avendo un supporto diretto da parte dei cittadini Gualtieri potrebbe più facilmente bilanciare il peso delle correnti del suo partito, tutelandosi anche da eventuali scherzetti che il PD volesse tirargli.
L’indegna defenestrazione di Ignazio Marino per via notarile il PD l’ha pagata con cinque anni di opposizione, ma nel caso di un nuovo benservito dato al proprio sindaco siamo abbastanza sicuri che si ritroverebbero i cittadini imbufaliti dentro la sede del Nazareno.
A provare di convincere il PD romano a badare più agli interessi di Roma che a quelli propri non ci proviamo neanche, certi come siamo che gli attuali quadri del partito non abbiano lo spessore necessario.
Sul sindaco Gualtieri qualche piccola speranza invece la riponiamo, perché se è vero che è stato individuato ed eletto essenzialmente per essere influenzabile e controllabile, riteniamo che abbia le capacità per smarcarsi pian piano dal ruolo che il PD vorrebbe assegnargli, divenendo il sindaco appassionato della città di cui Roma ha bisogno.
Gualtieri si faccia aiutare dai cittadini e vedrà quanto meglio potranno andare le cose.
Una risposta
Spero anch’io che il Sindaco Gualtieri sia in grado di reggere alle dannose pressioni di un partito che non riesce a comprendere che i cittadini vogliono una città degna della sua storia cioè la vogliono caput mundi e appoggeranno il loro Sindaco in ogni momento.