Dopo l’articolo della scorsa settimana, in cui abbiamo parlato della morte a Termini di un senza fissa dimora (SFD), abbiamo ricevuto dal rione Esquilino diverse segnalazioni di una situazione che, dopo un periodo di apparente maggior controllo, sta di nuovo precipitando.
Quel rione vede infatti la presenza di un grosso numero di SFD, alcuni attirati dal riparo dei portici di piazza Vittorio, ma molti collegati alle tante strutture di assistenza presenti nella zona. Le diverse mense e alloggi per poveri non prevedono infatti di norma spazi dove le persone possono passare il tempo durante il giorno, per cui i fruitori di quei servizi sono costretti a girovagare in zona, spesso con la sola occupazione di consumare alcol, con tutti i problemi che ciò comporta.
Di seguito alcune immagini dai portici di piazza Vittorio.
Come si può vedere, si tratta di innumerevoli situazioni di grande disagio indegne di una capitale dell’occidente. Le persone mostrate dalle immagini sono probabilmente utenti delle mense e delle case di accoglienza della zona, ma non è pensabile di abbandonarle in strada tutto il giorno; anzitutto per rispetto della loro dignità andrebbe loro offerto uno spazio dove poter stare e dove magari svolgere delle attività.
Queste presenze sono inoltre un problema per chi vive nella zona, soprattutto per coloro che hanno i portoni nei portici, in quanto spesso si posizionano nei pressi o davanti gli ingressi e non si sa mai che tipo di reazione possano avere ad un’eventuale richiesta di spostarsi. Inoltre dovrebbe essere comprensibile il disagio di dover passare ogni giorno, più volte al giorno, vicino a persone che dormono in terra, magari interamente coperte, sempre col dubbio che qualcuno di loro in realtà si sia sentito male.
La scoperta del 27enne morto la scorsa settimana nei pressi della stazione Termini è avvenuta infatti perché un passante ha segnalato il giaciglio ai Carabinieri e questi sono intervenuti. Ma è pensabile che chiunque passi sotto i portici segnali giacigli sospetti? Ovviamente no, così come non è tollerabile che tutte queste persone siano costrette a fare i loro bisogni dove capiti, con mortificazione propria, visioni indegne per i passanti e problemi igienici per tutti.
A tal proposito riportiamo alcune immagini che mostrano qualcosa a cui gli abitanti dell’Esquilino sono purtroppo abituati. Considerato che tali immagini potrebbero turbare la suscettibilità di molti, le pubblichiamo oscurate; esse però dimostrano il livello di degrado dei luoghi ma soprattutto delle persone, per cui chi vuole può vederle in chiaro cliccando sulle immagini stesse.
Il protagonista delle ultime tre immagini è un uomo, di nazionalità rumena, che soffre di forte dipendenza da alcol e evidentemente di qualche patologia i cui sintomi sono molto visibili (sangue dalle feci). Questo suo precario stato di salute solleva anche inevitabili problemi igienico-sanitari per tutti, abitanti di zona in primis, essendo egli abituato ad espletare i propri bisogni fisiologici sotto i portici e in prossimità delle auto parcheggiate.
Nonostante le numerosissime segnalazioni l’uomo, che probabilmente rifiuta il ricovero, vive ancora per la strada. È a questo punto evidente che le normative esistenti, pur garanti della libertà individuale, in certo casi siano da rivedere anzitutto al fine di tutelare concretamente la salute di persone in evidente difficoltà e al tempo stesso la decenza di alcune zone della città.
Chiariamo che tutti gli abitanti con cui abbiamo parlato hanno dimostrato anzitutto sentimenti di pietà e di comprensione per le persone in difficoltà, adoperandosi molti di loro in prima persona, ogni giorno, per segnalare eventuali situazioni di particolare allarme. Anche la scorsa estate, in occasione dell’ennesima morte in strada, avevamo sottolineato questo elemento, affinché nessuno pensi che i residenti della zona vogliano solo che il problema venga spostato altrove.
Le loro richieste sono sempre state all’insegna di un maggior coinvolgimento delle istituzioni, con interventi che non siano solo di facciata ma che prendano seriamente in carico i bisognosi togliendoli dai bivacchi stradali.
Vi è poi, come detto, un problema di concentrazione di strutture di assistenza in zona che porta ad un certo affollamento sulle strade del rione durante il giorno. Andrebbe quindi pensata una maggiore distribuzione nella città dei centri di assistenza prevedendo anche strutture che consentano alle persone di trascorrere in qualche modo, magari fruttuoso, il tempo diurno.
L’assessora alle politiche sociali del Comune di Roma, Barbara Funari, la scorsa settimana ha detto “Stiamo correndo contro il tempo …”, in occasione dell’ultima morte registrata a Termini.
Speriamo che ciò sia vero e soprattutto speriamo che si cominci con l’organizzare meglio le risorse che sono già in campo, cosa che, a detta delle persone che ogni giorno si interfacciano con i servizi sociali, già potrebbe incidere molto sulla situazione esistente.