Nuovo incidente mortale che vede protagonista un impianto pubblicitario. Lo scorso sabato sera infatti una Fiat Punto è uscita di strada e si è schiantata contro un cartellone installato sullo spartitraffico.
L’incidente si è verificato in via di Tor Bella Monaca, una lunga arteria periferica che invita i veicoli a correre e che senz’altro necessiterebbe di qualche sistema di limitazione della velocità.
La velocità ha probabilmente giocato un ruolo in questo incidente, come nella stragrande maggioranza dei casi, ma senz’altro decisiva è stata la presenza dell’impianto pubblicitario sullo spartitraffico, un ostacolo che il veicolo non ha potuto evitare abbattendolo.
La foto che segue, presa da Street View, mostra com’era quel tratto di strada, con il cartellone al centro, sullo spartitraffico:
E questo è come si presenta ora quel tratto di spartitraffico:
L’impianto pubblicitario, come detto, è stato abbattuto e quindi rimosso. I mucchietti di asfalto a freddo mostrano dov’erano le basi.
Dagli organi di stampa veniamo a sapere che la Polizia Locale starebbe cercando di ricostruire la dinamica dell’incidente, ma anche valutando se l’impianto pubblicitario avesse profili di illiceità.
Da quello che ci risulta, l’ampiezza superiore ai 4 metri dello spartitraffico consentirebbe la presenza di impianti pubblicitari, però sappiamo anche che gli impianti vanno installati paralleli al senso di marcia, mentre questo era messo in obliquo. Inoltre ci chiediamo se l’impianto rispettasse la distanza minima di 1,80 metri dal limite della carreggiata.
Comunque sia, non è detto che in assenza dell’impianto l’incidente non si sarebbe verificato lo stesso o che sarebbe stato meno grave. In assenza del cartellone l’auto avrebbe potuto invadere la carreggiata opposta e magari coinvolgere altri veicoli.
Rimane però il fatto che le normative vigenti sono anzitutto a tutela della sicurezza delle persone e quindi il rispetto delle stesse riduce al minimo i rischi di incidente o l’aggravamento dei loro esiti.
Se quindi la Polizia Locale dovesse concludere che l’impianto presentasse qualche illiceità, ci troveremmo di nuovo di fronte ad un pericolo per la circolazione che, per chissà quanto tempo, è stato tollerato sulle strade.
Ogni volta che accade un incidente che coinvolge un impianto pubblicitario noi non possiamo non tornare con la memoria al novembre 2011, quando un giovane perse la vita contro un impianto pubblicitario installato abusivamente a bordo strada. Erano circa due anni che denunciavamo l’invasione dei cartelloni a Roma, la cosiddetta “Cartellopoli“, stimolata da una normativa criminogena introdotta dall’allora amministrazione Alemanno; due anni durante i quali le centinaia (più probabilmente migliaia) di impianti illeciti costituivano pericolo per la circolazione.
Anni di impegno di cittadini, associazioni e finalmente un’amministrazione capitolina responsabile, quella del sindaco Marino e dell’assessore Leonori, portarono nel 2014 all’approvazione in Assemblea Capitolina della riforma degli impianti pubblicitari. Peccato che l’improvvisa caduta dell’amministrazione Marino, una gestione commissariale disattenta e soprattutto un’amministrazione Raggi che ha scientemente, e criminalmente, tenuto la riforma ben chiusa nei cassetti per cinque anni hanno sostanzialmente mantenuto sulle strade il caos dei tempi di Alemanno.
Venendo ai giorni nostri, dobbiamo purtroppo prendere atto che l‘amministrazione Gualtieri non ha dato il minimo segnale di voler finalmente applicare la riforma del 2014 e il fatto che continuino a verificarsi incidenti mortali che coinvolgono cartelloni non può più essere considerato un infausto caso.
Appena fu nominata la giunta Raggi noi ottenemmo d’incontrare l’assessore al commercio, Adriano Meloni, al quale illustrammo la possibilità che avevano di attuare la riforma degli impianti pubblicitari, mettendo ordine sulle strade romane, aumentando gli introiti per il Comune e dotando finalmente Roma di un serio servizio di bike sharing sovvenzionato dagli impianti. L’assessore colse la grande opportunità e provò ad attuare la riforma, ma si trovò a scontrarsi con il resto dell’amministrazione, Coia in primis, e infine fu costretto alle dimissioni.
Anche con la giunta Gualtieri abbiamo provato ad incontrare il nuovo assessore al commercio, Monica Lucarelli, volendo illustrare anche a lei l’opportunità offerta dalla riforma del 2014. Purtroppo però l’assessore non ha mai dato il minimo riscontro ad ogni richiesta di interlocuzione. Si direbbe che ella abbia una gran paura di incontrare i cittadini o anche solo di esporsi al pubblico giudizio, tanto che ha addirittura cancellato il suo profilo su Twitter.
Questa potrà sembrare una cosa di poco conto, ma se un politico pensa che i social siano buoni per la campagna elettorale, ma una volta eletto se ne tira fuori, non può che voler dire che i cittadini li si è presi in giro, promettendo un rapporto diretto che invece non ci sarà mai.
Noi continueremo a provare a sollecitare l’assessore sul tema della riforma degli impianti pubblicitari, sottolineando da oggi che ogni giorno perso può comportare qualche altra vita immolata al lassismo o alla difesa di qualche becera corporazione.
3 risposte
Sono trascorsi più di 12 anni dall’inizio della mobilitazione cittadina contro “Cartellone selvaggio” e ancora dobbiamo leggere queste notizie.
Cambiano le amministrazioni mai credibilmente non si riesce ad avere l’applicazione del PRIP.
Chissà perché?
Non solo, ma i cittadini continuano a denunciare, la PL a multare e nessuno (se non dopo tempi biblici indegni di qualsiasi amministrazione) a rimuovere.
Ci sono cartelloni da me segnalati e accertati abusivi da oltre 4 anni in giro. Ma di che parliamo?
Purtroppo il ragazzo morto il 12/2/22 sul viale di torbellamonaca che ha preso il cartellone pubblicitario che ora non c’è più …era mio fratello….nessuno si interessa di sapere che quasi tutti i cartelloni pubblicitari sono abusivi …che le misure di distanza al bordo strada non vengono rispettate….veniamo costantemente presi in giro…vergognoso