Mentre la nuova giunta capitolina si è insediata da poco e può fare solo previsioni sui futuri progetti, Nicola Zingaretti governa la Regione Lazio dall’ormai lontano 2013. Da lui ci si aspetterebbe la raccolta di quanto seminato in passato e non ulteriori annunci, ai quali non viene dato quasi mai seguito. Il caso della Roma-Lido e delle continue promesse è forse l’esempio più drammatico di un modo di governare che sta lasciando dietro di sé tanta astrazione e poca realtà.
Non fa eccezione il Santa Maria della Pietà, meravigliosa struttura in abbandono da anni sulla quale sono arrivati nuovi, ennesimi impegni, corroborati stavolta dai fondi del Pnrr.
“Ecco il Parco della Salute”, titolavano alcuni giornali riferendo le parole del presidente della Regione Lazio che annunciava mirabolanti rivoluzioni. Ci ricordiamo quando a settembre del 2021, Zingaretti convocò i media per presentare la “metromare”, una efficientissima linea metropolitana di collegamento con Ostia. Peccato che solo diarioromano ebbe l’ardire di definire “fuffa” quella conferenza stampa. E pochi mesi dopo la drammatica situazione della tratta ferroviaria non ha smentito il nostro giudizio.
La storia si ripete per il recupero dell’ex manicomio. Anche in questo caso Zingaretti ha assicurato che “sarà un polmone per la rigenerazione di Roma“. Ma nulla di concreto è ancora in vista, anzi si tratta solo di un progetto che verrà presentato al Governo con la speranza che questo conceda al Lazio 50 milioni di euro provenienti dal Pnrr (Piano di Ripresa e Resilienza). Insomma l’entusiasmo del Presidente e di chi riporta pedissequamente le sue parole sembra alquanto affrettato.
Sono molti anni che si parla del recupero del Santa Maria della Pietà. Non è il caso qui di riportarne la storia perché lo abbiamo fatto con un lungo articolo a maggio del 2020 e a quello vi rimandiamo per rileggere gustose storie sui 5stelle e sulla follia ………non dei malati che vi erano ricoverati, ma di chi pensava di curarli con tecniche e metodi che oggi fanno rabbrividire. I mille posti letto erano suddivisi per pazienti che venivano definiti “sudici”, “irrecuperabili”, oppure “tranquilli”, “agitati”. La scienza medica è – come tutte le scienze – in continua evoluzione e anch’essa può e deve essere oggetto di critica e revisione.
Ma tornando ai padiglioni e al loro uso, è importante ricordare che dal 1975 in poi furono via via dismessi. E da allora la gran parte è sbarrata e sta cadendo a pezzi. La Asl Roma 1 è proprietaria di 22 edifici, 12 sono della Regione Lazio e il Municipio XIV ne possiede 5. Due sono occupati abusivamente da anni.
Qualcosa dalla Regione è stato avviato: con uno stanziamento di circa 30 milioni è stata rivista la viabilità interna, risistemata la segnaletica e rifatta la pavimentazione dell’asse centrale. Ma ovviamente è poca cosa senza un vero progetto sul futuro dei padiglioni. Questo progetto dovrebbe essere finanziato con i fondi del Pnrr e prevede una serie di servizi. In dettaglio: una casa della salute (i cui contorni restano sfumati) nel padiglione 2, una scuola di formazione nel numero 4, due ostelli per la gioventù, la sede romana del 112, una casa famiglia nel padiglione 7, alcuni uffici del Municipio e della Regione stessa.
In un secondo momento, dovrebbe nascere anche una casa per la donna che consista in alloggi protetti per le vittime di violenza e altri progetti di carattere sociale.
Insomma un bel sogno che, temiamo, sia destinato a rimanere tale. Non è facile prendere le redini di un parco immenso e così tanti edifici, per cui la contestazione nei confronti di Zingaretti non è tanto legata al lungo lasso di tempo impiegato per attuare i progetti. Sono gli annunci senza concretezza e la ripetizione a pappagallo dei giornali che dovrebbero essere manipolati con parsimonia. Prima di dare per scontata la nascita del Parco della Salute, sarebbe opportuno avere il via libera del Governo al finanziamento e magari indicare una tempistica. Altrimenti la politica diventa solo grandi speranze con conseguenti delusioni.
Il problema non sono i fondi ma la reale volontà di incidere su occupazioni che sono ormai incistate e che difficilmente lasceranno gli edifici. Molte di queste hanno origine nel Movimento 5Stelle e e non sorprende che durante la sindacatura Raggi nessuno abbia mosso un dito. E poi c’è la destinazione del Piano Regolatore che qui prevede una “centralità urbana”, cioè un polo con funzioni universitarie, direzionali, fieristiche, turistiche o ricettive. Esattamente come è stato fatto in tante altre città italiane dove gli ex manicomi sono diventati già da tempo luoghi di bellezza e produzione.
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2 risposte
Ahahaha Zingaretti l’inconcludente
Zingaretti l’uomo delle chiacchiere e niente fatti. Scommetto che Santa Maria della Pietà farà la fine della Roma-Lido. Anche sui Poteri Speciali per Roma, dove la spinta importante dovrebbe venire dalla Regione, mi sembra che la solfa sia la stessa, non se ne parla più. A Roma si dice “manco a li cani”.