La gran parte dei comuni intorno a Roma è molto severa sul conferimento dei rifiuti ingombranti e speciali. Monterotondo, per fare un esempio, non permette di scaricare nelle isole ecologiche neanche una sedia se non si ha il codice che attesta la regolarità dei versamenti Tari. La capitale è molto più tollerante ed anche meno attenta. Si è formato, così, un fenomeno di “pendolarismo dei rifiuti”. I più ligi alle regole, entrano a Roma dal circondario e lasciano i loro ingombranti nelle isole ecologiche. Gli incivili li gettano direttamente ai bordi delle strade, creando discariche abusive.
Virginia Raggi li chiamava “zozzoni”. Questa parola le piaceva tanto da ripeterla ad oltranza e contro di loro la precedente giunta aveva installato una serie di telecamere: una trentina era puntata contro le varie discariche abusive presenti in città e altre quaranta rivolte ai punti periferici prediletti dai “pendolari” dei rifiuti. Il sistema di “fototrappole” aveva permesso l’individuazione e la denuncia di diverse persone. Nel primo anno di sperimentazione, il 2019, erano state elevate 2.400 contravvenzioni. Nel 2020 erano salite a 7.000 e nel 2021 è stato registrato un ulteriore incremento, anche se il numero totale non è ancora disponibile.
A gestire gli occhi elettronici sono gli agenti del NAD, il Nucleo Ambiente e Decoro della Polizia Municipale che hanno tracciato anche un identikit di chi lascia i rifiuti ai bordi della strada. Sulla base delle multe comminate, è emerso che il 40% degli abbandoni è causato da residenti dei comuni limitrofi. In alcuni Municipi, in particolare nel VI, VII e XIV si arriva al 60%.
La giunta Gualtieri ha in programma di incrementare il sistema di segnalazioni, noleggiando ulteriori 40 telecamere, in modo da portarle a 70 nelle aree interne della città, oltre le 48 già installate che però non sempre funzionano a dovere.
Il contratto di noleggio delle fototrappole scade alla fine di questo mese. Fin qui è costato 259 mila euro, somma ampiamente ripagata dagli incassi delle multe. Ecco perché l’amministrazione sembra voglia rinnovarlo, ampliandolo ad un numero maggiore di telecamere. Sarebbe uno strumento concreto nelle mani del NAD, il Nucleo per il decoro che sta facendo un buon lavoro col quale ha individuato gli incivili che hanno provocato la nascita di quasi 100 discariche.
Ma la lotta non si deve concentrare solo sui pendolari dei rifiuti. Il Comune di Roma, infatti, registra un tasso di evasione della Tari ancora troppo elevato. Il presidente del VI Municipio, Nicola Franco, ha diffuso i dati relativi ai controlli effettuati da Ama e NAD. Vi sono zone, come Fosso dell’Osa, dove la percentuale di chi non paga la tassa sui rifiuti supera il 60%, mentre al Villaggio Breda raggiunge il 42,5%. Insomma una famiglia su due evade la Tari e nello stesso tempo le stesse persone sono spesso responsabili degli abbandoni in strada.
Infine, occorre intervenire sulla filiera provocata dagli svuotacantine abusivi. Più volte ne abbiamo parlato sulle nostre pagine e le indagini della Polizia Municipale hanno confermato quanto i blog antidegrado scrivono da anni. La gran parte degli svuotacantine che si pubblicizza con adesivi (illegali) scarica i rifiuti nelle campagne e lungo le strade periferiche. Anche costoro sono stati individuati grazie alle fotosegnalazioni. Le telecamere riescono a registrare, pure durante le ore notturne, le targhe di chi abbandona.
Per quanto riguarda i comuni cittadini, possono anch’essi fotografare o filmare persone che scaricano illegalmente. Il video o la foto devono mettere in evidenza chi scarica e da quale autovettura. La targa deve essere visibile. Il materiale non va pubblicato sui propri social ma inviato alla mail nad.polizialocale@comune.roma.it
In questo modo non si corrono rischi di violazione della privacy, in quanto destinato solo a denunciare un’attività illecita ad un pubblico ufficiale.
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