La questione è tecnica ma proviamo a renderla facilmente digeribile dai nostri lettori. Il destino della rimessa Vittoria in piazza Bainsizza potrebbe condizionare fortemente lo sviluppo del trasporto su bus elettrici. Ecco perché qui non parliamo solo della vendita di un bene pubblico ma di una strategia di trasporto.
Che Atac sia con un piede nella fossa da anni non è una novità. E che l’azienda, per cercare di far fronte alla mole di debiti, abbia deciso di vendere alcuni immobili è risaputo. Tra questi l’ex deposito in Prati è uno di quelli dal maggior valore economico oltre che culturale. Il bene è sottoposto a un vincolo architettonico e proprio per questo il Campidoglio avrebbe potuto esercitare il diritto di prelazione.
Cosa significa: la rimessa è stata messa all’asta per ben due volte. La prima volta, il 22 aprile del 2021, l’asta è andata deserta e la seconda volta a vincerla è stato un privato, la società Sant’Anna per la Famiglia che fa capo agli imprenditori D’Amelio. Ebbene in entrambi i casi il Campidoglio si è comportato in maniera incomprensibile. La prima volta avrebbe potuto acquistarla al prezzo base. La seconda avrebbe potuto esercitare il diritto di prelazione, cioè acquistarla al medesimo prezzo di aggiudicazione. Ma non l’ha fatto!!!
Secondo quanto riportato da Il Messaggero, il Comune – intenzionato a comprarla – ha rilanciato con un’offerta irrevocabile di acquisto per 15,7 milioni, ai quali va aggiunta l’Iva per un totale di 19,2 milioni. E il privato, la Società Sant’Anna per la Famiglia, ha offerto una cifra ancora superiore, che sfiora i 20 milioni.
Solo ora – dopo ben due anni (!) – il Comune di Roma ha espresso la volontà di esercitare il diritto di prelazione. Ma non è detto che riesca comunque ad aggiudicarsela perché entro 60 giorni si capirà se la prelazione è ancora valida o meno. A prescindere dal diritto, interviene la logica: se per due volte il Campidoglio non ha richiesto la prelazione, facendo alzare il prezzo, perché ora gli dovrebbe essere concesso?
Fatto sta che il folle comportamento del Comune ha portato ad un prezzo ben più alto di quello base.
Nel frattempo, sempre secondo il Messaggero, se il bene dovesse restare nelle mani dei privati, questi sarebbero disponibili a realizzare delle infrastrutture a disposizione della città e in dettaglio: l’edificio ora occupato dalla Asl Roma 1 verrebbe ristrutturato e nel sottosuolo verrebbe realizzato un parcheggio per i bus elettrici. Ovviamente Asl e Comune dovranno pagare un affitto ma almeno il progetto del trasporto elettrico non verrebbe meno.
Fu l’assessore Eugenio Patané a scrivere che “la location di piazza Bainsizza era irripetibile proprio perché era l’unica logisticamente attrezzata per il progetto full green“.
La grande confusione provocata dall’insipienza dell’amministrazione Raggi ora si ripercuote sulle casse comunali. Se la rimessa verrà acquistata da Roma Capitale, questo avverrà ad un prezzo molto più salato. Se invece resterà ai privati, il Campidoglio sarà costretto a pagare un affitto (costoso) per sfruttare il deposito dei bus elettrici. Solo tra 60 giorni sapremo come andrà a finire.
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