La situazione delle occupazioni di suolo pubblico (OSP) dei locali a Roma è fuori controllo da anni ormai.
Già prima dell’emergenza COVID una normativa poco efficace e male applicata aveva portato ad un’illegalità diffusissima.
A seguito dell’emergenza pandemica, una volta terminate le chiusure totali, l’allora amministrazione capitolina aveva approvato una normativa cosiddetta “emergenziale” che consentiva agli esercizi di somministrazione di installare arredi in strada, o di ampliare quelli già detenuti, per poter compensare il distanziamento necessario all’interno dei locali. Tale normativa non ha previsto controlli preliminari per le richieste di ampliamento dei locali, bensì la possibilità di presentare le domande e contestualmente allestire gli arredi, con i controlli che avrebbero comunque dovuto seguire a stretto giro. Purtroppo però la presentazione di migliaia di richieste ha bloccato sia gli uffici commercio dei municipi che la Polizia Locale, col risultato che ognuno ha allestito quello che voleva ben sapendo che le sanzioni sarebbero state praticamente impossibili.
Noi l’abbiamo chiamato “far west dei tavolini“, ossia una situazione di illegalità diffusa ed impunita che ha caratterizzato soprattutto le zone a maggior concentrazione di locali.
La nuova amministrazione capitolina ha quindi ereditato una situazione del tutto fuori controllo di cui andavano in qualche modo riprese le redini. Il problema era ben conosciuto e quindi ci si sarebbe aspettati che chiunque vincesse le elezioni avrbebe avuto già le idee chiare su come riprenderlo il controllo. Invece anche in questo l’amministrazione Gualtieri ha dimostrato grande improvvisazione e pressappochismo.
L’assessore al commercio, Monica Lucarelli, fin dall’inizio ha mandato segnali chiari agli esercenti dicendo che anche a fine emergenza non si sarebbe ritornati alla normativa OSP pre-pandemia, ma senza mai specificare il come ciò sarebbe stato fatto. A fine gennaio l’assessore ha preso atto dell’esistenza di centinaia di OSP fuorilegge e annunciato ancora una volta di voler reprimere gli abusi, ma senza che ciò si sia sostanziato in provvedimenti efficaci.
A metà marzo la normativa emergenziale in materia di OSP è stata prorogata fino alla fine di giugno e contemporaneamente si è deciso di allestire un tavolo tra l’assessorato al commercio, i consiglieri della commissione commercio e le associazioni degli esercenti, per studiare una nuova normativa da far entrare in vigore entro la fine di giugno per rendere stabili le OSP emergenziali.
Ebbene la prima riunione di questo tavolo è prevista per domani e dalle indiscrezioni si viene a sapere che l’intenzione generale è non solo di rendere stabili tutti gli ampliamenti delle OSP, bensì di autorizzarne di ulteriori ad esempio consentendo l’allestimento di dehor anche sulla carreggiata delle strade della viabilità principale (cosa vietata dal Codice della Strada).
Si sta quindi chiarendo definitivamente che l’intenzione dell’amministrazione capitolina non è di cogliere l’occasione della pademia e ripensare l’utilizzo del suolo pubblico, faendone delle OSP uno strumento di governo del territorio da incentivare laddove utile a tenere vivi i luoghi e disincentivre nel caso di eccessive concentrazioni, il tutto tenendo presente le esigenze di tutti gli attori cittadini.
Niente di tutto ciò. Evidentemente l’attuale amministrazione capitolina, non disconstandosi in ciò da quella che l’ha preceduta, vuole lasciare mano libera al commercio consentendo di occupare tutto lo spazio occupabile, anche se ciò vuol dire in molto casi far sparire i percorsi pedonali, creare pericoli per la circolazione dei veicoli, generare forme diffuse di degrado (come ad esempio le oscene chiusure dei dehor con le plastiche trasparenti), sottrarre spazio pubblico necessario alla circolazione e sosta dei veicoli.
Quest’ultimo aspetto è stato fin dall’introduzione della normativa emergenziale del tutto trascurato, con innumerevoli pedane che sono state allestite su spazi prima riservati alla sosta dei veicoli e conseguentemente con la scomparsa di centinaia di posti auto regolari.
Evitando di discutere su cosa sarebbe preferibile, se un’auto parcheggiata o dei tavolini al suo posto, va considerato che i parcheggi in strada sono degli standard urbanistici che non possono essere fatti sparire dall’oggi al domani senza fornire alternative valide o un congruo preavviso per i proprietari dei veicoli. Inoltre in molti casi pedane e tavolini sono stati allestiti sulle strisce blu, con conseguenza perdita di introti dalla sosta tariffata.
Si può essere d’accordo con l’idea di ridurre drasticamente il numero di veicoli privati a Roma, sia in circolazione che in sosta, per dare più spazio sl transito pedonale, a quello ciclistico e, perché no, anche a degli allestimenti esterni dei locali. Ma la cosa va fatta in maniera studiata, coi giusti tempi e con procedure che assicurino il rispetto delle norme. Il modo di procedere degli ultimi anni, che l’attuale amministrazione dimostra di voler sposare, è stato invece di pensare a come far lavorare il più possibile i locali non rendendosi conto che così facendo si squalificano spesso i luoghi rendendoli invivibili.
Purtroppo dalla composizione del tavolo per la riscrittura della normativa OSP capiamo che queste considerazioni non verranno tenute in nessun conto, così come nessuno si preoccuperà di disegnare una normativa che porti ad OSP sostenibili, decorose e non invece portatrici di degrado.
Ancora una volta l’interesse pubblico ad un utilizzo sostenibile e responsabile del suolo pubblico verrà sacrificato agli interessi spiccioli di un’unica categoria.
Si tratta dell’ennesimo brutto segnale di continuità dell’amministrazione Gualtieri con quella Raggi, con le lobby che decidono l’agenda cittadina e la città che ne soffre in termini di decoro, sicurezza della circolazione e diritti di tutti i cittadini.
Una risposta
Prosegue tutto come prima, sembra che il sindaco non sia cambiato affatto. E forse non dovremmo meravigliarci, nei 5 anni della Raggi il Pd non ha mai fatto opposizione.