Ma davvero Roma è condannata ad anni di emergenza rifiuti?

L'assessore Alfonsi ha parlato di un "... sistema articolato che ha l’ambizione di portare la città fuori dall’emergenza entro pochi anni" e ieri il sindaco ha deciso l'assunzione di 655 nuovi addetti in AMA. Poche idee ed anche confuse

Si può stare tranquilli quando la responsabile della gestione dei rifiuti a Roma parla apertamente di un’emergenza che durerà anni?

 

 

Si badi bene: non ha detto che ci vorranno anni perché Roma arrivi ad una gestione virtuosa dei rifiuti, cosa su cui chiunque potrebbe concordare, visti i disastri combinati nei cinque anni di amministrazione Raggi. L’assessore Alfonsi ha detto invece che l’emergenza durerà anni, il che vuol dire che per anni (due? tre? di più?) avremo periodicamente i rifiuti in strada, con contorno di topi, gabbiani e cinghiali.

 

In realtà un’emergenza tanto grave come la presenza di discariche un po’ in tutta la città, con gli associati rischi sanitari, richiederebbe interventi altrettanto straordinari di cui però non si vede traccia. E così si arriva a quella specie di ossimoro di un’emergenza che dura anni.

Si dirà che il termovalorizzatore proposto dal sindaco Gualtieri sia un intervento straordinario; in realtà, seppur la procedura per autorizzarlo ha carattere straordinario, dovendo andare in deroga al piano regionale dei rifiuti del Lazio, per la sua eventuale disponibilità occorrerà aspettare diversi anni, per cui non è certo con quell’impianto che si può pensare di affrontare l’emergenza di questi giorni, settimane e mesi.

 

Una cosa che probabilmente in pochi avranno notato è il fatto che l’assessora Alfonsi ponga sempre l’accento sulle quantità record di rifiuti prodotti a Roma, dando come per scontato che sul fronte della produzione dei rifiuti non ci sia nulla da fare, come se i rifiuti fossero un’inarrestabile colata vulcanica.

In realtà una città come Roma, che soffre di una cronica carenza di impianti di trattamento dei rifiuti, soprattutto quelli indifferenziati, dovrebbe avere come primo obiettivo il limitare quanto più possibile la produzione dei rifiuti.

E d’altronde la prevenzione, ossia l’adozione di tutti i possibili modi per ridurre la produzione di rifiuti, è sempre il primo passo di qualsiasi gerarchia dei rifiuti; così come il riuso è il secondo indispensabile passo, per evitare che divenga rifiuto qualcosa che invece può ancora essere utilizzato.

 

 

 

Purtroppo a Roma questi sono concetti sconosciuti, lo erano con l’amministrazione M5S e continuano ad esserlo con l’amministrazione Gualtieri.

Eppure sarebbe dovuta partire proprio da qui una strategia per riprendere il controllo dei rifiuti a Roma, da ogni pur piccola misura che possa ridurre la produzione di rifiuti.

Ancora a marzo scorso così scrivevamo:

 

Nel nostro piccolo noi sono anni che proponiamo piccole misure che però avrebbero un impatto sia sulla produzione dei rifiuti che nella loro differenziazione.

Proviamo ad elencarle ancora una volta.

  • Magazzini del riuso“, ossia di una o più strutture, magari gestite dalla stessa AMA, dove chi debba disfarsi di cose ancora utilizzabili possa conferirle e gli altri andarle a prenderle. Questo darebbe modo a molti di trovare cose a loro utili senza pagarle, ma soprattutto eviterebbe che oggetti ancora utilizzabili divengano rifiuti da smaltire solo perché non c’è modo di mettere in comunicazione offerta e domanda. Pur sapendo che ora vi sono molte iniziative in rete per consentire lo scambio gratuito di oggetti, dei magazzini del genere consentirebbero di riutilizzare ogni genere di cose, anche quelle a bassissimo valore.
  • Vietare la distribuzione non richiesta via posta di cataloghi e volantini pubblicitari, materiali cartacei che spesso finiscono per costituire una parte consistente del rifiuto cartaceo delle persone.
  • Introdurre il vuoto a rendere per il vetro.
  • Vietare le confezioni di detergenti monouso per le strutture ricettive.
  • Dare la possibilità di conferire i rifiuti differenziati dietro piccoli pagamenti, come per anni hanno fatto al box 95 del mercato Trionfale (oggi questa cosa avrebbe ancora maggior senso visto l’aumentato valore di tanti materiali).

C’è poi sempre la proposta del Laboratorio Idee Lavoratori AMA di non avere più cassonetti non presidiati in strada per migliorare drasticamente la differenziazione dei rifiuti.

Si tratta di misure che potrebbero essere prese in brevissimo tempo e che avrebbero un impatto immediato non solo sulla produzione dei rifiuti, ma anche per mostrare ai cittadini un’indispensabile discontinuità con il nulla a cui abbiamo assistito negli ultimi cinque anni.”

 

Siamo sicuri che ci sarebbero anche altre misure efficaci per rallentare la produzione di rifiuti a Roma, come ad esempio misure restrittive sugli imballaggi (che il sindaco potrebbe prendere in virtù dei poteri speciali concessigli), ma chiaramente l’attuale amministrazione da questo orecchio non ci sente proprio.

 

Riguardo poi alla proposta del LILA di ridurre il numero di cassonetti in strada e di farli presidiare dai cosiddetti “non idonei“, ossia i circa 1.500 lavoratori AMA che per vari motivi non possono partecipare alla raccolta e che oggi sono praticamente nullafacenti, a noi questa continua a sembrare la migliore soluzione per evitare le discariche cittadine.

Si guardi, ad esempio, l’assurda distribuzione dei cassonetti in un tratto di via S. Croce in Gerusalemme:

 

 

 

Tutti i cassonetti mostrati nelle foto potrebbero essere accorpati in un’unica postazione, con presidio di un addetto che controlla i conferimenti e risponde alle eventuali richieste dei cittadini. Ai cittadini verrebbe richiesto di fare qualche passo in più per conferire i rifiuti e magari di farlo durante il giorno, ma in questo modo avrebbero le proprie strade più decorose, le discariche semplicemente non potrebbero crearsi e la qualità dei rifiuti differenziati subirebbe un’impennata, rendendoli maggiormente appetibili sul mercato delle materie prime seconde (così da farsi pagare i propri rifiuti, anziché pagare per smaltirli).

 

Eppure invece di tutto ciò l’amministrazione Gualtieri cosa fa? Una bella infornata di 655 nuovi operatori AMA, per la gioia dei sindacati, una parte dei quali quanto prima andrà ad infoltire l’esercito dei “non idonei” presente in AMA.

Non è con queste toppe che si esce dall’emergenza e se dovesse continuare questa drammatica mancanza di idee e di iniziative il sindaco farebbe bene a trovare in fretta qualcuno più “attrezzato” dell’attuale assessore. Magari dando un’occhiata in Municipio VII

 

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Una risposta

  1. Come se non bastassero i rifiuti, ci sono anche le erbacce. Stamattina, nel mio quartiere, le hanno finalmente tagliate: tagliate. Punto. È venuto fuori di tutto, bottiglie, cartacce, etc. ed è rimasto tutto lì, per terra. L’aver assegnato ai municipi questo compito ha solo peggiorato la situazione.

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