Sulle cause delle dimissioni di Ignazio Marino si parlerà a lungo. Delle sue responsabilità in prima persona, delle cose buone avviate, di quelle mai fatte. Ma i motivi della crisi di questa amministrazione si devono trovare anche nell’operato di alcuni assessori. A noi sembra che tra i peggiori, si sia certamente distinta l’omonima del Sindaco, Estella Marino.
Ha ricoperto il ruolo di responsabile dell’ambiente fin dalla prima Giunta del Sindaco Ignazio Marino. Durante i vari rimpasti che il governo cittadino ha subito, la posizione dell’assessore Marino non è mai stata in discussione, né per uscire dalla Giunta né per cambiare incarico. La sua è stata dunque una posizione estremamente solida che nessun altro componente in giunta ha potuto vantare, neanche l’ottima assessore Leonori che anche solo per qualche momento è stata in predicato di essere avvicendata (o almeno questo alcuni boatos hanno riportato).
Tanta solidità nell’incarico farebbe pensare ad un ruolino di marcia di tutto rispetto da parte dell’assessore Marino, con numerosi successi inanellati nei poco più di due anni dall’insediamento. Peccato però che le cose non stiano proprio così; diremmo anzi che sono esattamente al contrario, con una serie ormai cospicua di insuccessi e fallimenti che l’assessore ha messo in fila, con la città che negli ambiti di sua competenza si è ormai abituata a situazioni di enorme degrado e difficoltà.
Proviamo a farne una panoramica, iniziando dalla situazione rifiuti. Immagini come quella che segue sono ormai la norma in praticamente tutte le zone di Roma e non è alle vista alcuna soluzione all’evidente incapacità dell’AMA di svolgere i compiti minimi assegnatigli. Su questo nulla si è sentito o visto da parte dell’assessore Marino.
Volendo passare alla raccolta rifiuti porta-a-porta, il disastro è di portata simile. In centro storico vi sono rioni in cui si è modificato il sistema di raccolta ed a causa dell’AMA che non riesce a rispettare i ritiri concordati, in molti portoni si accumulano i rifiuti per giorni, mentre sempre più cittadini stanno ripassando al conferimento in strada (teoricamente vietato ma tanto nessuno fa multe).
Quello che segue è uno dei tanti avvisi che gli amministratori sono costretti a mettere nei portoni per cercare di contenere i disagi.
Anche nel resto della città dove è stato introdotto il porta-a-porta, il sistema funziona a singhiozzo, con i cittadini che ogni volta devono trovare una soluzione creativa all’AMA che “buca” le raccolte.
In altri rioni del centro, tra cui Monti, era stata annunciata la partenza della raccolta porta-a-porta per il 1 agosto, distribuiti i nuovi contenitori e poi non si è saputo più niente. Anche su questo nulla si è sentito o visto da parte dell’assessore Marino.
Sempre in tema di rifiuti, la pratica del rovistaggio dei cassonetti è ormai diffusa in tutta la città e svolta a cielo aperto. Da più parti si è chiesto di vietare tale pratica, sia per motivi igienici sia perché i rovistatori usano buttare in terra tutto ciò che non interessa, ma dall’assessora il nulla più tutale.
Passando alla situazione del verde cittadino, da una parte vi sono tutte le aiuole o i punti verdi della città completamente abbandonati da mesi, dall’altra la vegetazione spontanea ha ormai invaso praticamente tutti i marciapiedi di Roma, con situazioni assurde, come quella mostrata dalla foto, rilevabili in tutti i quadranti.
E’ vero che sul tema della manutenzione del verde si è dovuto fronteggiare l’annullamento di tutti i bandi per motivi di infiltrazioni criminali, ma non è possibile che a distanza di mesi la situazione sia ancora del tutto fuori controllo senza uno straccio di idea su come affrontarla. La Marino aveva promesso nuovi bandi di gara massimo entro settembre eppure il nulla.
Volendo poi considerare la marea crescente di scritte su praticamente tutti i muri della città, monumenti inclusi, l’assessore non ha mai nascosto la sua indifferenza per questo problema, tanto da aver depotenziato notevolmente l’attività dei PICS che invece era stata tanto apprezzata fin dalla passata amministrazione.
Insomma a noi pare che l’azione dell’assessore sia stata a dir poco inefficace per non dire inesistente, ma nonostante ciò mai si è levato neanche il sospetto che ella potesse essere sostituita.
Adesso che la giunta è caduta non ci si può limitare ad un “scordiamoci il passato”, ma occorre analizzare a fondo i motivi di fallimento e anche le cose valide impostate in questi due anni. Ma purtroppo sul fronte dell’assessorato all’ambiente non possiamo che registrare fallimenti.