“Tridente completamente pedonale”. Così si apre l’articolo del Il Corriere della Sera che dà conto della proposta di tre nuovi parcheggi interrati nell’area del cosiddetto Tridente, ossia quella che va da piazza del Popolo a piazza di Spagna ed è caratterizzata dalle tre direttrici via Ripetta, via del Corso e via del Babuino.
La proposta viene dal “Laboratorio permanente per Roma”, guidato da Paolo Buzzetti, e prevede due parcheggi contigui sul tratto di lungotevere in Augusta, tra ponte Cavour e ponte Margherita (con interramento del tratto di lungotevere e ricongiungimento dell’Ara Pacis col Tevere), ed un terzo in via Zucchelli, verso via Sistina. In totale si tratterebbe di circa 900 posti auto i quali, a detta dei proponenti, dovrebbero consentire di rendere interamente pedonale tutta l’area del Tridente.
Stando all’articolo, i progetti sarebbero stati presentati al sindaco Gualtieri, il quale si sarebbe detto molto interessato invitando i proponenti a parlarne col dipartimento Mobilità (l’informazione viene dagli stessi proponenti e quindi è lecito dubitarne).
A prima vista sembrerebbe una proposta molto sensata, assolutamente da adottare per liberare finalmente dalle auto quella che probabilmente è l’area a maggiore presenza pedonale di tutto il centro storico.
Peccato che un tale giudizio lo potrebbe dare solo chi non conosce il Tridente e le varie vicende che lo hanno interessato dal punto di vista della mobilità.
Anzitutto va chiarito che il Tridente è già in grandissima parte un’area pedonale. Lo è tutta via del Corso nel tratto che lo attraversa e lo sono la stragrande maggioranza delle altre strade. Sono rimaste transitabili ai veicoli via Ripetta e via del Babuino, passeggiata di Ripetta, via Belsiana, via Mario de’ Fiori, via dei Condotti (sì, incredibilmente e contrariamente a quello che pensano tutti, via dei Condotti è per la gran parte una strada di transito) e pochissime altre strade che collegano quelle elencate.
Teoricamente si potrebbero rendere pedonali tutte le strade dell’area, ma considerato che vi saranno sempre dei veicoli che dovranno poter transitare (veicoli del TPL, mezzi di soccorso e delle forze dell’ordine, veicoli a servizio di disabili, taxi/NCC, merci urgenti, ecc.), ha molto più senso lasciare alcune strade transitabili, riducendo al massimo la carreggiata e massimizzando lo spazio per i pedoni, così da garantire la necessaria separazione tra le diverse componenti del traffico.
Così come l’idea di rendere il centro storico di Roma interamente pedonale è semplicistica e irrealizzabile (per il fatto, come detto, che vi saranno sempre dei veicoli che dovranno poter transitare ed è meglio farglielo fare su carreggiata deguata), lo stesso vale per porzioni ampie dello stesso centro. Si può pedonalizzare una piazza, una o più strade, ma pensare di farlo su un intero quadrante comporta la creazione di commistioni di traffico che penalizzano tutte le componenti (pedoni costretti a fare la gimkana tra i veicoli e viceversa) e generano situazioni di indubbio pericolo.
La soluzione non può quindi che essere ridurre al minimo le strade transitabili dai veicoli e diminuire drasticamente il numero di veicoli in transito. Ebbene entrambe le cose sono già state fatte nel Tridente, nel 2014, con la creazione della prima Isola Ambientale a Roma (e finora rimasta l’unica, nonostante il Piano Generale del Traffico Urbano ne preveda in tutti i quadranti del centro storico).
Dal 2014 in teoria nel Tridente, con la creazione della ZTL A1, dalle 6:30 alle 19:00 potrebbero accedere e transitare solo i veicoli (inclusi i ciclomotori) dei residenti e a loro sarebbero riservate tutte le aree di sosta regolare presenti. Usiamo il condizionale perché nella realtà le regole dell’Isola Ambientale non sono mai state fatte rispettare e quindi accede chiunque (i varchi ZTL si superano entrando contromano in diverse strade) e la sosta è appannaggio del primo che arriva, il tutto grazie ai controlli zero (ZERO!) assicurati in primis dalla Polizia Locale Roma Capitale.
Il giorno che i vigili si svegliassero e cominciassero a fare rispettare le normative vigenti, il numero di veicoli in transito e sosta nel Tridente calerebbe ulteriormente, garantendo spazi e transiti in sicurezza all’utenza pedonale.
Riguardo invece le proposte dei parcheggi interrati, a chi scrive viene da sorridere, seppur con un misto di sconforto, al ricordo delle battaglie che nel 2011 e 2012 si fecero contro l’amministrazione Alemanno che voleva realizzare un progetto simile su lungotevere in Augusta. Anche al tempo si parlava di interramento del lungotevere e realizzazione di un parcheggio sotto passeggiata di Ripetta, ma le pressioni di associazioni (Italia Nostra in primis) e cittadini, oltre che oggettivi problemi tecnici suggerirono all’amministrazione di abbandonare il progetto.
Se infatti l’idea di ricongiungere l’Ara Pacis col Tevere ha una sua suggestione, benché non possono non considerarsi le tante incognite a cui si va incontro quando si interviene in quel tipo di sottosuolo (nella realizzazione del sottopasso di Castel Sant’Angelo si dovette fare i conti, non si sa bene come, con il ritrovamento della presunta villa di Agrippina, mentre il progetto di parcheggio interrato di lungotevere Arnaldo da Brescia è fermo da 15 anni per problemi ai sottoservizi), l’utilità di realizzare parcheggi interrati è tutta da dimostrare.
Anzitutto i parcheggi sono attrattori di traffico, per cui invece che consentire di mettere sotto terra i veicoli parcheggiati in superficie non farebbe altro che attirarne di ulteriori. Basti vedere l’esito di interventi come il parcheggio di piazza Cavour, pur da prendere ad esempio come realizzazione e tenuta, o quello di via Giulia, da considerare invece come pessimo esempio di intervento che dopo anni ancora non è concluso: in entrambi i casi la realizzazione di centinaia di posti interrati non ha inciso minimamente sulla sosta di superficie, che continua a prosperare indisturbata in ogni spazio possibile, consentito o meno.
Inoltre nell’area del Tridente è presente quello che probabilmente è ancora il più grande parcheggio interrato d’Europa, ossia quello sotto il Galoppatoio di villa Borghese con i suoi quasi duemila posti auto. Tale parcheggio è sistematicamente sottoutilizzato e basterebbe collegarlo meglio, con navette o con nuovi collegamenti pedonali, per renderlo l’opzione migliore per raggiungere il Tridente col proprio veicolo.
Ricordiamo che questo parcheggio è di proprietà del Comune di Roma ed il concessionario paga un canone di soli 900 euro al mese (è scritto bene: novecento euro al mese di affitto per quasi 2.000 posti auto), laddove la sola palestra, parte della proprietà, allo stesso concessionario paga diverse decine di migliaia di euro al mese. Ma questa è un’altra storia di cui abbiamo già parlato più volte e che a breve riprenderemo.
Non sarebbero quindi i circa 800 nuovi posti auto dei parcheggi proposti a cambiare la situazione della sosta nel Tridente, vista la potenziale enorme richiesta e la grande offerta già oggi rappresentata dal parcheggio del Galoppatoio.
Quello che invece andrebbe fatto è applicare la disciplina prevista dall’Isola Ambientale/ZTL A1, riducendo drasticamente gli accessi all’area da parte dei veicoli non autorizzati e riservando la sosta regolare presente ai soli residenti dell’area; ciò non garantirà ai residenti di poter sempre parcheggiare il proprio veicolo, ma quantomeno riserverà la sosta regolare a chi non ha alternative.
Vanno introdotti controlli sistematici (lo street control aiuterebbe enormemente in questo) sia sull’utilizzo delle aree di sosta da parte dei soli autorizzati, sia sui transiti e la sosta non autorizzati all’interno del Tridente.
Purtroppo il maggior motivo per cui tali controlli non vengono fatti è che il commercio della zona non li vuole, perché la gran parte degli esercenti pensano che non si può essere troppo ligi pena la perdita di chissà quanti clienti. La realtà è invece che ormai solo pochi furbi, che sanno come (non)funzionano le regole nell’area, vi accedono e sostano pur non autorizzati, ma bastano ad occupare spazi che invece sarebbero riservati alla mobilità pedonale.
Il nostro modesto invito al sindaco Gualtieri, e all’assessore Patanè, è di lasciar perdere i progetti di nuovi parcheggi interrati, buoni per i legittimi guadagni dei costruttori ma inutili, quando non deleteri, per risolvere i problemi della mobilità. Nel contempo però vanno iniziati dei controlli sistematici sul rispetto della disciplina della ZTL A1 (Isola Ambientale del Tridente), anche perché se l’unica Isola Ambientale esistente è dimenticata dall’amministrazione, l’eventuale realizzazione di nuove Isole non potrà portare i risultati attesi.
Una risposta
Perfettamente d’ accordo: rispetto rigoroso della disciplina della Ztl A1. Chi vive in quest’ area sa bene quali sono le dinamiche quotidiane di chi occupa ” abusivamente” quei pochissimi spazi riservati ai residenti:
– migliaia di moto incontrollate
– centinaia di auto col pass- disabili, ma chi controlla se il disabile e’ a bordo? Io vedo perlopiu’ persone apparentemente sane.
– auto prive di permesso , ma prive anche di multa(?). Si e’ possibile….
Vengono attenzionate solo alcune strade ed anche in malo modo, nel senso che se il divieto di sosta vige per tutta la strada, le multe vengono elevate solo in un tratto.
Perche’ i residenti – che non sono tutti Vip – dovrebbero pagare anche il parcheggio sotterraneo quando gia’ pagano la Ztl più,’ cara d’,Europa? Ai residenti che viene impedito di parcheggiare nei pressi dell’ abitazione i parcheggi dovrebbero essere gratuiti.
Ho parcheggiato anni fa al Parcheggio di Villa Borghese, ma impiegavo piu’ di un quarto d’ ora per tornare a casa con le scale mobili sempre fuori uso.
Se si vuole – e ne dubito – che anche famiglie Normali – e per normali intendo eventualmente anche con qualche figlio piccolo – possano continuare a vivere in centro storico bisogna disegnare un habitat che lo consenta. Altrimenti diciamolo apertamente che la devono aver vinta Societa’ immobiliari e Commercianti ed il centro popolati solo da turisti