Giubileo: continuano le nomine ma quando si inizia a lavorare?

Dopo gli incarichi nella società del Ministero della Finanze, adesso è la volta del Comune. A fianco di Gualtieri l'ex assessore Pucci e il dirigente Botta

Rischiamo di essere ripetitivi e ce ne scusiamo con i lettori ma sono mesi che si annunciano nomine, si creano carrozzoni, si costituiscono “task force” in vista del Giubileo 2025 ma nessuno ancora lavora. Nessuno, pancia a terra, sta studiando i dossier per le gare che vanno bandite domani e non alle calende greche.

La porta santa si aprirà l’8 dicembre 2024, significa esattamente due anni e tre mesi. Entro questa scadenza, in pura teoria, si dovrebbe spendere più di un miliardo di euro per opere molto attese dalla città. E’ chiaro a chiunque che i tempi non ci sono e che la scadenza religiosa è solo una formalità. I pellegrini che arriveranno a Roma non troveranno pronto quasi nulla di tutto ciò che è previsto tra cui:

  1. il sottopasso tra piazza Risorgimento e il Vaticano
  2. la nuova stazione nell’aeroporto di Fiumicino con il potenziamento della linea ferroviaria per Termini
  3. la nuova stazione Tor di Quinto e il collegamento con la stazione Val d’Ala
  4. la pedonalizzazione di via della Conciliazione
  5. la riqualificazione delle stazioni Ostiense, Trastevere e soprattutto San Pietro
  6. l’acquisto di bus elettrici e di treni ecologici

I tempi erano già stretti a prescindere ma adesso si sfiora il ridicolo con continue nomine di persone che dovrebbero velocizzare le operazioni e invece è già passato un anno e nessuno tra gli incaricati ha preso ancora servizio.

Gli ultimi prescelti sono coloro che affiancheranno il sindaco Gualtieri che ha il ruolo di commissario straordinario per il Giubileo. Si tratta di Maurizio Pucci, già direttore generale dell’Ama e assessore durante l’amministrazione Marino. E di Roberto Botta, vice direttore generale che si è occupato tra l’altro dell’Ufficio Decoro del Campidoglio.

Entrambe figure di alto livello, dovranno coordinare un team di circa dieci funzionari (che devono ancora essere scelti!?!) e tenere i rapporti con l’altra società di cui vi abbiamo parlato più volte, la Giubileo 2025, totalmente posseduta dal Ministero del Tesoro. Questa fungerà da stazione appaltante quindi senza il suo operato non partirà nessun cantiere. E la nomina dei suoi dirigenti sapete quando è stata fatta? A luglio! Ancora deve essere aperta la sede, vanno scelti i dipendenti, va avviato il lavoro.

Insomma la società del Ministero non ha mosso ancora foglia mentre all’interno del Comune di Roma, solo adesso si sta scegliendo la squadra.

Nel solo anno 2022, secondo la manovra finanziaria, andavano spesi 285 milioni. Nel 2023, si devono investire 290 milioni e poi a crescere fino al 2026. Ma è evidente che nell’anno in corso non si spenderà neanche un euro di quanto previsto e le opere le vedremo terminate tra dieci anni se va bene. Altro che agevolare i pellegrini per il Giubileo.

Così va la politica oggi in Italia. Nel resto d’Europa un ritardo del genere darebbe scandalo perché se c’è una scadenza ci si muove per tempo e soprattutto non si impiega un anno solo per fare le nomine. A Roma nessuno storce la bocca e i media si limitano a riportare i nuovi nomi senza aggiungere mai una riflessione. Che tristezza.


 

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4 risposte

  1. Pensavo che con Gualtieri qualcosa sarebbe cambiato ma l’unica cosa che è cambiata è l’attenzione dell’informazione sulle vicende romane: silenzio assoluto.
    Seguo Diarioromano proprio perché siete gli unici che si interessano veramente a Roma. I vostri approfondimenti dovrebero essere pubblicati sui quotidiani nazionali.

    1. Maria, lei e chi come lei ci segue con attenzione, siete il motivo per il quale ancora non abbiamo mollato la presa. Fare diarioromano è faticoso ma per ora non ci arrendiamo. Grazie

  2. Mancano due anni abbondanti e se in uno si è ricostruito il mega ponte di Genova non vedo perché noi non potremmo fare altrettanto con le opere per il Giubileo. Dire che nulla di tutto ciò sarà pronto è pura propaganda emozionale le scadenze sono strette è vero ma il 2023 sarà l’anno in cui vedremo le mura Aureliane impacchettate, via Nazionale e via Tiburtina rivoltate dai lavori per i binari, le piazze fronte stazioni/ Basiliche in subbuglio, La metro C al Colosseo che diventerà nodo di scambio, maquillage di parchi e lungotevere vari. Mi auguro che si sblocchi la vicenda Tevere navigabile, ponte dei Congressi, tmb Guidonia in attesa dell’ inceneritore e i sampietrini ritornare in tutte le vie rese pedonali di Roma. La curiosità resta per questa galleria che farà sparire le auto tra Conciliazione e S.Angelo chissà se riusciranno a completarla in tempo ma evidentemente se l’hanno inclusa vuol dire che si può fare entro due anni (altrimenti non avrebbe senso screditarsi da soli) e poi aggiungiamoci che sarà Draghi a metterci il sigillo e più garanzia di lui non ce n’è. Siete l’unico blog di denuncia che mi piace consultare e che soprattutto non ha scelto di chiamarsi con nomi offensivi per la nostra metropoli con parole tipo “schifo” o “favele” che nulla hanno a che fare con Roma. Auguri

    1. Grazie Simone per il suo commento. Spero lei abbia ragione e che io venga smentito nei fatti. Lei scrive che se hanno incluso alcune opere (tra cui la galleria) vuol dire che si può fare entro due anni, altrimenti si screditeranno da soli. Ebbene il passato dimostra che la politica promette opere in tempi che mai riesce a rispettare.
      Comunque la mia critica è relativa alla lentezza con la quale stanno procedendo, con mesi trascorsi solo per nominare i dirigenti dei carrozzoni, mentre buon senso avrebbe voluto un inizio rapido dei lavori.
      Facciamo così: se almeno la metà delle opere promesse sarà pronta per il Giubileo, le offrirò una cena in un ottimo ristorante romano. Così avremo occasione per conoscerci. 🙂 Se invece dovessi aver ragione io, nessun pegno da parte sua!

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