Ci abbiamo riflettuto un po’ prima di decidere di dare questa notizia che dire incredibile è poco. Sappiamo bene infatti che rendere noto il fatto che tutte le fototrappole, installate negli anni per individuare chi sversa rifiuti, sono ormai disattivate, inviterà più d’uno a riprendere o addirittura intensificare il malcostume.
Ma la cosa è talmente grossa e difficile da mandar giù che preferiamo prenderci questa responsabilità piuttosto che passare sopra a qualcosa che consideriamo inaccettabile.
Il bando per la gestione delle fototrappole a contrasto dell’abbandono dei rifiuti è scaduto a fine luglio e nessuno si è premurato di estenderlo, portando alla disattivazione di tutte le telecamere.
Dell’utilità di questi dispositivi ci siamo occupati più volte, quando abbiamo parlato per la prima volta del NAD, il Nucleo Ambiente e Decoro della Polizia di Roma Capitale, quando abbiamo illustrato l’efficacia di quello strumento, con 6.361 sanzioni elevate nel solo 2020 dai 28 agenti del NAD per errato conferimento o abbandono dei rifiuti in strada (contro le 39 sanzioni elevate dagli altri 6.400 vigili), oppure più recentemente quando, parlando del nucleo di contrasto all’abbandono dei rifiuti, abbiamo riportato uno dei suoi compiti che prevede espressamente proprio l’utilizzo delle fototrappole:
- Gestione attività connessa al contrasto dei fenomeni di degrado urbano e all’abbandono dei rifiuti anche mediante il ricorso all’ausilio di videocamere e fototrappole e conseguente applicazione delle eventuali sanzioni amministrative e/o denunce illeciti penali.
La gestione dei rifiuti a Roma è un problema tutt’altro che risolto, nonostante siamo a quasi un anno dall’insediamento della nuova amministrazione capitolina, ma se c’era una cosa che aveva dimostrato di funzionare erano proprio le telecamere installate in molti punti critici del territorio romano per individuare chi abbandona i rifiuti sulla strada.
Tra l’altro a marzo di quest’anno si era parlato non solo di rinnovare il noleggio delle telecamere, ma anche di estenderne l’utilizzo, aggiungendone altre 40 alle circa 50 già installate. E la cosa aveva molto senso perché il costo di questi impianti era stato abbondantemente ripagato dalle tantissime sanzioni elevate.
Com’è stato allora possibile arrivare alla disattivazione dello strumento che più di tutti aveva dimostrato di essere efficace?
Delle due l’una: o ci si è dimenticati di prorogare il bando, la qual cosa sarebbe gravissima e richiederebbe l’individuazione di uno o più responsabili, oppure il bando è stato fatto scadere consapevolmente, decidendo quindi di fare a meno del controllo del territorio e così lasciando mano libera agli sversamenti indiscriminati.
Non sappiamo come siano andate le cose, né chi sia responsabile della mancanza o della decisione di non prorogare, ma per una cosa di tale gravità non possiamo che interrogare direttamente il sindaco Gualtieri chiedendo a lui spiegazioni.
Considerata l’efficacia delle azioni a contrasto dell’abbandono dei rifiuti ci si sarebbe aspettati un’estensione della copertura delle fototrappole, così come un potenziamento del nucleo che usa quei dispositivi per individuare e sanzionare i responsabili.
Assistiamo invece alla cancellazione delle fototrappole senza che sia stato annunciato qualcosa che possa sostituirle. Consideriamo ciò inaccettabile e un colossale passo indietro nel percorso che dovrebbe portare ad una Roma finalmente libera dai rifiuti in strada.
L’attività di contrasto all’abbandono dei rifiuti tramite le fototrappole era una di quelle poche cose generalmente molto apprezzate dai cittadini, uno dei pochi segnali che anche a Roma, a volte, se sbagli paghi.
Per questo chiediamo con forza al sindaco Gualtieri di fornire spiegazioni, perché troppi cittadini questa cosa non la farebbero passare in cavalleria tanto facilmente, come diverse chat già stanno documentando.