Nuova proroga della normativa emergenziale in materia di OSP, inserita dal governo Meloni nella legge di bilancio approvata a fine 2022.
La possibilità di superare alcuni dei limiti previsti dalle normative per l’utilizzo del suolo pubblico è stata questa volta prorogata al 30 giugno 2023 ed è facile prevedere che all’approcciarsi di quella data si alzeranno alte le grida degli esercenti per ottenere un nuovo rimando che, scommettiamo fin d’ora, arriverà fino a fine 2023.
Come però abbiamo cercato di spiegare a ottobre scorso, quando fu decisa la proroga della normativa emergenziale fino al 31 dicembre 2022, il problema centrale delle OSP a Roma non è tanto quello che la normativa emergenziale consentirebbe, bensì il fatto che le modalità applicative scelte dall’allora amministrazione Raggi hanno generato centinaia, probabilmente migliaia, di situazioni illecite che continuano ad essere difficilmente reprimibili.
Il combinato disposto di un numero enorme di OSP illecite (i pochi controlli che vengono effettuati trovano sempre percentuali di abusivismo tra il 70 e il 100%!?!), di uffici commercio sommersi di pratiche (in Municipio I, il più impattato, la carenza di personale è drammatica) e di una Polizia Locale che brilla per inefficacia ed inefficienza, ha generato una miriade di situazioni in cui il suolo pubblico è stato requisito senza averne titolo, spesso creando problemi di sicurezza per la mobilità pedonale.
Le immagini che seguono mostrano una serie di locali nei pressi di via della Scrofa (non lontano dalla sede dell’attuale partito di maggioranza relativa in Parlamento) che hanno requisito in toto, o fortemente ridotto, lo spazio riservato al transito dei pedoni costringendo questi ultimi a transitare in promisquità con gli autoveicoli, con tutti i rischi e i fastidi del caso.
Questi sono solo alcuni esempi di patenti abusi di occupazioni di suolo pubblico presi in un quadrante molto piccolo del centro storico; si provi ad immaginare l’entità del problema su tutto il resto dell’area centrale.
Un’amministrazione capitolina che avesse a cuore la sicurezza dei cittadini e il rispetto delle regole di una civile convivenza non tollererebbe neanche per un giorno situazioni del genere, dove la prepotenza degli esercenti costringe le componenti deboli della strada a transitare in commistione con i veicoli.
Un’amministrazione che avesse a cuore uno sviluppo armonico del commercio cittadino darebbe segnali chiari a certi esercenti affinché capiscano che se le condizioni non lo permettono non c’è alcun diritto divino a mettere arredi esterni.
Invece a Roma ci ritroviamo con l’ennesima amministrazione capitolina che da una parte sbandiera iniziative straordinarie per reprimere gli abusi, con risultati praticamente nulli, dall’altra strizza l’occhio agli esercenti lasciandogli fare i propri interessi anche a discapito di tutti gli altri cittadini.