Da un cospicuo gruppo di comitati, associazioni e singoli cittadini dei rioni Esquilino e Castro Pretorio riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera indirizzata al direttore del Museo Nazionale Romano, Prof. Stéphane Verger.
Alla Att.ne Direttore Museo Nazionale Romano Prof. Stéphane Verger
p.c. Valeria Morabito Direzione Amministrativa Museo Nazionale Romano
p.c. Ministro della Cultura Prof. Gennaro Sangiuliano
Capo Segreteria Dott. Emanuele Merlino
p.c. Sottosegretario per la Cultura Prof. Vittorio Sgarbi
p.c. Direttore Generale Musei Prof. Massimo OsannaEgregio Direttore,
Le inviamo questa nota a nome dei residenti e comitati cittadini dei Rioni Esquilino e Castro Pretorio.
Dopo aver appreso, tramite una semplice comunicazione social, della decisione di spostare il Discobolo Lancellotti da Palazzo Massimo a Palazzo Altemps, veniamo ora a sapere da un comunicato stampa rimbalzato tra Natale e Capodanno, che questo spostamento non sarà isolato e che, in realtà, molte opere esposte nei Musei di Palazzo Massimo e delle Terme di Diocleziano saranno trasferite a Palazzo Altemps. La ragione, espressa nel comunicato stampa, ci sgomenta e ci rammarica: Palazzo Altemps si trova “sul percorso turistico più importante del centro storico”, come Lei ha dichiarato, ed è quindi “il luogo ideale per presentare, oltre alla collezione Boncompagni Ludovisi, i più grandi capolavori della scultura antica”. Apprendiamo così che anche le celebri sculture in bronzo del Pugilatore e del Principe lasceranno l’Esquilino e Castro Pretorio poiché, è evidente, i due Rioni non possono certo ambire a essere “sul percorso turistico più importante del centro storico”, benché in essi si trovino la stazione più grande d’Italia e l’unico snodo delle linee della metropolitana di Roma (a due passi proprio da Palazzo Massimo e dalle Terme di Diocleziano). E non solo: molte altre opere “le copie romane di opere di Mirone, Policleto e Fidia” saranno anche esse trasferite da Palazzo Massimo e dalle Terme di Diocleziano per lasciare posto a non meglio identificate “tante opere oggi conservate nei magazzini” a Palazzo Massimo e a un ancor più vago allestimento che presenterà delle fantomatiche “città dei vivi” e “città dei morti” alle Terme di Diocleziano, senza che sia specificato, ad esempio, cosa ne sarà del grande museo delle iscrizioni.
Noi residenti di Esquilino e Castro Pretorio vogliamo evidenziare il grande pregiudizio che verrà arrecato ai nostri rioni con questa politica museale che ci appare incomprensibile.
La scultura del Discobolo Lancellotti, ad esempio, ha una sorta di “paternità esquilina”, essendo stata scoperta nel 1781 nei pressi di Villa Palombara all’Esquilino, ed è da sempre un vanto dei nostri Rioni, essendo esposta, “naturalmente”, nella sede di Palazzo Massimo. Un museo che in oltre 20 anni ha portato prestigio (anche in termini economici) a un’area di Roma che troppo spesso viene associata esclusivamente al degrado che, purtroppo, ne è una componente. Questo spostamento dei capolavori altrove, in un’area definita “percorso turistico più importante del centro storico”, è una dichiarazione evidente della considerazione, che un’istituzione che gravita su questo territorio, ha del territorio stesso. Del resto la cosa non ci sorprende se esaminiamo le condizioni di abbandono in cui versano, ad esempio, le Terme di Diocleziano: sui muri antichi crescono ormai voluminose piante di capperi, nel chiostro di Michelangelo l’erba cresce anche tra la ghiaia, nella sala conferenze piove talmente che, in occasione della presentazione di un libro, il pavimento era fradicio. Macchie sui muri, luci mancanti, monitor spenti. E i capolavori vanno altrove, con un dispendio economico che, crediamo, non sarà irrilevante. E’ davvero possibile che non ci sia un modo più sensato di spendere i soldi pubblici ? Era davvero necessario questo ripensamento generale delle sedi ? E, soprattutto, è davvero possibile che ancora oggi uno spostamento di opere si faccia senza la minima considerazione per le esigenze della cittadinanza, senza quella “partecipazione delle comunità” continuamente invocata da organismi come l’ICOM? Una comunità che non solo non ha diritto a una previa consultazione, ma neanche a una previa comunicazione; che viene messa di fronte al fatto compiuto senza ricevere alcuna reale spiegazione sui benefici che riceverà da questi cambiamenti; una cittadinanza che, in risposta alle sue proteste, legge da una pagina di giornale che l’obiettivo è “far conoscere l’Esquilino” perché “ ad esempio, la statua del Torello Brancaccio scoperta all’Esquilino, ora esposta a Palazzo Altemps, potrebbe tornare proprio all’Esquilino”.In quanto comunità, noi residenti di Esquilino e Castro Pretorio rivendichiamo il diritto a quella partecipazione che ci è stata negata e chiediamo con forza che il Discobolo non venga sottratto da Palazzo Massimo, luogo ideale dove deve continuare a essere esposto, così come di poter rivedere insieme a Lei questa politica di spostamenti degli altri capolavori del Museo Nazionale Romano.
Una riorganizzazione museale non può prevedere dispendiosi trasferimenti di opere che danno lustro e prestigio a un’area come questa: abbiamo estremo bisogno di un rilancio, non di un depauperamento, e crediamo davvero che un istituto come il Museo Nazionale Romano debba fare rete con i suoi cittadini, non voltare loro le spalle privandoli delle “proprie” opere.
Per i motivi sopra esposti intendiamo effettuare tutti i passi necessari affinché la nostra voce sia ascoltata e chiediamo quindi un incontro urgente con Lei e con tutti gli interlocutori che potranno aiutarci a dare forza alla nostra voce.
In attesa di Suo cortese cenno di riscontro, inviamo distinti saluti
In rappresentanza dei Comitati e cittadini residenti dei Rioni Esquilino e Castro Pretorio :
Parco delle Finanze Castro Pretorio
Rifondiamo Castro Pretorio
Comitato Esquilino
Sei dell’Esquilino
Rione XV Esquilino
Comitato Rinascita Esquilino
Comitato Albergatori Romani
Laura Franchitti
Paola Morano
Alexia Sasson
Niccolò Cordero
Francesco Michienzi
Fabrizio Renzi
Giuseppe Sbardella
6 risposte
Le ragioni della riorganizzazione e degli spostamenti sono ben più profonde e articolate e mirano a sistematizzare e migliorare l’offerta culturale, anche a Palazzo Massimo e alle Terme di Diocleziano. Si può criticare lo spostamento del Discobolo ma non perché la ragione sarebbe semplicemente la sua collocazione su una rotta turistica primaria, perché non è vero. Confronto si, ma nel merito e tenendo conto che buona parte della riorganizzazione mira proprio a rilanciare questi due siti. Grazie
Sono così profonde che non le comprende nessuno, tranne chi gestisce il patrimonio culturale a proprio uso e consumo, accontentando il politico o il burocrate di turno con patetici fini carrieristici. Il confronto è necessario per sconfessare questi manager piovuti dall’alto (dall’alto di cosa…), che denotano una totale mancanza di cultura del territorio.
Splendido Palazzo Massimo, splendidi i Musei Capitolini, splendide le Terme di Diocleziano e Palazzo Palatino e la Cripta Balbi e non finirei piu. E che dire dell’immenso museo all’aperto che e’ Roma tutta.
Ma ho sempre pensato che Roma merita molto di piu’. Roma merita il suo Louvre. Anche perche Roma il suo Louvre, il suo Prado, il suo National Gallery, il suo Hermitage lo avrebbe.
Il QUIRINALE.
Il Quirinale che ci costa centinaia di milioni di manutenzione per ospitare, quando lo ospita, un signore, spesso vedovo (con il massimo rispetto per il Presidente Mattarella – tra i migliori che l’Italia abbia mai avuto – ) e una o due volte l’anno una visita di stato.
Signor Presidente Mattarella sia lei il primo a farsi fautore dell’iniziativa capace di dare a Roma un museo all’altezza delle grandi capitali del mondo. Una meraviglia che solo Roma avrebbe. Grazie
Buonasera, aggiungerei una ragione che mi pare valida contro lo spostamento del Discobolo: se non vado errato (manco da Roma da molti anni) in palazzo Massimo è custodito anche il Discobolo di Castelporziano. Se è così, palazzo Massimo sarebbe l’unico museo al mondo a conservare 2 diverse versioni di una statua fra le più celebri al mondo.
Ora, credo che non ci sia occasione più utile di questa circostanza, dal punto di vista didattico, per meglio mostrare e spiegare la natura e gli scopi delle copie romane di originali greci.
Mario B.
D’accordo con voi!