C’è stanchezza tra gli elettori laziali chiamati a votare cinque volte in poco più di un anno. Primo e secondo turno a ottobre del 2021 per il Campidoglio. Per molti comuni della Regione, primo e secondo turno a giugno del 2022, sempre a giugno referendum e poi le politiche nazionali a settembre. Ora è la volta delle Regionali i prossimi 12 e 13 febbraio. Il rischio che questa continua chiamata alle urne provochi disaffezione è piuttosto elevato, anche considerando che la Regione non è sentita come un’istituzione vicina alla gente.
Molti non sanno neanche tra pochi giorni si dovrà scegliere il nuovo presidente ed eleggere i 50 consiglieri regionali e l’astensione potrebbe rivelarsi più alta del previsto. Eppure ci sono settori cruciali che dipendono dalle politiche regionali e incidono sulla vita di tutti i giorni. Basti pensare ai trasporti extraurbani utilizzati da centinaia di migliaia di pendolari; la disastrata Roma-Lido considerata la ferrovia peggiore d’Italia; la sanità che fa capo interamente alle scelte della Pisana e la gestione dei rifiuti, con competenze determinanti. Insomma una buona amministrazione della Regione può davvero cambiare (in meglio o in peggio) la vita di molti di noi.
Ecco perché occorre riflettere sul voto, leggere i programmi di ciascuno, informarsi e andare alle urne in modo consapevole. Oltre alla continua chiamata alle urne, questa tornata rischia di essere snobbata dagli abitanti del Lazio per via dell’incolore governo di Zingaretti. Su queste pagine siamo stati molto critici per la sua politica dei continui annunci di rivoluzioni e progetti futuri che non sono accettabili da chi è alla guida di un’istituzione da dieci anni. Come la fuffa sulla cosiddetta “metromare”, che altro non era che un rebranding di un treno indegno di un paese civile che circola con due o tre convogli contro i 24 di 10 anni fa. Le conferenze stampa sulle “imminenti” riqualificazioni dei padiglioni del Santa Maria della Pietà nella realtà rimandate all’anno del mai. L’ossessione per la campagna vaccinale, ripetuta in ogni momento, spesso fuori luogo, che serviva solo a nascondere i gravi problemi della sanità. Insomma il presidente uscente non lascia un ricordo tale da invitare gli elettori alla conferma del suo alter-ego, Alessio D’Amato.
Ma anche lo schieramento opposto, quello di centro-destra guidato da Francesco Rocca, non rientra tra gli esempi di buona politica. Anche se non più freschi, restano vivi i ricordi dell’amministrazione Storace accusata di aver prodotto un buco da 10 miliardi nei conti regionali; di quella Polverini costretta alle dimissioni per gli scandali dei fondi fuori controllo spesi dai consiglieri.
E poi i 5stelle che prima hanno accusato il centro-sinistra di Zingaretti di essere totalmente inadeguato e poi a metà mandato sono diventati i suoi più stretti alleati, con assessorati importanti assegnati a Roberta Lombardi e Valentina Corrado.
Tutto questo per dire che la politica è qualunquisticamente inutile e i partiti si somigliano tutti? Niente affatto, anzi il contrario. Tutto questo per invitare ad un voto meditato e informato. Ecco allora un quadro dei candidati alla presidenza e dei partiti che li sostengono. In Rete si trovano facilmente i programmi dei vari schieramenti e i curriculum dei singoli candidati.
CENTRO-DESTRA
Francesco Rocca, presidente della CRI fino allo scorso 19 dicembre, avvocato, ha ricoperto numerosi incarichi nell’ambiente sanitario tra i quali, direttore dell’IDI, commissario dell’Osp. Sant’Andrea e dell’Asl Napoli 2. I detrattori ricordano un suo errore di gioventù quando a 19 anni fu colto a spacciare stupefacenti e fu condannato. “Bisogna imparare dai propri errori“, ha ripetuto più volte.
Sostenuto da sei liste: Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Noi Moderati, Unione di Centro, Lista Civica Rocca Presidente.
CENTRO-SINISTRA
Alessio D’amato, una lunga carriera politica iniziata in Rifondazione Comunista e nel Pdci, è stato membro della Commissione Sanità del Lazio, presidente della Commissione Affari Costituzionali, è noto soprattutto per essere stato prima capo della cabina di regia sanitaria (durante il commissariamento) e poi assessore alla Sanità. In questo ruolo ha gestito la campagna vaccinale, ottenendo discreti numeri ma non è riuscito ad incidere sulla piaga delle liste d’attesa. Lui e Zingaretti hanno usato la questione vaccini per coprire i problemi profondi delle prestazioni e della mancanza dei posti letto.
Sostenuto da sette liste: Partito Democratico, Lista D’amato, Terzo Polo (Azione e Italia Viva), Più Europa_Radicali_Volt, Demos, Verdi Sinistra, Psi.
MOVIMENTO CINQUE STELLE
Donatella Bianchi, volto noto televisivo, conduce la trasmissione Linea Blu sulla Rai da 22 anni. E’ stata presidente Wwf, guida il Parco delle Cinque Terre. Come nota curiosa della sua carriera, da bambina fu la protagonista dello spot della Mira Lanza, quello dell’Olandesina. Pur essendo ambientalista convinta, è stata criticata per aver difeso il Jova Beach Party oggetto di polemiche per i danni provocati alle spiagge.
Sostenuta da due liste: M5S e Polo Progressista che include Sinistra Italiana, Leu, Coordinamento 2050 e parte dei Verdi.
Domenica 29 gennaio, durante la trasmissione Mezz’ora in più di Lucia Annunziata, si è tenuto il primo dibattito pubblico tra questi tre candidati e i due temi centrali sono stati ovviamente la sanità e il termovalorizzatore. Mentre Rocca e D’amato si sono detti d’accordo con l’impianto di trattamento dei rifiuti, la Bianchi ha spinto molto sulla differenziata dichiarandosi nettamente contraria a costruire un macchinario che funzionerà per i prossimi trent’anni, bloccando la crescita della differenziata.
Curioso anche il siparietto tra D’Amato e Bianchi su altri temi (sanità, trasporti) nonostante fossero stati alleati fino a poche settimane fa in termini politici. Bianchi ha fatto notare di essere candidata anche di altre forze che non erano in giunta ma è ovvio che questa divisione non potrà che favorire Rocca.
Vi sono poi altri due candidati che corrono per la presidenza e sono:
Sonia Pecorilli per il Pci Partito Comunista Italiano
Rosa Rinaldi per Unione Popolare
Fabrizio Pignalberi per Quarto Polo per l’Italia e Pignalberi Presidente che si era presentato in un primo momento, si è ritirato il 28 gennaio per una questione poco chiara relativa alla raccolta firme.
MODALITA’ DI VOTO
Si deve tracciare una X sul nome del candidato presidente e sul simbolo di una lista.
Se si barra solo il nome del candidato presidente, il voto non si estende alle liste che lo sostengono.
Se invece si barra solo una lista, il voto va anche al presidente ad essa collegato.
Voto disgiunto: è ammesso votare un lista e un presidente non collegato a quella lista. In tal caso il voto andrà sia al candidato, sia alla lista.
Preferenze: si possono esprimere una o due preferenze scrivendo nelle apposite righe accanto alla lista, il cognome oppure il nome e cognome dei candidati consiglieri. Se si esprimono due preferenze, queste devono essere obbligatoriamente di genere diverso (un uomo e una donna).
SI VOTA DOMENICA 12 FEBBRAIO DALLE ORE 7 ALLE ORE 23 E LUNEDI’ 13 FEBBRAIO, DALLE ORE 7 ALLE ORE 15.00
2 risposte
https://www.latinatoday.it/persone/fabrizio-pignalberi/
Grazie Gianluigi, ci era sfuggito. Provvediamo a correggere