Sicurezza stradale. Via Zara e gli altri “black point”

Sono gli incroci pericolosi con alto numero di incidenti. I primi lavori in una strada che i residenti giudicano non a rischio. Gli altri 7 entro fine anno

Per ridurre l’altissima mortalità stradale che si registra a Roma, il Campidoglio ha deciso di intervenire su 84 intersezioni killer, quelle con il più alto tasso di incidentalità. Il bando di gara per sette incroci è stato pubblicato da Roma Servizi per la Mobilità e prevede un investimento di cinque milioni da spendersi entro fine 2023. Ma a gennaio scorso era stato avviato un altro cantiere, fuori da questo bando, anch’esso considerato un “black point”. Si tratta del punto dove via Zara incontra via Nomentana.

Nelle foto che seguono vediamo lo stato dei lavori, non ancora completato, al momento senza operai e con un aspetto piuttosto desolante.

Ad alcuni è sembrato strano che si iniziasse proprio da qui, un punto – a detta di molti – niente affatto pericoloso. Secondo il Comitato “Amo il Quartiere Trieste” che conta 800 iscritti, questo intervento sarebbe inutile perché negli ultimi anni non si sarebbe mai verificato un sinistro di rilievo.

Roma Servizi per la Mobilità, però, ha smentito questa versione ed emesso una nota con la quale dichiara 279 incidenti in 17 anni proprio all’intersezione di via Zara. Ovviamente prendiamo per buoni i dati dell’Agenzia sebbene i portinai della zona, da noi intervistati, smentiscano. Nessuno ricorda un grave episodio in quel punto e tutti concordano sul fatto che pochi metri più avanti – dove la Nomentana incontra Corso Trieste e via Lazzaro Spallanzani – sia un continuo di scontri, feriti e morti.

Digitando su Google le parole “incidente” e “via Zara” non emerge nessun risultato e lo studio realizzato per diarioromano dall’analista Tommaso Di Marcello, basato sugli open data del Comune di Roma, elenca i 12 incroci più a rischio della capitale e via Zara non viene proprio preso in considerazione.

 

Insomma – sebbene un intervento fosse sicuramente necessario – non si capisce perché privilegiare questo “black point” rispetto a molti altri che hanno un tasso di pericolosità estremamente più elevato.

A ulteriore conferma di ciò, arriva il bando di gara prodotto da Roma Servizi per la Mobilità che individua sette incroci killer che coincidono quasi esattamente con quelli segnalati nello studio di Tommaso Di Marcello e cioè

Cristoforo Colombo/via Canale della Lingua
Cristoforo Colombo/via Pindaro
Nomentana/Casale di San Basilio
Nomentana/Corso Trieste
Cristoforo Colombo/piazza dell’Agricoltura
via Cardinal Pacca/via Casale S. Pio V

L’analisi dei dati effettuata da RomaToday ad aprile del 2022, elaborando i numeri forniti dal Comune, non cita proprio via Zara mentre mette in forte evidenza l’incrocio limitrofo con Corso Trieste/via Spallanzani.

Anche il numero di sinistri riferito da Roma Servizi per la Mobilità su via Zara sembra poco realistico e non collima con gli altri studi effettuati. Secondo i rilevamenti riportati da RomaToday nel drammatico “black point” Nomentana/corso Trieste/Spallanzani si sono verificati, in dieci anni, 22 incidenti con 13 feriti e un decesso. Come è possibile che in via Zara gli incidenti sarebbero addirittura 279 in 17 anni?

Qualcosa non torna e sembra che per l’avvio di questi sacrosanti interventi per la messa in sicurezza delle strade, si sia scelto il posto sbagliato.  Forse, per un errore si è considerato l’incrocio di via Zara come un tutt’uno con quello di via Spallanzani, quando nella realtà si tratta di due intersezioni ben distinte.

Ad ogni modo, la campagna per la riduzione dei “black point” è molto importante e va accelerata con decisione. Laddove gli interventi sono stati già svolti il tasso di sinistrosità si è ridotto notevolmente come riportato nella tabella che segue realizzata da Roma Servizi per la Mobilità. Non si trattava di veri incroci pericolosi ma di strade dove le utenze deboli (pedoni, ciclisti) erano poco protette.

 

Dunque, ben vengano i prossimi interventi in una città che registra un numero di morti sulle strade inaccettabile. Ma proprio per questo occorre fare in fretta e spendere bene le risorse pubbliche concentrandosi sui punti realmente pericolosi.

 

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