Piazza del Popolo è uno dei luoghi più eleganti e raffinati di Roma, risultato di anni di lavori e di ampliamenti. Agli inizi del XIX secolo fu l’architetto Giuseppe Valadier a realizzare il progetto della definitiva trasformazione, con la creazione di una duplice esedra, decorata con statue e fontane, che si allarga verso il fiume Tevere e la terrazza del Pincio.
Un luogo tanto bello, ampio e centrale è da sempre molto appetibile per organizzare eventi in grande stile che però troppo spesso precludono la possibilità di ammirarlo in tutta la sua bellezza.
Recentemente l’occupazione da parte di eventi di vario tipo ha subito un’intensificazione, col risultato che la piazza è stata occupata da metà marzo fino ad oggi praticamente senza interruzione.
Il 19 marzo è cominciato l’allestimento del villaggio per i 100 anni dell’Aeronautica Militare e la festa si è svolta dal 24 al 29 marzo, con tanto di palco per esibizioni.
Già nel 2021 segnalammo gli abusi nell’utilizzo di piazza del Popolo, al tempo occupata per un mese con un mega palco ed un villaggio per i campionati europei di calcio. In quell’articolo ricordammo il monito che nel 2010 giunse dall’UNESCO all’allora sindaco Alemanno, per aver deturpato la piazza con degli allestimenti assurdi.
La storia sembra ripetersi ai giorni nostri, con l’amministrazione capitolina che appare non comprendere come sia interesse di tutti tutelare piazza del Popolo ed utilizzarla per lo splendido scenario che è, piuttosto che riempirla degli arredi più disparati che possono solo squalificarla.
Per gli eventi particolarmente invasivi c’è l’area del galoppatoio di Villa Borghese che è sempre molto centrale e ben si presta ad accogliere strutture anche importanti. Perché non proporla in alternativa a piazza del Popolo, riservando a quest’ultima solo pochi eventi caratterizzati da allestimenti minimali o nulli?
Una risposta
Dipendesse da me nel centro storico, diventato un gran bazar, non farei transitare neanche le ambulanze. In centro dovrebbero essere vietate tutte le mafestazioni, sia esse rivendicative, che espositive, commerciali o culturali. Ormai, i cittadini che l’abitano o la frequentano, non solo i folcloristici legionari, sembrano (sembriamo) delle comparse utili a ricreare l’ambiente e la vita quotidiana. A parte che ormai è tutto un ristorante a cielo aperto, brutta copia delle trattorie trasteverine di una volta… l’inizio della rinascita potrebbe coincidere con il trasferimento di tutte le istituzioni politiche, locali, nazionali e internazionali in una cittadella creata ad hoc, oppure in un quartiere già quasi pronto come l’Eur… So che è una utopia. Lo Sdo insegna. E poi chi rinuncia alla passerella dei triumviri accampati a Campo Marzio e attovagliare da Fortunato?