Quando il sindaco Gualtieri si è insediato a Roma c’era senza dubbio una grave emergenza rifiuti, con problemi nella raccolta e nello smaltimento e il risultato di cumuli di immondizia un po’ ovunque nella città, in centro, semicentro, così come in tutte le periferie.
Durante la campagna elettorale Gualtieri non aveva fornito particolari dettagli su come tale emergenza sarebbe stata affrontata, ma ovviamente aveva assicurato di riportare la situazione entro margini di normalità fornendo soluzioni efficaci e affidabili nel tempo.
Piccola nota a margine: nell’ambito delle primarie del centrosinistra c’era stato uno dei candidati che aveva dimostrato ben altra preparazione sul tema dei rifiuti, sia coinvolgendo in pubblici dibattiti esperti della materia, sia fornendo idee concrete su come trasformare uno dei maggiori problemi di Roma in un’occasione di sviluppo della città. In quella competizione Gualtieri non aveva offerto che semplici slogan, ma evidentemente l’elettorato ancora una volta ha preferito un pessimo ma conosciuto usato ad una prospettiva ignota benché enormemente più promettente.
Nell’aprile 2022 c’è stato poi l’annuncio a sorpresa del sindaco riguardo la decisione di costruire un nuovo termovalorizzatore a Roma, presentandolo come il pilastro centrale della nuova strategia per i rifiuti cittadini. Da allora tutti gli atti successivi sono stati fatti in funzione di quell’ìmpianto, dal piano di gestione dei rifiuti Roma Capitale al nuovo (si fa per dire) piano industriale di AMA.
Il problema però è che al meglio il nuovo termovalizzatore sarà disponibile tra molti anni e nel frattempo la politica dell’amministrazione capitolina appare essere solo il trovare sbocchi affidabili per la massa di rifiuti indifferenziati che Roma produce ogni giorno.
Praticamente nulla è stato fatto o previsto per ridurre la quantità di rifiuti prodotti e lo stesso dicasi per il miglioramento della raccolta differenziata.
Il risultato è quello che si vede ogni giorno sulle strade di Roma: dove vige la raccolta porta a porta spesso i turni vengono saltati con accumuli di rifiuti nei portoni o sulle strade, nel caso invece dei cassonetti stradali, questi sono spesso stracolmi e raramente mancano accumuli di rifiuti a terra.
La nuova esplosione di discariche cittadine (non che esse siano mai completamente sparite ma senz’altro si era assistito ad una diminuzione) è stata collegata alla mancanza di mezzi di raccolta, con una metà della flotta AMA indisponibile per guasti e manutenzioni.
Questo nuovo improvviso bubbone (nonostante un monitoraggio delle offine AMA effettuato e vantato dall’assessora Alfonsi a novembre 2021) ha portato alla sostituzione del Direttore Generale di AMA, con il ritorno di Alessandro Filippi.
Carenza di mezzi a parte, uno dei noti problemi che da sempre aggrava la situazione dei cassonetti stradali è il fatto che da anni essi vengono utilizzati da moltissimi locali per i loro rifiuti, mentre dovrebbero conferirli alle società incaricate da AMA della raccolta delle cosiddette utenze non domestiche (UND).
I passati contratti per le UND stipulati da AMA si erano rivelati inefficaci, con gli esercenti che accusavano le ditte incaricate di non passare e queste ultime che accusavano gli esercenti di preferire il conferimento presso i cassonetti (così da non dover aspettare i passaggi).
AMA ha da poco rifatto i bandi per le UND e individuato le nuove ditte incaricate della raccolta; in alcuni casi si tratta delle stesse ditte, in altri di nuovi prestatori. L’inizio delle nuove modalità di raccolta era previsto prima per aprile poi per maggio; in alcuni casi è effettivamente partiti, in altri pare che andrà a regime solo a settembre. Quello che si vede al momento è una situazione sostanzialmente immutata, con molti esercenti che continuano a conferire presso i cassonetti, molto spesso senza curarsi di differenziare o di lasciare i rifiuti a terra (con conseguente necessità di raccolta a mano da parte degli addetti AMA).
Questa nuova raccolta per le UND non è quindi partita nel migliore dei modi e questo fa anche sorgere più di un dubbio sulla possibilità che almeno questo aspetto della raccolta si possa finalmente sistemare.
Sappiamo infatti che già con le passate gestioni molti addetti delle ditte incaricate aveva segnalato problemi nella raccolta, perché gli utenti non differenziavano correttamente oppure non conferivano affatto (utilizzando i cassonetti), ma le segnalazioni non avevano sortito alcun effetto, con AMA che tollerava tutti i disservizi senza prendere provvedimenti.
Viene da chiedersi se questa volta le cose verranno gestite con la dovuta attenzione, con le ditte incaricate che assicurano i dovuti passaggi e gli esercenti che conferiscono differenziando e nei modi e orari previsti.
Qualche settimana fa abbiamo dato conto di alcune nuove dinamiche interne ad AMA e l’arrivo del nuovo Direttore Generale potrebbe accelerare i cambiamenti che l’azienda sta cercando di portare avanti.
Purtroppo esteriormente la situazione sembra essere sostanzialmente la stessa e l’immagine che segue continua a rimanere la norma un po’ dappertutto a Roma.
Un altro problema che continua a presentarsi con preoccupante regolarità sono le interminabili file che i mezzi AMA devono fare per conferire i rifiuti raccolti presso i centri di raccolta, con montagne di ore perse da mezzi e addetti.
A fronte di tutti questi problemi rimane la narrazione ottimistica dell’assessora Alfonsi e del sindaco Gualtieri, i quali candidamente continuano ad affermare che le cose stanno migliorando e che entro “pochi anni“ tutto sarà risolto. Evidentemente i nostri governanti continuano a puntare tutto sul termovalorizzatore, dove si potrà buttare la gran parte dei rifiuti indifferenziati di Roma, ma ciò non potrà che avvenire tra diversi anni.
Possibile che nel frattempo Roma sia condannata ad annaspare nei rifiuti senza che si tenti neanche di prendere iniziative per incidere nell’immediato?
Ma soprattutto, ora che anche l’assessora Alfonsi arriva a parlare di una “drammatica emergenza“, possibile che né lei né il sindaco avvertano la necessità di dialogare con i cittadini offrendosi a confronti diretti dove rispondere ai tanti dubbi, provando a dimostrare che la strada intrapresa ha serie possibilità di riuscita?
4 mesi fa non c'era una emergenza (e stavamo peggio), oggi @Sabrinalfonsi ci ripensa e dice che c'è una "drammatica emergenza" saranno i 45° C 🤣. Naturalmente la colpa è di qualcun altro. Con le interviste senza confronti è facile fare il politicante @Luce_Roma @anderboz pic.twitter.com/k6ryJFJC9s
— Lavoratori_Ama (@Lavoratori_Ama) July 26, 2023
Perché invece la sensazione di moltissimi cittadini (probabilmente la stragrande maggioranza) è che di questo passo Roma rimarrà una città in cui è normale vedere cumuli di rifiuti in strada ad ogni ora ed in ogni luogo, dall’ultima delle periferie al pieno centro storico.
3 risposte
non vogliono farla funzionare x svenderla ad acea
E Pensare che i Vrd di via Laurentina Pomezia e quello sito a Rocca Cencia Roma : impianti dove dal multimateriale della raccolta differenziata si ottenevano balle di plastica e ballette di alluminio pronte al riciclo che poi l’Ama rivendeva sono stati chiusi per mancanza di personale…..A buon intenditore poche parole.
La situazione attuale non è certo dettata da crisi impiantistiche delle fasi di trattamento/smaltimento, visto che interessa in egual misura sia le frazioni differenziate che i non riciclabili. Non si capisce inoltre perché il progetto0 di dotare il territorio di centri di trasferenza, per svincolare la fase di raccolta da quella di trasporto a conferimento, non sia stata più attuata.