Rifiuti: il caos di questi giorni è il prezzo per aver abbandonato la differenziata

Molto finisce a Rocca Cencia che torna a emanare cattivi odori. I camion Ama guasti non sono l'unica causa della nuova ondata di immondizia sulle strade

Guardate il lancio Ansa qui sotto del 4 aprile 2023. Riportava le parole di Gualtieri che si vantava di aver chiuso Rocca Cencia per “sempre”!!

Tutti i giornali gli sono andati dietro e dagli a spellarsi le mani per la magnifica azione di bonifica del Sindaco. Solo diarioromano scriveva qualcosa di diverso e anzi titolava

Rocca Cencia: come stanno le cose realmente e perché non si può parlare di chiusura

In quell’articolo riportavamo le parole del presidente del VI Municipio, Daniele Franco, che lucidamente avvertiva: “Non sperate di vedere un campo da golf a Rocca Cencia”. In queste ore la nostra lettrice Fiorella ci ha messo sull’avviso. Abita a due passi dall’impianto e questo è il commento che ha lasciato sotto l’articolo: “Buonasera purtroppo ancora oggi, soprattutto la notte si continua a sentire l’odore nauseabondo che arriva dalla discarica di Rocca Cencia. Ci hanno fatto credere per un periodo di tempo di non scaricare più, invece ci sono spesso file interminabili di camion la notte”.

Allora a chi credere? A Gualtieri che aveva parlato di chiusura per sempre o a diarioromano e a Fiorella? Ovviamente diarioromano non ha mai ragione, ci mancherebbe. Però guarda caso il Corriere della Sera, il giornalone che aveva dato retta all’annuncio del Sindaco e ne aveva fatto la gran cassa, ieri ci spiegava che:

 

Insomma per riassumere, non solo l’impianto non è stato affatto chiuso; non solo i problemi dei residenti non sono stati risolti, ma anzi probabilmente oggi sono più gravi. E’ successo, infatti, che gran parte della città stia attraversando un nuovo periodo di emergenza con cataste di rifiuti gettate ovunque. Ieri la Cgil ha rilanciato un dato: il 25% dei giri di raccolta è saltato nell’ultima settimana a causa di mezzi fermi e personale ridotto al minimo. Dice il sindacato: “E’ tempo di scelte veramente coraggiose e innovative che non guardino a tecnologie del passato ed è tempo di costruire una multiutily pubblica dell’economia circolare e investire sulla riduzione dei rifiuti, sul riciclo e riuso delle materie differenziate“.

Quando parla di tecnologie del passato, la Cgil si riferisce ovviamente al termovalorizzatore che non può costituire l’unica ricetta per Roma. E’ uno degli aspetti che va soppesato ma un’amministrazione che è così fortemente impegnata sull’ambiente tanto da impedire l’uso della propria auto a circa 400mila romani, non può chiudere gli occhi di fronte alla abdicazione di una vera differenziata. Gli impianti che si prevede di costruire nei prossimi cinque anni digeriranno tutta la produzione di rifiuti della capitale e non lasceranno spazio ad alcuna differenziazione. 

Quello che vediamo oggi con Rocca Cencia è solo l’antipasto. Poiché a Roma non si fa più una vera politica del riuso e della differenziata, ma si aspetta solo l’arrivo del salvifico termovalorizzatore, tutto viene gettato in strada o nei cassonetti senza alcuna attenzione.

Guardate le immagini provenienti dal VII Municipio scattate in questi ultimi giorni. Tutto lasciato alla rinfusa, i cassonetti sono stracolmi. E a monte, nelle case, già non si fa più alcuna divisione di vetro, plastica, carta, umido.

 

Se i camion non riescono a partire per l’Olanda o l’Austria, dove i rifiuti vengono trattati, finiscono a Rocca Cencia. In un magazzino!!!

Foto Corriere.it

In conclusione, diarioromano non vuole aggiungersi al già lungo elenco dei detrattori del termovalozzatore di Santa Palomba, però non può non rilevare che l’amministrazione Gualtieri ha puntato tutto su quello e ha smesso di perseguire le buone politiche del riuso, della differenziata, del riciclo. Non si può essere ambientalisti quando con la mano destra si bloccano i veicoli costringendo i meno abbienti a foraggiare l’industria dell’auto elettrica, e essere distratti quando con la mano sinistra si lascia una capitale senza alcuna differenziazione.

Chi davvero vuole tutelare il pianeta, sta attento a produrre meno materiali e non ad aumentarli.

 

 

 

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4 risposte

  1. Scusate che significa “foraggiare l’industria dell’auto elettrica”? Invece i meno abbienti dovrebbero essere costretti a “foraggiare l’industria dell’auto termica ed i petrolieri”?

    1. Mario, forse il senso della frase da noi scritto non era chiaro. Se si è ambientalisti lo si è su tutti i fronti: si fa attenzione alla gestione dei rifiuti e si cercano di ridurre le emissioni inquinanti. Ma nel caso della giunta comunale, la sensazione è che si faccia molta pressione sui cittadini perché cambino l’auto mentre si lascia loro mano libera sulla differenziata. E’ un ambientalismo quanto meno monco. Chi avvantaggia? Probabilmente solo l’industria dell’auto (quella che produce i veicoli elettrici) ma in termini di riduzione del particolato lei è così sicuro che basta rottamare un’euro 3 e passare a un elettrica per rendere l’aria migliore? Non è così. Ci sono molti studi che lo dimostrano. Nonostante quello che viene ripetuto a pappagallo dai grandi media, non è sostituendo le vecchie auto che si migliora la situazione.
      La qualità dell’aria è fortemente compromessa dagli impianti di riscaldamento, dalle industrie, dalle grandi centrali elettriche (alimentate per lo più a gas o carbone), mentre le auto hanno un ruolo assai più contenuto. Senza contare l’inquinamento prodotto dagli pneumatici le cui particelle si disperdono nell’aria e dall’uso dei freni. Pneumatici e freni che sono presenti pure sulle auto elettriche. Dunque il discorso da fare sarebbe quello di disincentivare l’uso dell’auto in assoluto e non spingere le persone a comprarne di nuove. Così è stato fatto in tutte le grandi città d’occidente, dove si sono fatte politiche di riduzione dell’uso del veicolo privato che hanno colpito indistintamente tutti, ricchi e poveri.
      Questo è vero ambientalismo. Altrimenti (e qui spiego la frase che ho scritto) si rischia di fare una cortesia solo a chi produce auto nuove elettriche.

  2. Grazie per la risposta. Non mi ritrovo sulla filosofia del benaltrismo sinceramente. Vanno fatte sia la transizione alla mobilità elettrica che la differenziata. Inoltre il tema della differenziata è di specifica competenza comunale, mentre sulla mobilità il comune può fare molto, ma molto altro dipende dal livello nazionale ed europeo.
    Sugli studi di impatto ambientale non è come dici tu. Il consenso scientifico è che un auto elettrica inquina meno di un auto termica, già con il bilanciamento energetico attuale ed in prospettiva inquinerà sempre di meno perché l’energia sarà sempre più rinnovabile. E’ un tema di efficienza del motore elettrico rispetto a quello termico. A prescindere dalla fonte energetica (carbone, sole, benzina) un motore termico usa il 20% del potenziale per il movimento ed il resto va via in calore. Un motore termico è anche 3 volte più efficiente. E questo senza contare appunto che parallelamente l’energia, anche in Italia, sta diventando sempre più rinnovabile e meno fossile.
    Inoltre un’auto elettrica, specialmente in città, non usa i freni quindi si riduce molto anche quel tipo di inquinanti. Ma anche qui non cadiamo nel benaltrismo. Va sia incentivata la mobilità elettrica sia disincentivata la mobilità privata.

  3. La raccolta differenziata ha da sempre avuto questo andamento.
    Il termovalorizzatore c’entra come i cavoli a merenda.
    Sono anni che Roma e’ in queste condizioni ed il Sindaco, se per caso facesse un giro a piedi in qualsiasi periferia o anche in centro, si renderebbe conto di quello che va blaterando.

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