La vicenda topi è il simbolo di come si fanno le cose a Roma. Che la città fosse invasa dai roditori non è una novità tanto è vero che da anni si susseguono articoli sugli avvistamenti e sul numero presunto degli abitanti sotterranei. Anche noi ne avevamo scritto citando dati piuttosto interessanti e mostrando video poco gradevoli.
Si decide però di intervenire solo quando la questione sale alla ribalta delle cronache internazionali con servizi televisivi delle tv straniere. I topi che scorrazzano al Colosseo fanno più rumore di quelli che passeggiano a Montesacro o Colle Salario. Il problema viene da lontano e riguarda la lentezza irragionevole con la quale vengono bandite le gare per la derattizzazione. Il bando fu lanciato durante l’amministrazione Raggi e le buste furono aperte il 7 luglio del 2020 ma da allora nessun appalto è stato assegnato.
E non basta perché per scrivere la gara, la giunta Raggi aveva impiegato 4 anni, iniziando la preparazione nel 2016. Per cui è dal 2016 che si cerca di affidare a ditte private il controllo dei roditori ma non ci si riesce. Sono 7 anni che il territorio viene “bonificato” da Ama con interventi spot e senza mezzi a disposizione. Non c’è da stupirsi, insomma, se nelle fogne capitoline ci sono milioni e milioni di topi che tra l’altro banchettano tra i rifiuti di cui la città abbonda.
Occorre concentrarsi non tanto sulla questione di Colle Oppio con i suoi topi o dei cassonetti presi d’assalto, ma sulla inspiegabile lentezza con la quale certe procedure avanzano.
“Più di tre anni per chiudere un bando sembra un’assurdità, neanche fosse il Ponte sullo Stretto“, ha commentato al Messaggero il consigliere capogruppo Lega, Fabrizio Santori, che sul tema ha presentato un’interrogazione. E in effetti il tema è tutto lì. Prima quattro anni per scriverlo e poi tre anni per assegnarlo. Non c’è città al mondo che reggerebbe all’invasione dei roditori, neanche la più pulita.
Inoltre, l’appalto prevedeva la disinfestazione da altre specie infestanti quali le zanzare, le blatte oltre al controllo di piccioni e gabbiani. A sentire il Campidoglio, l’aggiudicazione avverrà in autunno e prevede la suddivisione del territorio in sei lotti. Non si sa se questa promessa verrà rispettata ma anche se lo fosse, resterebbe grave lo scandalo di un ritardo di sette anni per un appalto così importante.
Nel frattempo, spiegano dall’assessorato all’Ambiente, si è proceduto a spargere veleno tramite operatori Ama nell’area del Colosseo e di Castel Sant’Angelo e queste zone saranno inserite tra quelle con interventi continuativi, come accade con le scuole e i mercati.
Bene ma non è questo il modo di risolvere il problema in maniera definitiva e le parole del Sindaco Gualtieri non sono affatto consolanti. “Non abbiamo risorse – ha detto – e infatti ho scritto al Ministro Sangiuliano per destinare gli introiti del Pantheon a interventi aggiuntivi di pulizia del quadrante Colosseo-piazza dei Cinquecento-Diocleziano“. Gualtieri sembra appena atterrato a Roma da un pianeta sconosciuto perché qui non si tratta affatto di carenza di fondi come cerca di buttare in caciare il Sindaco, ma solo di cattiva organizzazione. I fondi ci sono, più di sei milioni di euro, ma sono in un cassetto assieme al mega appalto da tre anni.
Se non si mette mano al metodo amministrativo della capitale, potranno piovere soldi infiniti ma tutto resterà impantanato. Il Pnrr insegna!
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3 risposte
Siamo noi romani ai vertici e nella vita di tutti i giorni il vero problema di Roma. L’organizzazione è una forma logica di fare le cose ma purtroppo a noi manca. Servirebbe una persona del calibro di Mario Draghi che sembra non esserci più e se ci fosse se ne guarderebbe bene dal lasciarsi coinvolgere.
“Quando i politici dormono,
i topi ballano.”