Lettera aperta al dg Ama, ing. Filippi: 5 consigli non richiesti

Spazzamento, diserbo, attivismo civico, contenitori pile e altro. Suggerimenti di cui non ha certamente bisogno ma che proviamo comunque a fornirgli

Dal nostro collaboratore “Riformista Solitario” riceviamo questa lettera indirizzata al direttore generale Ama che contiene una serie di spunti interessanti. Con ironia, pone questioni serie che possono servire per un dibattito e cercare soluzioni a problemi che il cittadino medio riscontra ogni giorno.

 

Alessandro Filippi (a sin.) e il Sindaco Gualtieri

Gentile ing. Alessandro Filippi,

 

come abbiamo già avuto modo di sottolineare in occasione del nostro articolo sulla proiezione di Roma Golpe Capitale, una delle scelte del sindaco Roberto Gualtieri  che più ci ha soddisfatto è stata quella di nominarLa direttore generale di AMA, ruolo che Lei aveva già ricoperto durante l’amministrazione di Ignazio Marino.

Ha accettato questa nuova sfida volta al risanamento e alla riorganizzazione di AMA trovandola probabilmente in condizioni peggiori rispetto alla sua prima esperienza e inoltre nella fase cruciale nella quale il Comune ha deciso di dotare l’azienda degli impianti necessari per la chiusura virtuosa del ciclo dei rifiuti sul territorio capitolino.
Una scelta, quest’ultima, che arriva con decenni di ritardo rispetto (lasciamo perdere Copenaghen per una volta) a tutte le altre città capoluogo di provincia e di regione del Centro-Nord d’Italia. Una decisione sacrosanta ma che a Roma farà scatenare l’ingordigia del malaffare e l’avversione dei comitati che sono contrari alla termovalorizzazione e pensano sul serio che possa essere tutto riciclato al 100% senza termovalorizzatori e senza neanche biodigestori anaerobici.

Due attori destinati, anche in questo campo, a spalleggiarsi magnificamente in modo inconsapevole, con l’unico risultato di non far progredire la Città verso il modello, non solo di ogni altra Capitale europea, ma di qualunque altra realtà italiana di medie dimensioni.

Proprio per la stima che riponiamo nel Suo operato (chiunque può notare che nei pochi mesi della Sua direzione sta già dando apprezzabili frutti), ci permettiamo di darLe dei consigli, o meglio dei suggerimenti dei quali Lei non ha di certo bisogno, anzi probabilmente aveva già pensato a tutti gli aspetti, ma un Suo parere sarebbe comunque gradito.

 

SPAZZATURA STRADE E MANCATO DISERBO

Oggi la spazzatura delle strade avviene, a causa delle auto parcheggiate, semplicemente accumulando piccoli mucchi di rifiuti con la lancia ad acqua o con la scopa di saggina e la spazzatrice che li aspira passandoci sopra. Un lavoro difficile, che si svolge tra un veicolo e l’altro, e dispendioso in termini di tempo e uomini con effetti collaterali deleteri quali l’innaffiamento dell’erba e degli arbusti che crescono a bordo strada (dove l’asfalto termina contro il ciglio in marmo del marciapiede).

Infatti, lo strato di terra che lì si accumula e che il procedimento sopra descritto non intacca neppure, consente la crescita indiscriminata di piante, rendendo spesso non transitabili i marciapiedi e i cigli delle strade facendo accumulare immondizia tra la vegetazione.

Inoltre, spesso sul bordo delle strade e sui marciapiedi, incuneandosi nell’asfalto crescono veri e propri alberelli come oleandri, ailanti, fichi che spaccano l’asfalto e che – anche quando vengono tagliati –  rispuntano sistematicamente poiché non ne vengono rimosse le radici.

Quindi, nell’immediato andrebbe programmata una bonifica che preveda lo scavo intorno alle radici e la loro rimozione e, per non consentire il ripetersi del fenomeno, bisognerebbe programmare il sistematico spazzamento dei bordi delle strade e dei marciapiedi in modo di svolgere di fatto un diserbo meccanico, impedendo l’accumulo della terra ai bordi.

Ma per farlo sarebbe necessario dotare AMA di macchine idonee a questa funzione (e cioè fornite di più bracci, con setole delle spazzole rotanti rigide, o più rigide, rispetto a quelle montate sulle attuali spazzatrici dell’Azienda) come quelle illustrate nei video qui:

 

La quantità di terra da rimuovere è talmente tanta (chi scrive ne ha rimossa dalla strada dove abita, sfruttando l’assenza ferragostana di auto e col concorso determinante di un vicino di casa, entrambi armati di piccone, pala, scopa e paletta, circa 0,5 kg per metro lineare) che questa operazione potrà efficacemente iniziare solo quando sarà stato realizzato il centro di trattamento delle terre di spazzamento per il quale è stata individuata una sede AMA nella zona industriale dell’ex TMB sulla Salaria.

IL PATTUGLIONE

Ci ha fatto un enorme piacere vederLa in prima linea in almeno due occasioni a Tor Bella Monaca per coordinare l’intervento di AMA e associazioni di volontariato nel riqualificare una zona verde coperta di rifiuti. Intervento che – grazie alla collaborazione di Polizia di Stato e Polizia Locale – è stato utile per costituire una necessaria cornice di sicurezza.

Abbiamo letto anche di altre operazioni, col concorso di Acea, per ripristinare l’illuminazione stradale.
Ecco le vogliamo dire che di questi interventi integrati tra forze dell’ordine nazionali e locali, associazioni di attivismo civico come Retake, AMA, Acea e magari anche guardie ecozoofile e Croce Rossa, c’è un gran bisogno, soprattutto nelle periferie dove le condizioni di vita quotidiana sono più difficili e la prepotenza dei più forti sembra l’unica legge.
E vogliamo chiederLe, per quanto è di Sua competenza, di fare tutto il necessario affinché questi interventi integrati (che noi, ma forse non solo, abbiamo soprannominato “Il Pattuglione”) avvengano sempre più spesso e in maniera sempre più integrata per rimuovere i rifiuti, sostituire i cassonetti danneggiati, ripristinare l’illuminazione stradale, controllare i veicoli in sosta e in transito, verificare la corretta conduzione di cani e gatti, eliminare ogni tipo grande e piccolo di affissione abusiva e imporre il rispetto anche del regolamento di Polizia Urbana.

Ovviamente tutti questi interventi hanno un senso solo se poi si porta avanti l’ordinaria manutenzione e si evita che l’onda del degrado faccia precipitare tutto di nuovo e la prepotenza la faccia da padrona.

A tal proposito, le vorremmo suggerire due aree che necessiterebbero di una cura immediata: entrambe si trovano nel IV Municipio.

Una è proprio sulla Tiburtina, alle spalle del civico 1166, nella parte compresa tra Via del Casale Cavallari e Via Gerano dove ci sono parecchie auto prive di assicurazione posteggiate da chissà quanto tempo e una quantità enorme di rifiuti di tutti i tipi abbandonati anche di fronte all’asilo, nei pressi della chiesa, così, tanto per far capire ai teneri pargoli in che razza di città saranno destinati a vivere.

 

E sì che la zona è sede, da un lato e l’altro della Via Tiburtina, di sfavillanti sedi aziendali anche direzionali di marchi automobilistici, motociclistici, del cinema, delle costruzioni, dell’ingegneria e chi più ne ha più ne metta.

L’altra zona che in realtà è una specifica strada, oltre ad ospitare due cumuli di rifiuti vari in bella mostra, è anche sede, sul marciapiede a cielo aperto di un deposito di pezzi vari di motocicli sicuramente rubati e uno anche dotato di targa. Questa strada è una traversa di via Vittorio Valletta e si chiama Via Mario Pensotti.

Non è nostra intenzione sollevare polemiche sterili ma è mai possibile che nessuna forza dell’ordine abbia occasione di passare da quelle parti e che comunque nessuno abbia ancora segnalato?

CONTENITORI PILE

Sino a qualche anno fa a Roma si trovavano dei contenitori AMA per la raccolta differenziata delle batterie esauste, i primi erano bianchi o gialli, l’ultimo tipo di un bel rosso pompeiano. Spesso erano di fronte ai tabaccai o in altri punti.

 

Neanche a dirlo, non solo la maggior parte sono stati vandalizzati ma spesso non venivano più svuotati e finiva che si sfondassero sotto il peso delle batterie e degli acidi che esse rilasciavano dopo essere rimaste lì dentro per mesi.

Oggi la raccolta differenziata delle pile avviene da parte di AMA solo nelle isole ecologiche che però non hanno la stessa capillarità del sistema precedente.

Non sarebbe bello ed utile ripristinare questa raccolta diffusa evitando però il posizionamento sulla pubblica via ma coinvolgendo delle reti già esistenti? Ce ne vengono in mente quattro: supermercati, parrocchie, scuole e fermate della metropolitana.

LAVAGGIO CASSONETTI

Gentile ing. Filippi, qui abbiamo poco da dire: i cassonetti puzzano (soprattutto quelli dell’umido) e al di sotto si accumula della sporcizia che da essi cade. Sarebbe possibile reintrodurre il lavaggio dei cassonetti con dei compattatori specifici come accadeva una volta ?

RETAKE E ATTIVISMO CIVICO

Non smetteremo mai di lodare e supportare un’organizzazione di volontariato come Retake nata dalla ferrea volontà di una professoressa americana, Rebecca Spitzmiller, (Ciao Rebecca !) e dire ai suoi componenti quanto sono bravi e belli e quanto sollievo ci dia vederli in azione con le loro pettorine blu.

Caro ing. Filippi, sarebbe possibile rafforzare il protocollo di collaborazione tra Retake e AMA e fornire a supporto più uomini e mezzi?

 

E da ultimo Le vorremmo chiedere se almeno Lei, dall’alto della Sua posizione, si è fatto una vaga idea del perché nelle aziende municipalizzate di raccolta e trattamento dei rifiuti, a tutte le latitudini, si lasci marcire l’organico sotto al sole sino all’ora di pranzo anche in estate e invece si svuotino le campane del vetro alle 5,30 del mattino, facendo un baccano che sveglia anche i reduci da un rave fatti di roipnol?!?

Scherzi a parte, saremmo lieti di ricevere una Sua risposta.

 

 

 

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