Tecnopolo Tiburtino: avanzano i lavori del datacenter Aruba. Presto anche una fabbrica di satelliti

Il cantiere del provider procede spedito. Iniziati due settimane fa i lavori per la Space Factory di Alenia. Lo sviluppo dell'area contrasta con la mancanza di trasporto su ferro

Se ne parla dal 2018 e oggi il più grande data center di Roma è in dirittura d’arrivo. Aruba lo sta realizzando all’interno del Tecnopolo Tiburtino, avrà una superficie di 74 mila metri quadrati e sarà costituito da cinque edifici indipendenti.

 

Abbiamo visitato il cantiere e dalle immagini si può valutare lo stato di avanzamento dei lavori. In una Roma sonnacchiosa e poco attrattiva per i grandi investitori, questo luogo costituisce un’eccezione sia per la grande modernità dell’infrastruttura, sia per l’offerta futura di posti di lavoro.

Il Data Center servirà tutto il centro-sud Italia e contribuirà allo sviluppo della Capitale come hub digitale del Paese. Fino ad oggi, infatti, è il nord ad averla fatta da padrone nel settore tecnologico con i DIH (Digital Innovation Hub) concentrati in Emilia Romagna (dove ve ne sono 10), in Lombardia (9) e in Veneto (7)¹. Il Lazio era assente dalle classifiche ma certamente la nascita di questo polo al Tiburtino potrà dare importanza alla nostra regione.

Cosa è un data center? Siamo abituati a inviare e conservare i nostri dati sui cosiddetti “cloud“, cioè delle infrastrutture immateriali e lontane dai nostri dispositivi. Il data center è invece una struttura fisica, un luogo dove risiedono computer e server che a loro volta custodiscono dati e informazioni. Quella che un tempo si sarebbe chiamata “sala macchine”.
In Italia ce ne sono 86 e generano un fatturato di tre miliardi di euro. Secondo l’Osservatorio del Politecnico di Milano, entro i prossimi tre anni, il territorio italiano arriverà a ospitare circa 200 impianti. Si capisce, dunque, l’importanza di trovare luoghi adatti e il fatto che Roma stia per accogliere uno dei più importanti data center potrebbe metterla nelle condizioni di essere attrattiva per nuove strutture.

 

A neanche 100 metri di distanza, sempre sulla via Peroni all’interno del Tecnopolo Tiburtino, sono appena partiti i lavori per la “Space Smart Factory” di Thales-Alenia. Viene definita una fabbrica intelligente e sarà finanziata anche dall’Agenzia Spaziale Italiana.

Il render della nuova Space Factory
Il cantiere appena avviato

 

Progettata da Eos srl, con un investimento da 100 milioni, la fabbrica costruirà mini satelliti. L’obiettivo è di concludere entro il 2025 e avviare la produzione di satelliti di piccole dimensioni per usi meteorologici, militari e di comunicazioni. Accanto alla fabbrica, nascerà il Joint Lab, uno spazio per la formazione di figure specializzate nelle discipline spaziali.

Anche in questo caso si creeranno posti di lavoro e dunque il Tecnopolo potrà in qualche modo diventare attrattivo. Tra il Data Center di Aruba e la fabbrica di satelliti di Alenia, si prevedono quasi 350 assunzioni nei prossimi tre anni. Attualmente al Tecnopolo hanno sede 150 aziende di piccole e medie dimensioni, ma l’arrivo di queste due nuove realtà potrà far crescere l’intera area di Case Rosse/Settecamini. Dopo un tempo interminabile, i lavori sulla Tiburtina sono quasi completamente conclusi e la zona industriale ritrova una certa vivacità. Ciò che manca è un trasporto pubblico davvero efficace e l’unica speranza è che il prolungamento della linea B della metropolitana, già progettato fino a Casal Monastero, possa raggiungere Settecamini. Per ora è solo un piano senza alcuna concretezza ma l’arrivo di nuove aziende in zona dovrebbe far tornare d’attualità la questione. I residenti hanno raccolto mille firme e la petizione è stata inviata al presidente della Regione Rocca e al Sindaco Gualtieri. Settecamini e Case Rosse insieme contano più di 20 mila abitanti e l’afflusso verso il Tecnopolo potrebbe rendere necessario un trasporto su ferro.
Da notare infine le pessime condizioni di via di Salone, la strada che dalla Tiburtina porta verso il polo: oltre all’asfalto pieno di buche, la notte è estremamente buia e senza un marciapiede. Un asse viario fermo a due secoli fa che stride con la modernità e la tecnologia che si vuole concentrare nell’area.

¹Dati Sinapsi-Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche

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