Che a Roma ci sia una diffusa illegalità nell’utilizzo del suolo pubblico da parte di bar e ristoranti è cosa risaputa, che data da decenni, ed è puntualmente confermata ad ogni controllo della Polizia locale, allorché la stragrande maggioranza dei locali viene sanzionata (ultimo esempio la settimana scorsa a Campo de’ Fiori).
Con l’introduzione della normativa emergenziale Covid c’è stata poi una vera e propria esplosione delle OSP, giustificata in parte a pandemia ancora in corso, che però oggi nessuno ha il coraggio di riportare entro ambiti di ragionevolezza.
Perché è evidente a tutti che a Roma non si contano più i casi di arredi dei locali che occupano interi marciapiedi, percorsi pedonali, che arrivano a lambire i monumenti e limitano drasticamente lo spazio a disposizione per il semplice spostamento delle persone.
Eppure da anni si assiste ad un neanche tanto nascosto gioco di squadra in cui l’amministrazione capitolina di centrosinistra e il governo nazionale di centrodestra operano di concerto per lasciare la situazione immutata.
Proviamo a spiegare la cosa.
Come detto, la normativa emergenziale Covid che ha consentito un’ulteriore esplosione delle OSP è ancora vigente e dovrebbe scadere il 31 dicembre prossimo. Tale normativa è stata prorogata lo scorso anno su iniziativa del senatore De Priamo (Fratelli d’Italia) con la motivazione che il nuovo regolamento OSP non era ancora stato varato dall’amministratore capitolina e che quindi fosse necessario dare continuità alle norme emergenziali (sorvoliamo sulla totale inconsistenza di una tale motivazione, segnalando solo l’assurdità di proporre una modifica legislativa nazionale tenendo presente solo la realtà romana).
Effettivamente va rilevato che nel novembre 2023 il sindaco Gualtieri ha presentato la bozza di nuovo regolamento OSP parlandone come di uno strumento indispensabile per riprendere il controllo del territorio. Purtroppo però a distanza di quasi un anno di quel provvedimento si sono perse le tracce e nonostante vi sia una normativa vigente a Roma, per quanto imperfetta, c’è da scommettere che il senatore De Priamo sia già pronto a proporre una nuova proroga delle deroghe Covid.
Come si vede quindi, a Roma si cincischia su una nuova normativa OSP annunciata ma poi fatta sparire, e al Parlamento si approfitta della situazione per salvaguardare il far west dei tavolini.
Si direbbe proprio che i due schieramenti si siano divisi i compiti mettendosi d’accordo, mentre probabilmente tutto ciò deve essere semplicemente il risultato delle pressioni dell’ennesima lobby che fa affari alle spese della città e dei cittadini.
Non bastasse poi tutto questo continuo prorogare una situazione caotica su strade e marciapiedi romani, la maggioranza di centrodestra al governo del paese sta lavorando ad un provvedimento che dovrebbe eliminare i pareri di soprintendenze e sovrintendenze per il rilascio delle concessioni OSP.
Questo porterebbe a Roma a subire un’ulteriore definitiva esplosione degli arredi dei locali che sarebbero liberi di invadere il patrimonio artistico e culturale della città.
Si tratta di una deriva alimentata da profonda ignoranza e incapacità di comprendere che non è svendendo i propri gioielli che si fa il bene della città e della collettività.
Purtroppo però le sirene di un certo commercio, quello peggiore e più straccione, continuano ad essere estremamente efficaci nell’ammaliare tutte le parti politiche, nessuna esclusa.
Segnaliamo che su quest’ultimo problema, gravissimo ma ignorato dai più, l’unica voce discordante sembra essere finora quella di un insieme di associazioni di cittadini di Roma che si riconoscono sotto la sigla RACV (Rete di Associazioni per una Città Vivibile). Rappresentanti della RACV sono stati recentemente auditi nella commissione parlamentare che sta esaminando il provvedimento che vorrebbe deregolamentare i dehors, ma l’impressione è che la misura verrà velocemente approvata, laddove ci si aspetterebbe una levata di scudi dai rappresentanti politici che avessero ancora a cuore la bellezza e la dignità del nostro disgraziato paese.