Oggi vogliamo raccontare l’esperienza di due genitori che, dovendo portare i loro due figli gemelli ad un asilo nido a Colle Oppio, quotidianamente devono affrontare un percorso di guerra fatto di parcheggi selvaggi, barriere architettoniche, mancanza di spazi e ovunque pericolosità inaccettabili.
Volendo sollevare il problema con le istituzioni, Claudio (il padre) a fine ottobre ha inviato il seguente messaggio via PEC al Municipio I, nella persona dell’assessore alla Mobilità Adriano Labbucci, e al Primo Gruppo della Polizia Locale.
All’Assessore al Lavoro, Mobilità, Transizione Ecologica e Memoria Adriano Labbucci adriano.labbucci@comune.roma.it.
protocollo.municipioroma01@pec.comune.roma.it
Al Comando di Polizia Locale I Municipio – Gruppo Trevi Guido Calzia
protocollo.polizialocale.01trevi@pec.comune.roma.it
Scriviamo queste righe in preda all’ennesimo sconforto dato dalla mancanza di vivibilità e di spazi umani di questa città, e in particolare di questo Municipio e Rione storico, del quale abbiamo la fortuna di essere residenti.
La segnalazione riguarda la situazione paradossale e incivile nel quale versa il nostro percorso a piedi da casa all’asilo nido dei nostri due figli di 14 mesi. Benché a pochi passi dalla nostra abitazione, il nido Coccole&co. in viale del Monte Oppio 34 è raggiungibile con una difficoltà e una pericolosità inaccettabili – parcheggio selvaggio, barriere architettoniche, mancanza di spazi anche solo lontanamente idonei a un passeggino normale, figuriamoci gemellare.
Sono consapevole che la nostra non è una problematica isolata, e sono ancor più consapevole che tutti dovrebbero protestare per questo tipo di problematiche invece di accettarle come un’ineluttabilità del fato.
Già, perché dietro i famosi cinque minuti di doppia fila, dietro al parcheggio fantasioso, dietro all’incuria vergognosa dei marciapiedi e degli spazi pubblici in generale, si cela quell’omertà rassegnata che rende tutti i cittadini complici della volontà di rendere e confinare Roma a una città del Terzo Mondo (con tutto il rispetto per il cosiddetto Terzo Mondo, lì forse gli spazi sono organizzati a misura di persona più che qui).
Passo a descrivere la situazione di un genitore con un passeggino gemellare che porta due bambini, ai quali le Istituzioni dovrebbero assicurare luoghi sicuri e salubri come priorità assoluta: in primis, via dei Quattro Cantoni è una strada priva di marciapiedi, e questo la rende facile preda di doppia fila e parcheggio selvaggio.
Il culmine di questo malcostume si raggiunge all’angolo tra la suddetta via e piazza San Martino ai Monti – che tra l’altro potrebbe essere meravigliosa e invece viene adibita a parcheggio, per essere liberata delle automobili in sosta (legale, tollerata o illegale che sia) soltanto quando viene comoda per le riprese di film o serie TV – allora sì che i vigili fanno spostare o rimuovere tutti i mezzi con sollecitudine!
L’angolo in questione è spesso e volentieri bloccato da mezzi in sosta temporanea o permanente, addirittura una Renault nera, sempre presente, è addirittura visibile su Google Street View, a testimonianza dell’assiduità con la quale questo tratto di carreggiata viene occupato.
Dopo i marciapiede dissestati e privi di scivoli in via Lanza e gli spazi ambiguamente suddivisi di piazza San Martino ai Monti, la saga prosegue per via Equizia, i cui marciapiede sono strettissimi: uno a causa della sporgenza delle mura della chiesa di San Martino, l’altro pieno di passi carrabili spesso invasi dalle auto e privi di scivolo. Ma la sorpresa finale è proprio lo spazio antistante la facciata della chiesa (civico 28, viale del Monte Oppio), dove auto in sosta vietata stazionano in maniera permanente, spesso chiudendo l’angolo del marciapiede della via, proprio prima del nido, e qui ci troviamo a pregare – fuori dalla chiesa! . che un automobilista in sosta selvaggia abbia lasciato un centimetro in più per consentirci di passare. Arrivati finalmente davanti all’ingresso del nido ci si imbatte in un marciapiede avente larghezza pari a quella di un passeggino, a favore di una larga strada occupata da auto in sosta non consentita.
Per le situazioni di grave disagio sopra elencate, più altre che si possono sovrapporre con minore frequenza, la strada per arrivare al nido viene percorsa per più di tre quarti all’interno della carreggiata destinata allo scorrimento dei veicoli, esponendoci giornalmente a un duplice e disumano rischio: essere investiti, o provocare una patologia respiratoria a breve o lungo termine ai bambini, in tal modo esposti ai tubi di scappamento più di quanto lo siano, purtroppo, in una normale giornata nella Roma a misura solo di auto.
Le nostre chiamate di segnalazione sono innumerevoli, spesso con domande di conferma da parte degli operatori in sapore di assoluzione preventiva (“Ma è sicuro che non sia l’uscita del nido dei genitori che vanno a prendere i figli?” “Ma quindi le auto bloccano qualcosa, oppure sono solo in doppia fila?”), o postuma (i vigili che col blocchetto delle multe in mano chiedono “Signora, ma questa macchina è sua?” quasi a intendere “Possiamo fare la multa?”).
I tempi di attesa al centralino, biblici: i risultati, inconsistenti.
Sanzionare una volta o due una situazione quotidiana, dopo che il disagio si è verificato, non è un modo di risolvere le cose, né lo scopo di questa richiesta è compiacersi dell’applicazione (legittima e sana!) di sanzioni in maniera giustizialista.
Le soluzioni da adottare per risolvere questo problema, oltre naturalmente a sistematici controlli che suppongo dipendano dalla carenza di organico e non dalla mancanza di reale volontà, sono strutturali ma niente affatto complessi o costosi.
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installazione di fioriere e divisori tra la carreggiata potrebbero rendere più vivibile e sicuro lo spazio per i pedoni su via dei Quattro Cantoni;
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lo stesso dicasi per il famoso angolo di cui sopra (vedi immagine): fioriere e vasi pesanti da spostare possono rivelarsi efficaci dissuasori per assicurare il passaggio ai pedoni – compresi quelli vulnerabili e dotati di ruote, come passeggini o disabili – e negarlo a chi lo occupa abusivamente;
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installazione di scivoli là dove mancante (via Lanza altezza civico 132, tutto il marciapiede sinistro di via Equizia)
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sanzioni e controlli sistematici nelle zone interessate
Ovviamente si tratta di proposte provvisorie in alternativa al noto progetto Tranvia piazza Vittorio / piazza Venezia ancora presente sul sito di Roma Servizi per la Mobilità ( https://romamobilita.it/it/progetti/pumsroma/tranvia-piazza-vittorio-piazza-venezia ) – quello sì che darebbe un briciolo di civiltà europea alla zona, ma sappiamo tutti che fine abbia fatto. Del resto, la chiusura dell’intera piazza San Martino ai Monti al traffico veicolare privato sarebbe la norma in qualsiasi Paese civile.
Chiudiamo ricordando il diritto sacrosanto dei cittadini (specialmente quelli di più tenera età) a degli spazi vivibili, sani e sicuri, e quello altrettanto sacrosanto a spostarsi con mezzi sostenibili e a raggiungere le proprie destinazioni in sicurezza.
Dopo qualche giorno Claudio viene contattato e raggiunto da una pattuglia di vigili che gli chiede di esporre le problematiche di viabilità dal vivo, con un sopralluogo del percorso da casa al nido. Durante il percorso gli agenti elevano diverse contravvenzioni e ci si confronta su una serie di proposte e interventi strutturali per migliorare la vivibilità delle strade oggetto delle segnalazioni.
A seguito di quel contatto Claudio invia un nuovo messaggio sempre agli stessi destinatari.
Buonasera,
Innanzitutto ringrazio il comandante Dieni e la sua squadra, che ha avuto l’accortezza e la sollecitudine di richiedere un confronto diretto col sottoscritto, per considerare insieme dal vivo le problematiche sotto descritte.
5. installazione di fioriere davanti al cortile della chiesa di San Martino ai Monti, in modo da creare un passaggio pedonale sicuro che non coinvolga le catene che evidentemente segnano l’inizio della proprietà vaticana.
Concludo dicendo che ieri mattina mi è stato detto giustamente che “le fioriere costano”. Vedo che una fioriera per arredo urbano presa a caso dal primo sito internet che mi capita costa poco più di 500€ compresa l’IVA. In pratica occorrono 16 o 17 multe ad auto in sosta vietata, meno di un’ora di lavoro di una pattuglia come nell’operazione di ieri, per sostenere questo costo. Con una ventina di ore di lavoro del genere, che ieri per esempio è avvenuto a seguito della mia segnalazione, mi pare un costo che si può sostenere.
Nei giorni successivi si sono viste pattuglie della Polizia Locale sanzionare i veicoli in sosta vietata, ma poi la situazione è tornata tale e quale, se non peggio, il tutto nel silenzio più totale della parte politica. Quindi Claudio scrive di nuovo.
All’Assessore al Lavoro, Mobilità, Transizione Ecologica e Memoria Adriano Labbucci
Al Comando di Polizia Locale I Municipio – Gruppo Trevi Guido Calzia
Buonasera,
faccio seguito ai due precedenti esposti inviati rispettivamente in data 25/10/2024 e 29/10/2024 relativi alla situazione viabilità della zona di piazza di San Martino ai Monti, via dei Quattro Cantoni e viale di Monte Oppio.
Sono costretto a constatare, come peraltro anticipato dal com.te Dieni durante il sopralluogo effettuato assieme in data 28/10/24, che la risoluzione del problema non passa attraverso il sanzionamento di tre o quattro giorni. Le problematiche esposte nella prima PEC, come potete constatare dalle immagini dei giorni scorsi, sono identiche se non peggiori del solito.
La sanzione è una misura di deterrenza efficace soltanto se assidua nel tempo, se applicata su un periodo breve e concentrato non ha alcun effetto positivo sulla situazione.
Parallelamente a questa, sono indispensabili misure strutturali a lungo termine come quelle già suggerite nelle due PEC precedenti.
In attesa di una risposta fattiva dalla parte politica,
porgo i miei saluti
Ai più questa storia apparirà un semplice spreco di energie, perché l’illegalità diffusa a Roma, soprattutto in tema di mobilità, è ormai una regola che appare impossibile da scalfire.
Purtroppo ci sono buone probabilità che i tentativi di Claudio di riportare legalità e civiltà nei luoghi che attraversa a piedi non portino a nulla, ma è giusto provarci formalizzando le proprie richieste; e se fossero in tanti a non limitarsi a generiche lamentele vocali, forse le istituzioni si sentirebbero meno libere di lasciar cadere le denunce, accampando scuse come le risorse scarse, le altre priorità, ecc.
Da ultimo ci permettiamo di fare un sollecito all’assessore Adriano Labbucci, sia perché lo sappiamo persona sensibile alle problematiche sollevate, ma soprattutto perché è lui l’autore del saggio: “Camminare, una rivoluzione”, dove il semplice muoversi a piedi viene definito una “modalità del pensiero”. Chi altri, se non lui, dovrebbe dare ascolto alle proposte di Claudio per attuare la piccola rivoluzione di rendere realmente “camminabili” alcune strade del suo rione?