Una paginata del Messaggero di ieri ha riportato al centro del dibattito la questione cartelloni che alcuni hanno dimenticato. Le associazioni cittadine continuano a lavorare in silenzio, seguendo anche alcuni episodi poco chiari di spostamenti o ricollocazioni di impianti. Ma il tema vero, quello dell’applicazione del Prip, licenziato nel luglio del 2014 dalla giunta Marino, sembra non importi più a nessuno. A partire dal commissario Tronca e dal subcommissario Castaldo che forse ritengono la questione non prioritaria.
In realtà occorrerebbe spiegare loro che da questa riforma dipende una rivoluzione in città: non solo più decoro sulle strade, non solo maggiori incassi per il Comune, ma soprattutto servizi fondamentali che i romani attendono da anni come il bike sharing e le toilette pubbliche. E’ probabile che Tronca, come moltissimi altri, ignori che se non sbloccherà l’applicazione del Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari, Roma resterà l’unica capitale europea a non avere le biciclette pubbliche.
Tronca, ignora molte cose e non si può fargliene una colpa. Conoscere i mille problemi che attanagliano la città non è facile, ma un bravo amministratore (anche se privo di mandato politico) deve riuscire a capire le priorità. Nel caso dei cartelloni, la gran parte del lavoro è stata fatta: l’ex assessore Marta Leonori e il suo staff sono riusciti a portare a casa una riforma epocale che ridurrà la superficie espositiva a Roma a 62mila mq, contro i 223mila di epoca Alemanno. E con un quarto della superficie riuscirà ad aumentare gli incassi per il Comune oltre appunto a offrire servizi fondamentali.
IL PARERE DEI MUNICIPI. Per completare l’iter occorre adesso avviare il processo di partecipazione con i Municipi e con i cittadini. Un passaggio obbligato ma non complesso che richiede solo un pò di buona volontà. Cosa che fino adesso non c’è stata. Anche in maniera sospetta. Infatti le associazioni cittadine hanno sollecitato sia verbalmente che per iscritto il commissario Tronca e il subcommissario alle attività produttive Castaldo, ad avviare questo processo. Prima con la scusa dell’insediamento, poi le festività, poi il guano…….C’è sempre qualcosa di più urgente da fare. Eppure il tempo per le genuflessioni in Vaticano, per prorogare il carrozzone delle Assicurazioni di Roma si è trovato.
Il che farebbe pensare che il velo calato sulla questione cartelloni sia quasi voluto. Ma cerchiamo di essere ottimisti e non troppo maliziosi. Probabilmente si tratta solo di scarsa informazione giunta ai commissari. Ed ecco che l’articolo di ieri sul Messaggero e quelli che diarioromano e altri blog dedicheranno alla questione nei prossimi giorni saranno determinanti.
APPALTO PER I MANIFESTI. Altra questione “dimenticata” da chi guida il Campidoglio riguarda il servizio affissioni dei manifesti. Ieri il Messaggero riportava la notizia dell’appalto con Aequa Roma scaduto il 31 dicembre relativo alla gestione delle affissioni sui cartelloni di proprietà pubblica. Secondo quanto scritto dal quotidiano, Aequa Roma non avrebbe più l’incarico con il pericolo che gli spazi restino ad appannaggio degli abusivi.
In realtà le cose non stanno così: a raccogliere le richieste di affissione e fare i conteggi sulle somme da pagare non è mai stata Aequa Roma, ma un’azienda privata, la AR Promotions alla quale in effetti l’appalto non è stato rinnovato. Dopo l’articolo, il Campidoglio ha emanato un comunicato stampa col quale ha tentato di fare chiarezza e ha assicurato che una delibera è già stata approvata “per assicurare per un periodo non superiore a sei mesi nel corso del 2016 il servizio di pubbliche affissioni”.
Secondo quanto risulta a diarioromano, grazie anche al lavoro di ricerca svolto dall’architetto Bosi di Vas, il ritardo nell’assegnazione del nuovo appalto è stato provocato dalla necessità di reperire i fondi nel bilancio 2016. Ad ogni modo l’allarmismo lanciato dal Messaggero sulla questione delle affissioni elettorali non ha fondamento, in quanto le plance elettorali fanno parte di un circuito del tutto differente.
CHI CONTROLLA GLI ABUSI? Più preoccupanti sono invece le voci relative allo smantellamento del servizio della Polizia di Roma Capitale incaricato della repressione dei cartelloni abusivi. Il GSSU, il gruppo speciale dei Vigili, non si occupa più della questione. La fonte è autorevole, dato che la notizia arriva da Renato Marra, responsabile del Gruppo. Il Comandante Clemente al momento non ha voluto precisare i contorni della questione. Fatto sta che se la decisione fosse stata presa dal Commissario Tronca o dalla sua squadra sarebbe assai criticabile. A questo punto le contravvenzioni comminate alle ditte che impiantano cartelloni irregolari sono istruite da Vigili generici e non più da un reparto specializzato. Sono dunque, in molti casi, multe scritte male e che espongono il comune a ricorsi e contenzioni. Un tallone di Achille che non ci voleva.
IL COMUNICATO STAMPA. Chiudiamo questo lungo articolo accennando al comunicato emanato ieri pomeriggio dal Campidoglio. Due frasi, scritte forse da un addetto stampa poco padrone della materia, lasciano perplessi: si dice che “i Municipi debbono redigere a livello decentrato dei piani di localizzazione”. Falso! I piani sono redatti a livello centrale e i Municipi devono fare le loro osservazioni nell’ambito del processo di partecipazione che deve essere attivato proprio da Tronca e dal subcommissario Castaldo. Si dice poi che Castaldo “ha sensibilizzato i presidenti dei Municipi stessi affinché si attui congiuntamente il necessario processo di partecipazione popolare”. In realtà invece di ipocrite sensibilizzazioni, sarebbe opportuno che Castaldo stabilisse fin da subito le date entro le quali i Municipi dovranno avviare il processo.
Il resto sono solo chiacchiere.