Una piccola storia che arriva dal Cdq Tor Sapienza mostra quanta approssimazione governi i municipi romani e quanto le esigenze del commercio ambulante prevalgano su tutto il resto.
In via di Tor Sapienza, la fermata delle linee 313, 314, 437 e n12, all’altezza di via Cecioni, è stata improvvisamente soppressa lo scorso 29 dicembre. I cittadini, soprattutto anziani, si sono rivolti al comitato di quartiere per capire le motivazioni, dato che il percorso per prendere l’autobus è notevolmente aumentato. Ebbene la risposta è stata davvero sorprendente: una bancarella autorizzata occupa lo spazio previsto per l’attesa dei mezzi pubblici. Inoltre alcuni cassonetti sono stati piazzati sul marciapiede. Pertanto, occorre attendere in mezzo alla sede stradale. Il rischio è troppo elevato (ricordate il drammatico incidente di via Mattia Battistini causato da problemi simili?), per cui l’Atac e il Municipio non hanno intimato alla bancarella di spostarsi, nè all’Ama di ricollocare i cassonetti. Hanno preferito sopprimere la fermata!
Basta guardare su Google Map per verificare che la situazione è questa da molto tempo, come si vede dalla foto qui sotto. La fermata è occupata da stand di vestiti e mutande.
“L’ennesima follia“, la definisce Roberto Torre presidente del Comitato. In realtà la cosa non stupisce più di tanto, dato che la regola di molte fermate è di essere invase dal commercio ambulante. L’abbiamo dimostrato anche noi in Circonvallazione Ostiense dove regna la legge del caos. D’altronde posizionare la bancarella in corrispondenza di una fermata del bus fa aumentare gli affari: chi attende il mezzo si distrae guardando la merce esposta e finisce per comprarla. Poco importa se la sicurezza sia messa a repentaglio, né che la legge lo vieti.
Alcuni membri del CdQ hanno provocatoriamente sostituito il cartello di fermata soppressa con quello di obbligo di fermata. Ma purtroppo, la sensazione che l’approssimazione resti alla guida della città è confermata da questi piccoli episodi.