Quante volte ci sarà capitato di passare sulla Cristoforo Colombo, all’altezza di piazza dei Navigatori, e notare un edificio a vetri da anni in costruzione e che non sembra mai essere stato inaugurato?
Ebbene dietro a quell’edificio, e ad un altro situato non lontano da lì, in via Costantino, e chiamato il “bidet” dagli abitanti della zona, c’è una storia che parte dal 2004. Seguono le foto degli stabili.
Recentemente l’ex-assessore all’urbanistica Caudo ha ricostruito questa storia che potrebbe essere definita sinteticamente come l’ennesimo “edifici privati finiti e opere pubbliche mai realizzate”.
La ricostruzione dettagliata è disponibile sul sito di Carte in Regola a cui rimandiamo.
In particolare il cosiddetto “bidet” di via Costantino sarebbe dovuto essere un albergo da 180 stanze. I costruttori, il gruppo Acqua Marcia di Francesco Bellavista Caltagirone e la Ulisse Iglori spa, a fronte dei 150mila metri cubi concessi si erano impegnati a realizzare opere importanti per il quartiere: due tunnel sotto la Cristoforo Colombo, un circolo sportivo/bocciofilo, un asilo nido e mille posti auto a disposizione degli abitanti della zona. Ma la crisi di Acqua Marcia e lo scarso controllo esercitato dalla giunta Veltroni prima e soprattutto dalla giunta Alemanno poi, hanno permesso ai privati di completare le costruzioni senza aver avviato neanche un’opera pubblica. Uno scandalo tipico per Roma che oggi causa un degrado senza fine: l’albergo in particolare è stato saccheggiato e devastato con scritte vandaliche. I costi per la riparazione ricadranno sulla collettività.
I due immobili, infatti, dovrebbero essere stati acquisiti al patrimonio capitolino. Rimarrebbe ora da decidere cosa fare di due immobili di tale valore, con il rischio concreto che le pastoie burocratiche ne blocchino per decenni la fruibilità. Secondo il presidente del Municipio, Andrea Catarci, l’ex albergo dovrebbe diventare in parte ostello per la gioventù e in parte alloggi da destinare all’emergenza abitativa. Ma i costi di trasformazione sono elevatissimi perché in questi anni sono state portate via le porte, i sanitari, le finestre e perfino le mattonelle. Chiunque entra indisturbato nell’edificio, lascia la sua firma con qualche tag e ruba quello che desidera. Uno scandalo doppio: i costruttori privati inadempienti e la proprietà pubblica che non si prende cura di uno stabile che ha acquistato e che ora deve difendere dal degrado.