Cinema: ancora grandi produzioni a Roma. Ma la città è pronta?

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Un decreto sullo spettacolo per attrarre gli investimenti esteri nell’audiovisivo. Il ritorno delle grandi produzioni internazionali a Roma, da “007-Spectre” al nuovo “Ben Hur” girato interamente a Cinecittà come l’originale del 1959, fino alle riprese di “Zoolander 2” con Ben Stiller e Owen Wilson.

Metteteci pure il cinema italiano in testa al botteghino e conteso dai maggiori festivals, da Toronto a Cannes, gli Oscar alla “Grande Bellezza” e ai costumi di Milena Canonero, un’ondata di nuovi attori e registi acclamati da pubblico e critica.

Parrebbe di essere tornati all’epoca d’oro del cinema italiano, agli anni della Dolce Vita e della Hollywood sul Tevere. E quale luogo simbolo di questa rinascita se non gli studios di Cinecittà?

Siamo andati a vedere in quale stato si presentano agli occhi dei turisti e degli operatori che giungono a Roma.

Cominciamo dalla storica entrata ad “h”: ristrutturata da poco grazie al contributo della maison francese Chopard. Altrimenti sarebbe ancora decrepita e fatiscente come l’abbiamo vista per anni!

Di poco a lato, però, ecco il primo segnale di degrado: un cartellone sfasciato che pubblicizza un hotel. Intendiamoci: nulla di male nel promuovere le strutture turistiche di zona.  Ma dipende in quali forme…

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Immaginatevi una cosa simile davanti agli studios della Paramount, della Universal, della MGM etc.

 

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“Fuori Abete da Cinecittà”: lavoratori degli studi protestano tappezzando pali e cabine elettriche!
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I rattoppi sulle scritte vandaliche apparse sul muro. Anche qui, immaginate la stessa cosa ad Hollywood

La parete in direzione Castelli,  quasi del tutto libera dai cartelloni che la ricoprivano fino a poche settimane fa.Effetto della delibera comunale sulla riduzione del formato massimo dei cartelloni, da 4×3 a 3×2, che ha diminuito la concentrazione d’impianti su alcuni tratti di strada. Qui sotto, i fori lasciati dai vecchi cartelloni (ne abbiamo contati una trentina circa)

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Ma basta girare l’angolo con Via di Torre Spaccata per trovarsi di fronte a uno scenario da 4° mondo: una sfilza di cartelloni – i primi a distanza irregolare l’uno dall’altro, quelli paralleli al muro di Cinecittà che sfruttano le pieghe del regolamento del Codice della Strada – che ammette il posizionamento in aderenza ai fabbricati a meno di 3 metri dalla carreggiata, domanda: il muro è un “fabbricato”? – per restare sullo strettissimo percorso pedonale.

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Con l’attuazione del nuovo Piano regolatore degli Impianti, bisognerà mettere fine a questo caos!

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L’agevole percorso pedonale….

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….disseminato di crateri insidiosi. Occhio a non inciampare!

 

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In basso, due cartelloni di due società diverse, a poca distanza l’uno dall’altro e senza pubblicità, intralciano il passaggio delle comitive che si dirigono agli studios per le visite guidate.

 

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Elegantissimo il colpo d’occhio dei cartelloni al centro del marciapiede.

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Vi ricordate poi del progetto della “Via del Cinema”?

Quella passeggiata celebrativa sul modello della “Walk of Fame” di Los Angeles, con le stelle degli attori sul pavimento, le panchine a forma di pellicola e i pannelli informativi? Ebbene, fino all’anno scorso era coperta di graffiti e chissà per quanto tempo lo è stata ( mesi, anni? non ne abbiamo contezza), poi d’estate sono intervenuti l’Ama e i Pics. Graffiti cancellati, ma questo è il pannello illustrativo di Anna Magnani non lontano dell’arrivo a Cinecittà

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Una tristezza infinita….almeno la stella è intatta.

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Panchina sfregiata ma decorosa, praticello ricoperto da cartacce.

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Più in là, davanti al centro commerciale Cinecittà Due, una serie di cartellini 1×1 vacanti o con la pubblicità dei compro oro.

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Qui siamo all’apoteosi: il celebre, prestigiosissimo Centro Sperimentale di Cinematografia, oggi Scuola Nazionale di Cinema, si presenta coi graffiti  (segnalati al nucleo decoro Pics)

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Un altro pannello informativo immerso nel degrado della Circonvallazione Tuscolana.

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Ecco la zona, per intenderci….

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Due cartelloni piantati sull’aiuola, un camion pubblicitario fisso del negozio di traslochi che ha sede  a due passi.

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Un cartelletto 1×1 sul marciapiede “a tema” sul cinema.

 

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E concludiamo il giro sulla via del Cinema così: lampione scenografico foderato da microannunci pubblicitari.

 

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Sullo sfondo, il carrellino di un venditore itinerante, quasi certamente autorizzato dal Comune o dal municipio.

Preludio alla distesa di bancarelle sulla Tuscolana che sarà presto oggetto di un articolo su diarioromano.

Una riflessione su quello che abbiamo visto: Cinecittà, la Mecca del Cinema Italiano, nei giorni della sua riscossa e rinascita internazionale. Sarebbe lecito aspettarsi un maggiore impegno nella sua riqualificazione da parte del Comune, anche in funzione turistica. Una simile discrepanza tra il mito ostentato della Grande bellezza di Roma e la desolante sciatteria degli ambienti reali che la compongono (vedi il “caso Spectre” sollevato da Bastacartelloni), è direttamente proporzionale alla scarsità di visione politica e culturale nascosta dietro ai facili trionfalismi della politica romana e nazionale che celebrano il ritorno della Hollywood sul Tevere.

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Una risposta

  1. invece che spendersi in tanti salamelecchi alle stellette internazionali il sindaco farebbe meglio a buttare un occhio a quella che potrebbe essere la vera ricchezza per la città, ossia gli studi di cinecità, che continuano fare tristezza per come sono tenuti.

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@flaviafratello Nella #casa della cultura di #Ostia /#Roma (che offriva spazi simili) invece ci trovate le macerie, perché è stata vandalizzata 3 anni fa e il comune di @Roma non l’ha mai più riaperta.

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