Agli inizi di gennaio pubblicammo un post affidandoci ad un servizio del TGR Lazio sulle bancarelle nell’area di S. Pietro. Purtroppo poco dopo la pubblicazione ci fu fatto notare che il contenuto del servizio televisivo era errato così come, conseguentemente, il contenuto del nostro post. Facemmo subito pubblica ammenda dell’errore commesso riconoscendo di non aver verificato quanto affermato nel servizio. Tramite i commenti al nostro post siamo venuti a sapere che non era la prima volta che il TGR faceva “strani” servizi e che ogni tentativo di ottenere correzioni delle notizie errate in passato era fallito.
Qualche giorno fa abbiamo avuto un nuovo esempio di come nella testata televisiva laziale della RAI debbano vigere strane dinamiche. Ecco la registrazione di un servizio andato in onda durante il TGR Lazio delle 19:00 del 29 gennaio u.s. (qui il TGR completo).
[youtube url=”https://youtu.be/97LuELKXwrQ”]
A prima vista si direbbe una normale storia di degrado, denunciata da un’associazione locale (rappresentata dalla signora e dal tipo con i baffi) con il supporto di un consigliere municipale del PD (il ragazzotto dell’ultima dichiarazione). E invece per chi conosce la storia dell’ex cinema Metropolitan di via del Corso si tratta dell’ennesimo losco tentativo di convincere il Commissario Tronca a mandare avanti il progetto di riconversione della sala che trasformerebbe lo stabile in una media struttura di vendita con la parte cinema ridotta ad una saletta da circa 100 posti. In pratica si replicherebbe la storia dell’ex-cinema Etoile di piazza S. Lorenzo in Lucina che nel 2012 è stato fatto sparire per creare un grande negozio Louis Vuitton, lasciando come simulacro del cinema preesistente una striminzita ed inutilizzabile saletta aperta al piano superiore. Per capire l’operazione Etoile è probabilmente utile la sintetica e colorita che ne ha fatto il sito Dagospia a suo tempo:
“1- LA CONQUISTA DEL CINEMA ETOILE, IN UNA CENTRALISSIMA PIAZZA ROMANA, DA PARTE DEL COLOSSO DELLA MODA FRANCESE LVMH DI BERNARD ARNAULT PER TRASFORMARLO IN UN GRANDE MAGAZZINO DIMOSTRA ANCOR UNA VOLTA CHE ROMA E’ UNA CITTÀ PORTATA ALLA PENETRAZIONE ANALE DA PARTE DI CHIUNQUE ATTERRI A FIUMICINO – 2- PERCHÉ L’OSTACOLO MAGGIORE ALL’OPERAZIONE ETOILE PORTA IL NOME DI “CAMBIO DI DESTINAZIONE”: COME HA FATTO ARNAULT A CONVINCERE IL CAMPIDOGLIO A CAMBIARE LA LICENZA DA CINEMA A GRANDE MAGAZZINO? CON I SOLITI “INGHIPPI” DE’ NOANTRI: DALLA RIPAVIMENTAZIONE DEL TRIDENTE A BORSE DI STUDIO PER CINECITTA’, PIU’ UNA SERIE DI “TROVATE”, MOLTO PROSSIME ALLE STRONZATE: ECCO UNA SALETTA CINEMATOGRAFICA (CON POLTRONE D’ORO!) PER CHISSÀ QUALI DOCUMENTARI IN GLORIA DELLA GRIFFE, PIÙ VARI IPOTETICI E ANCHE RIDICOLI RIFERIMENTI AL CINEMA A COLPI DI BAULI – 3- AMORALE: ARNAULT HA ‘INCASSATO’ UN GRANDE VALORE IMMOBILIARE ALLA FACCIA DI ROMA”.
Dei tentativi di tirare la giacchetta di Tronca affinché mandi avanti il progetto Metropolitan ci siamo già occupati a metà dicembre, allorché nientepopodimeno Repubblica e Corriere all’unisono, cosa più unica che rara per una storiella così inconsistente, uscirono con due pezzi fotocopia scritti evidentemente sotto dettatura di qualcuno molto interessato a sbloccare il progetto.
E questo qualcuno deve ora essersi fatto sentire anche in RAI. Sarà forse una coincidenza che la prima signora intervistata, Serena Purarelli, sia moglie di uno storico direttore Rai, Luigi Locatelli, che nella tv pubblica vanta diverse amicizie. Ma il problema non è tanto quello di come sia stato sollevato il tema, quanto il fatto che il servizio è stato infarcito di inesattezze, omissioni e dichiarazioni risibili.
Inesattezze – Due su tutte: non è vero che lo stabile è privo di vincoli (vi è ancora attivo un vincolo assoluto della soprintendenza che in verità è stato del tutto svuotato dalla ristrutturazione del 2000 che apparentemente ha configurato un gigantesco abuso edilizio) ed anzi esso è inserito nell’elenco della Carta della Qualità, ma soprattutto non è vero che il cinema è stato chiuso perché fosse in perdita; in realtà la gestione era profittevole ed il gestore ottenne una buonuscita per la risoluzione anticipata del contratto. Il degrado che si invoca per portare avanti il progetto è stato quindi artatamente creato dalla proprietà semplicemente tenendo chiuso il cinema per qualche anno.
Omissioni – Nel servizio di dà notizia delle circa 3000 firme che si dice siano state raccolte a sostegno del progetto di riconversione ma non ci si dà pena di segnalare che a suo tempo ne furono raccolte circa 10.000 per scongiurare la manovra speculativa. Inoltre si dà voce (alquanto stentorea, in verità) ad una piccola associazione di esercenti del centro storico senza darne alle tante associazioni che negli anni si sono battute, e continuano a farlo, per proteggere l’ultimo dei cinema di via del Corso; sarebbe infatti bastato al TGR fare qualche ricerca in rete per trovare le ultime iniziative dei ragazzi dell’America sul Metropolitan, appoggiati da associazioni quali i Residenti Campo Marzio o il Coordinamento Residenti Città Storica. Infine nel servizio si fa parlare (per modo di dire) un singolo consigliere municipale del PD omettendo, lui e la giornalista, che il consiglio del Municipio I ha approvato all’unanimità (quindi forse anche col voto dello stesso consigliere!?!) una mozione che chiede il mantenimento della sala in tutta la struttura senza approvare alcuna deroga al piano regolatore
Dichiarazioni risibili – Su queste stendiamo un velo pietoso, lasciando ai lettori giudicare quanto detto nel servizio sulla base di quanto descritto ai punti precedenti.
Sembrerebbe quindi chiaro che il Tgr Lazio si sia voluto prestare a dare un aiutino al progetto di riconversione del Metropolitan, confermando così che certi poteri riescono ad influenzare l’informazione verso i loro interessi privati. E fin qui nulla di nuovo ed in fondo nulla di strano (benché da supposti professionisti dell’informazione ci si aspetterebbe un servizio un po’ meno “sbracato”).
Quello che però manca è qualcuno che faccia valere l’interesse pubblico in questa storia, laddove anche l’ultimo degli stolti capirebbe che in via del Corso non c’è bisogno di un ulteriore spazio commerciale (la strada ha già una concentrazione commerciale monstre) ma invece sarebbe impensabile perdere l’ultimo cinema della zona, dopo che negli anni sono stati chiusi sia l’Ariston che l’Etoile. Ed una tale mancanza è tanto più anomala in quanto contemporaneamente il Ministro Franceschini continua a darsi da fare per creare strumenti di sostegno pubblico all’industria del cinema e dell’audiovisivo, aumentando le risorse messe annualmente a disposizione dallo Stato. L’ultima notizia al riguardo viene dal Consiglio dei Ministri del 28 gennaio scorso, dove è stato approvato un disegno di legge proposto dallo stesso Ministro e che, ad esempio, prevede un piano straordinario fino a 100 milioni di euro in tre anni per riattivare le sale cinematografiche chiuse e aprirne di nuove, agevolando il riconoscimento di interesse culturale per cinema, teatri e librerie storiche.
La domanda che sorge spontanea è: perché il Ministro Franceschini, informato più volte della situazione del Metropolitan, non dà indicazioni ai suoi uffici affinché si proceda senza ulteriore indugio ad aprire un’istruttoria finalizzata alla dichiarazione d’interesse culturale delle sala?
Che senso ha continuare a sostenere il cinema italiano se poi l’unico modo di vedere i film in sala sarà andare in uno degli anonimi ed enormi multisala presenti nei centri commerciali?
3 risposte
facciamolo il nome di quel consigliere: Ricciardelli se non erro.
Il Cons. Riccardelli (all’epoca non era consigliere), appoggiava il progetto di demolizione e ricostruzione del Cinema America, salvo poi cambiare “improvvisamente” idea dopo le proteste e le iniziative dei cittadini e ragazzi (cercava voti…). Da sempre vicino ai caminetti radical chic del centro storico, è una delle migliori banderuole del PD romano, pronto ad appoggiare a seconda delle esigenze, gli esercenti delle osp abusive o le associazioni che combattono il degrado romano, la costruzione del parcheggio di Via Giulia o i piani di massima occupabilità.
Giovani ma assai intraprendente il consigliere.
Giachetti prenda nota….
La domanda che sorge spontanea è: perché il Ministro Franceschini, informato più volte della situazione del Metropolitan, non dà indicazioni ai suoi uffici affinché si proceda senza ulteriore indugio ad aprire un’istruttoria finalizzata alla dichiarazione d’interesse culturale delle sala?”
Non escludo che la domanda sia retorica, comunque non si può escludere che chi detti i due articoli magari riesce a fare pressioni anche sul ministero.
Mr Fixit