E’ una resa quella dei negozianti. Ma come dare loro torto? Perché la vera resa è quella delle istituzioni che hanno consegnato una delle strade più ricche di commercio e di turismo ai vandali. E’ come se Campidoglio e forze dell’ordine avessero deciso che via dei Giubbonari è zona franca, dove chiunque può sfogare gli istinti più bassi sulle vetrine dei negozi.
Il tratto che unisce Campo dei Fiori a piazza Cairoli conta 51 vetrine di attività commerciali. Di queste ben 35 sono state completamente sfregiate con un acido indelebile che corrode il vetro e fa perdere ogni trasparenza. Le altre 16 non sono state graziate per scelta dei vandali, ma sono solo protette da saracinesche che la notte vengono chiuse.
“Le abbiamo cambiate due volte – ci dice sconsolato Daniele che lavora da Paul Taylor – ma poi i titolari hanno deciso di lasciar perdere. Una vetrina così costa oltre tremila euro”. Il conto è presto fatto. Ragazzini annoiati, sicuri dell’impunità, che provocano danni per 105mila euro.
Ed è questa l’immagine che mostriamo al mondo intero: turisti di ogni parte del pianeta prendono atto che a Roma è impossibile difendersi dai vandali, dai prepotenti, dai codardi che di notte lasciano segni senza nessun valore, rovinando famiglie che pagano affitti salatissimi per esporre una merce che pochi potranno vedere.
“Mi vergogno”, ci dice la titolare di una bottega storica di borse. “A volte gli stranieri mi chiedono se questi sfregi sono recenti, sono stati fatti da poco e io rispondo di sì, di aver già ordinato una nuova vetrata. Non ho il coraggio di ammettere che qui non si può fare più niente”.
Ma davvero non si può fare più niente? Davvero Roma si deve arrendere? Perché fenomeni così gravi, di intere strade devastate, accadono solo qui?
VIA DEI PETTINARI. Ci consigliano di farci un giro in via dei Pettinari, la stradina che da Ponte Sisto si infila nella vecchia Roma. Un percorso che potrebbe essere splendido, ricco di artigianato locale. Ed è imbarazzante vedere come sia ridotta la vetrina di un produttore di maniglie e pomi in ottone. Ve la mostriamo senza bisogno di aggiungere altri commenti.
Poco più avanti un’agenzia di viaggio che reclamizza mete da sogno, mari turchesi, montagne candide dove viene voglia di scappare e trovare rifugio dal degrado di Roma.
Una dipendente stenta a risponderci quando proviamo a chiedere un commento. Mugugna una frase a mezza bocca: “Se i clienti calano è pure colpa di sti……..Se dovessi perdere il lavoro l’acido glielo metterei dove dico io”!
5 risposte
Ma le famose trappole per writer di cui parlò Marino mesi fa?
Se ne rende conto il sindaco che la sua credibilità è scesa a livelli infimi, quasi da alemanno?
Imbarazzante, veramente imbarazzante. Stanno distruggendo il tessuto economico della città nell’impunità totale. Marino a casa subito, sindaco inutile!
Non credo che si possa dare a Marino la responsabilità di questo disastro. Ma certo un segnale lo deve dare e pure subito. Sennò finirà male
Se continua ad ignorare questi fenomeni, senza neanche provare a fare qualcosa, Marino sarà responsabile esattamente come il suo non rimpianto predecessore.
Lavori forzati 12 h al giorno, a 500 euro al mese da devolvere ai dannneggiati, fino a coprire il debito. Oppure carcere, minimo 1 anno, con obbligo di lavoro per conquistare 1 piatto di pasta e acqua di rubinetto, se vogliono mangiare; se no scioperassero la fame, visto che saranno tutti maggiorenni.