Non è una novità che a Roma una importante fetta dell’ospitalità sia gestita senza permessi e autorizzazioni. Ma il Giubileo straordinario porterà così tanti pellegrini che sarà un nuovo fiorire di appartamenti privati convertiti all’ultimo momento, di case della nonna trasformate in b&b e addirittura scantinati o stanze malsane spacciate per confortevoli mini hotel. L’amministrazione comunale non sembra ancora aver colto l’entità del problema, mentre gli albergatori sono in allerta.
IL SITO DI FEDERALBERGHI RESTA “COMING SOON“. Federalberghi, i primi di marzo, ha annunciato la nascita di un sito internet dedicato alle denunce di strutture abusive. Purtroppo però, a distanza di quasi un mese, il sito ancora non funziona. Restano i numeri elencati da Giuseppe Roscioli, presidente degli albergatori romani: su 5.300 hotel e b&b attivi in città, solo 3mila sono in regola. Gli altri 2.300 sono il più delle volte strutture improvvisate. Nei casi più fortunati si tratta di appartamenti che non hanno i requisiti per ospitare turisti. Ma molte volte sono delle vere e proprie topaie, con bagni fatiscenti e servizi inesistenti. Un danno di immagine oltre che un rischio grave per la sicurezza dei turisti.
A Roma ci sono 100mila posti letto in 1018 alberghi; 1800 affittacamere, 2300 case vacanza e 1600 b&b, più una manciata di campeggi e ostelli.
NORME DI SICUREZZA. Lo scorso dicembre, un americano di 76 anni ha perso la vita in un b&b di via di Ripetta a causa delle esalazioni di monossido di carbonio provenienti da una caldaia vecchia e insicura. La moglie è stata ricoverata in gravi condizioni. Senza arrivare a episodi così gravi, purtroppo la sicurezza in questo tipo di strutture improvvisate è il primo problema. Assenza di vie di fuga, norme antiincendio sconosciute, impianti elettrici pericolosi sono all’ordine del giorno.
Ma c’è anche l’aspetto antiterrorismo. Mentre gli alberghi e i b&b autorizzati sono obbligati a registrare i documenti e comunicare alla questura i nomi dei loro ospiti, le strutture irregolari non lo fanno e la città perde il controllo di chi viene a Roma, con il rischio di facilitare infiltrazioni e potenziali attentatori.
240 MILIONI DI TASSE NON RISCOSSE. La tassa di soggiorno è l’altro vantaggio competitivo di chi opera nell’illegalità. Non riscuotendo questa tassa potranno applicare prezzi più bassi, provocando un danno alle casse comunali che si stima arrivi a 40 milioni in un anno. Mentre l’evasione fiscale generale, quella su Iva e redditi di impresa, si aggira sui 200 milioni. Cifre importanti che potrebbero essere riutilizzate per migliorare la ricettività turistica.
I CONTROLLI. Quando il Comune prova a fare controlli (non troppo spesso per la verità) i dati sono ancora più crudi. Nel mese di febbraio del 2015, su 33 strutture verificate 11 erano completamente abusive e 17 non in regola con le normative. A marzo scoperti 13 affittacamere abusivi su 31 controllati. Ci sono poi i casi di alberghi regolari che si allargano senza permessi, magari acquistando o prendendo in affitto appartamenti adiacenti. A Fontana di Trevi un piccolo hotel in vicolo del Babuccio che aveva i permessi per 49 posti in realtà disponeva di 145 letti.
Insomma anche nel campo dell’ospitalità, come in quello del commercio, Roma primeggia quanto a illegalità.
POSSIBILI SOLUZIONI. In un nostro precedente articolo, in vista del Giubileo, avevamo proposto il rilascio di un bollino da parte del Comune alle strutture che garantissero almeno gli standard minimi di sicurezza e salubrità dei luoghi. Ma il rilascio del bollino si dovrebbe basare evidentemente su autodichiarazioni e pertanto potrebbe essere rischioso garantire per una stanza che quelle caratteristiche non ha. Altra soluzione può essere sicuramente una collaborazione stretta tra operatori del settore e istituzioni con la creazione di una o più squadre di agenti di polizia municipale e della guardia di finanza dedicati ai controlli.
In alcune grandi città europee, dove il problema abusivismo è presente anche se in quantità minore, è stata vietata la locazione di appartamenti privati o “meublé” per periodi inferiori a 7 giorni (Barcellona, Berlino, Londra). E’ stata imposta la classificazione obbligatoria con le stelle, da una a 5. Chiaramente la struttura priva di stelle dovrà suscitare qualche sospetto nel turista, si parli di un hotel o di un b&b. Inoltre i cittadini che abitano in edifici dove vi sono appartamenti destinati all’affitto temporaneo, sono stati invitati, nel loro stesso interesse, a denunciare le strutture irregolari che provocano rumori notturni per tutelare la quiete del palazzo.
LE CITTA’ PIU’ OSPITALI. Non è un caso che le città dove i fenomeni di abusivismo sono meno diffusi sono anche quelle più in alto nelle classifiche di qualità dell’hotellerie. Il Trivago Reputation Ranking (che misura le 100 città nel mondo più ospitali per alberghi e ostelli) vede solo 4 destinazioni italiane in classifica: Sorrento, Verona, Bologna e Lucca. Tutte città dove si è fatta una severa politica anti-abusivi.
Roma, e non ci può stupire, in questa classifica non c’è!
Una risposta
A me non mi interessa la colore della pelle di chi è in hostel illegali mi interessa che non possiamo vivere se dentro sono in 20 in 40 m quatrati che si prendono a calci e pugni tutto il tempo e urlano uno al altro in fra tempo il proprietario fa 2000al mese e quello che deve supportare questo siamo noi vicini… Cavolo non ho curagio di parlare in casa mia sono vecchia ho 60 anni e giù sono 20 uomini pericolosi. Cosa dobbiamo fare.. E la polizia non fa nulla non li se frega ne anche fisco sono completamente indipendenti…