Città in rovina – L’ex istituto Angelo Mai

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Uno stabile enorme incastonato nel cuore del rione Monti. Questo è l’ex istituto Angelo Mai, un manufatto di fine Ottocento, allora convitto, occupato nel 2004 da una trentina di famiglie che rivendicavano il “diritto alla casa”, a cui si aggiunsero teatranti, musicisti, artisti vari, lavoratori e ricercatori.

L’occupazione andò avanti per circa due anni, con una congrua produzione di mostre d’arte, concerti, corsi e rappresentazioni teatrali. Poi nell’ottobre 2006 la giunta Veltroni decise di riprendersi lo stabile per trasferirci la scuola media cosiddetta “Viscontino”. Si procedette quindi allo sgombero e nel 2007 sempre la Giunta Comunale approvò una delibera per la ristrutturazione complessiva dell’immobile, con la fine lavori prevista nel 2011. I lavori però non sono mai iniziati e lo stabile a dieci anni dallo sgombero si presenta come da foto seguenti.

 

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È o non è da criminali lasciare uno spazio simile, nel cuore della Suburra, in disfacimento per un decennio?

Una storia come questa dimostra come non è importante il colore della maggioranza che governa Roma; purtroppo in questa città sembra esservi una condanna per cui tutti inesorabilmente si dimostrano incapaci di amministrare i beni pubblici con un minimo di buon senso.

E desolatamente questo tema degli spazi pubblici e privati abbandonati o occupati continua a mancare del tutto nell’agenda elettorale dei tanti (troppi) candidati sindaco.

 


 

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#Roma e #Milano – le differenze SOSTANZIALI sul modello gestionale, e perché quello #ATAC NON funziona

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Il Comune poi recupererebbe dalla bigliettazione.

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Stazione #Pigneto: il progetto assegnato dopo la quarta gara delude.
Per @metroviaRoma occorre predisporre una seconda banchina e ripensare l’area di Porta Maggiore. Solo così diventerà un vero nodo di scambio.

@flaviafratello Nella #casa della cultura di #Ostia /#Roma (che offriva spazi simili) invece ci trovate le macerie, perché è stata vandalizzata 3 anni fa e il comune di @Roma non l’ha mai più riaperta.

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