Non è solo colpa del quasi ex presidente dell’Anas, intendiamoci. Ma se 53 km di Raccordo su 68 sono totalmente al buio da mesi la responsabilità dell’ente gestore c’è ed è molto forte. Pietro Ciucci ha annunciato le sue dimissioni a causa dei crolli sull’autostrada Palermo- Catania e delle frane in Sardegna, ma sulla sua testa hanno pesato anche le critiche per come è stata gestita l’emergenza luce sulle autostrade romane.
Proprio mentre il manager di stato rimetteva il mandato nelle mani del neoministro Del Rio anche l’intera Roma – Fiumicino sprofondava nelle tenebre. Dall’aeroporto fino al Raccordo solo poche centinaia di metri di illuminazione. E una volta giunti sul Gra, la situazione è la stessa da mesi.
La causa, lo sappiamo tutti, sono i continui furti di rame ad opera di bande criminali che agiscono indisturbate, con una sfacciataggine che solo l’impunità tipica di Roma può garantire. Eppure a maggio del 2014, quindi quasi un anno fa, Ciucci aveva rassicurato gli automobilisti: “Presto ripristineremo l’illuminazione tra Monte Spaccato e Boccea e presso tutti gli altri svincoli al buio. Inoltre saranno installati cavi di alluminio interrati oltre a telecamere intelligenti che avviseranno in caso di furto”. Il risultato dell’annuncio è che non solo quei tratti sono rimasti al buio, ma tutto il resto del Gra ha subito la stessa sorte, oltre alla Roma – Fiumicino.
Un’altra resa da parte delle istituzioni di fronte al piccolo malaffare, perché non stiamo parlando di mafia o dell’Isis, ma di comuni ladruncoli che potrebbero essere catturati organizzando delle semplici trappole. Eh già le trappole, quelle che il Sindaco Marino voleva tendere ai graffitari, delle quali si è persa ogni traccia. Lo stesso Marino, interrogato sulle strade al buio, se ne era lavato le mani dichiarando che toccava all’Anas. Una dichiarazione doppiamente incauta. Perché non solo il primo cittadino ha un ruolo importante nell’ordine pubblico (e qui non si tratta di guasti ma di ordine pubblico), ma anche perché il fenomeno si è esteso alle strade di competenza comunale. E non poteva essere altrimenti.
Ecco la situazione ieri sera, tra le 21 e le 23. Le fotografie scattate da diarioromano testimoniano quanto sia sciocco, oltre che imprudente, da parte di un Sindaco dire che se il Gra è al buio lui non può fare nulla.
Corso Francia, tra la Tangenziale Est e l’Auditorium completamente nelle tenebre
Sulla Tangenziale est, all’altezza del Verano, in entrambe le direzioni, buio pesto
E poi, più grave di tutto, perfino la Galleria Giovanni XXIII° era totalmente senza luce dall’imbocco della Pineta Sacchetti fino a molte centinaia di metri dopo l’uscita Cortina D’Ampezzo, con un rischio di incidentalità altissimo
E le cose che non potranno che peggiorare. I furti di rame proseguiranno in tutte le strade di Roma fino a che non dovremo piangere troppe vittime, causate non dal buio ma dalla insipienza di amministratori che non riescono a tenere sotto controllo il territorio. C’è da augurarsi che il nuovo Prefetto Gabrielli colga la gravità del problema, che Marino capisca che non può lanciare la palla agli enti gestori e che il nuovo presidente di Anas metta in pratica davvero le azioni solo annunciate dal suo predecessore.
La questione luce sulle strade non è solo causa di insicurezza per pedoni e automobilisti ma è anche all’origine di tanti roghi tossici che si sprigionano dai campi nomadi in tutte le periferie. I cavi, infatti, vengono rubati con l’intera guaina e per scioglierla e mantenere solo il rame, la guaina viene bruciata producendo diossine velenose. Insomma una filiera dell’illegalità e del pericolo che a Roma ha trovato il suo centro principale sempre a causa della cronica carenza di controlli.
Quando lo si comprenderà, non si piangano lacrime di coccodrillo per i troppi morti sulle strade.