Sono passati due anni dall’incidente in cui perse la vita un 22enne schiantandosi con la sua auto di grossa cilindrata sul Grande Raccordo Anulare (GRA).
Il ragazzo guidava una potente Audi R8 e al suo fianco c’era un suo amico che filmava il contachilometri: alla velocità di 293 km/h si capisce che l’autista perde il controllo del mezzo il quale si cappotta più volte, causando la morte dello stesso autista e il ferimento del suo amico.
Nell’incidente rimase coinvolta lievemente anche una donna che transitava su quel tratto di GRA, colpita dall’auto fuori controllo.
Chi guida sul GRA sa bene quanto quell’autostrada cittadina sia una specie di zona franca, una terra di nessuno dove il codice della strada è meno che una collezione di suggerimenti per la guida. Non che all’interno della città di Roma vi sia una reale vigenza del codice, visto che né la Polizia Locale, né le altre forze di polizia si applicano ai controlli.
Ma sul GRA, non essendo di competenza della Polizia Locale e con le altre forze dell’ordine che si limitano a perseguire solo i reati, si assiste ad una completa deregolamentazione: veicoli che transitano sulla corsia d’emergenza per saltare le code, assenza totale dei limiti di velocità, veicoli che zigzagano a piacimento, ecc.
Una tale incredibile (ma non a Roma) situazione data da decenni, senza che nessuna delle amministrazioni capitoline che si sono succedute abbia anche solo pensato di metterci mano. Se infatti è vero che le maggiori responsabilità risiedono nei ministeri competenti (Interni e Infrastrutture), non risulta che nessuno dei sindaci si sia almeno speso pubblicamente perché si provasse a mettere un freno all’anarchia vigente sul GRA.
Senza contare che non risulterebbe vietato impiegare pattuglie della Polizia Locale per il controllo del traffico sul GRA, anche solo per dare un segnale di interesse all’incolumità dei cittadini.
Invece tocca constatare che a distanza di due anni da quello schianto a quasi 300 km/h non una singola misura è stata introdotta per provare ad evitare situazioni simili. Chiunque può infatti guidare sul GRA alla velocità che preferisce, sorpassando a piacimento a destra o sinistra, con la pratica certezza non solo di non essere fermato, ma neanche di subire la benché minima sanzione.
Un’autostrada cittadina tanto frequentata meriterebbe quanto meno un sistema di controllo della velocità, per scoraggiare i superamenti dei limiti; inoltre dovrebbe essere possibile per le forze dell’ordine intervenire tempestivamente nel caso i sistemi di controllo rilevassero situazioni particolarmente pericolose, tipo veicoli che sfrecciano a velocità stratosferiche.
E invece niente di niente, il GRA continua ad essere un luogo al di fuori della legge, dove chiunque può guidare come vuole mettendo a rischio l’incolumità propria ma soprattutto quella di tutti gli altri.
E dire che in relazione all’incidente sul GRA il sindaco Gualtieri aveva dichiarato: “Come Amministrazione siamo impegnati al massimo per la sicurezza stradale, il rispetto delle regole e dei limiti di velocità, la guida sicura“. Parole al vento che a distanza di due anni, con zero misure prese, suonano come una vera e propria presa in giro.
Viene inoltre da chiedersi quando cominceranno ad essere utilizzate le tecnologie installate sul GRA, quelle che ne hanno fatto una delle prime smartroad italiane. Probabilmente sfruttando quelle tecnologie si potrebbero già effettuare tutti i controlli necessari, ma evidentemente la cosa non interessa a nessuno.
Sicuramente non interessa al sindaco Gualtieri.
7 risposte
Articolo leggermente forzato non trovi?
Oltre al fatto che sul GRA si sta in coda dalle 7 alle 22 ed arrivare al limite di 130 è utopico, articolo palesemente scritto da uno che sta a 80 in corsia centrale e che gli altri sono costretti a superare (non sorpassare) a destra.
Anche ammesso sia vero quello che lei scrive (e non lo è, visto che le code non coprono mai l’intero GRA), secondo lei dalle 22 alle 7 va bene il tana libera tutti?
Sarà che lei circola sul raccordo solo negli orari di punta e quindi lo immagina come una strada a velocità ridotta?
Ma d’altronde la sua pochezza risulta evidente dalla seconda parte del suo commento: pensa di indovinare la mia natura quando io sono il primo sostenitore, da sempre, dell’art. 143 del CdS.
Commenti più costruttivi, anche critici, sarebbero preferibili, ma se le fa piacere può continuare a mostrare qui la sua povertà di spirito.
Stia bene.
Si dovrebbe anche fare in modo che chi va piano deve mantenere la corsia a destra e non quella centrale creando solo CAOS. Ma di che parliamo, parecchi vanno piano e stanno piantati nella corsia di sinistra e non si spostano neanche se gli fai i fari, quindi i sorpassi a destra si sprecano proprio. Il problema è la gente incapace, non il GRA
👍
Articolo 143 del codice della strada, questo sconosciuto alle forze dell’ordine, tutte.
Noto con estremo interesse che su Diario Romano i post con il maggior numero di commenti siano sempre quelli a tema automobilistico.
Post su degrado, spazzatura, urbanistica, normalmente non hanno commenti o quasi. Se invece si parla di macchine, il contatore inizia a girare seriamente, basta prendere un post qualunque sulla ZTL.
E noto con altrettanto interesse che il tema auto sia il più divisivo di tutti, in quanto il tenore dei commenti è generalmente polemico nei confronti degli articoli, dando voce a quella parte di città a cui lo status quo va sostanzialmente bene.
In questo articolo non si dice niente di nuovo, che il GRA sia terra di nessuno è evidente a chiunque lo percorra. In particolare nel fine settimana si aprono letteralmente le gabbie: due settimane fa, domenica, in corsia centrale, uno ha pensato bene di fermarsi, scendere, aprire il portabagagli, prendersi un paio di occhiali da sole mentre dietro facevano i numeri per evitarlo, e rimettersi al volante evitando la fila sulla corsia di emergenza…
Storie come questa sono ordinaria follia sul GRA, tutti ne abbiamo una da raccontare. La parte peggiore è che la prendiamo in maniera folklorica, ma non è normale signori, non è normale.
Il GRA è di competenza della Polizia Stradale, che svolge regolarmente il suo compito