A che pro fare i biodigestori se la raccolta attuale dell’organico non funziona?

I cassonetti dell'organico accolgono di tutto, precludendo qualsiasi utilizzo della frazione raccolta. Il problema riguarda tutte le frazioni di rifiuto, a causa di metodi di raccolta costosi e inefficaci. Perché non si cambia?

L’unica reale decisione presa finora dall’attuale amministrazione per provare a risolvere il problema dei rifiuti a Roma è stato il delegare AMA a partecipare ai bandi del PNRR presentando due progetti per altrettanti biodigestori anaerobici. Sono questi impianti che trasformano una parte della frazione rifiuto organico in biometano.

Anche volendo tralasciare le pressioni che un corposo numero di associazioni stanno facendo per adottare la tecnologia alternativa per smaltire la frazione organica, ossia tante piccole postazioni di compostaggio aerobico, ci chiediamo quando si metterà mano al sistema di raccolta dei rifiuti a Roma, stante che quelli attualmente attivi, tra cassonetti stradali e porta a porta vari, continuano a dimostrare di non funzionare.

 

Rimanendo ad esempio sulla frazione organica, quella che dovrà andare ad alimentare i biodigestori richiesti ad AMA, una sua buona qualità è presupposto indispensabile per la produzione di biometano e soprattutto per non ritrovarsi troppi scarti da avviare in discarica.

Ebbene le immagini che seguono mostrano il contenuto di un cassonetto adibito alla raccolta della frazione organica in due diversi giorni.

 

 

Com’è evidente, di organico all’interno del cassonetto c’è ben poco, per cui il suo contenuto anziché alimentare i biodigestori non potrà che essere avviato ad un TMB per il trattamento riservato ai rifiuti indifferenziati.

 

Purtroppo è ragionevole pensare che il problema non riguardi solo il cassonetto in questione, bensì sia generalizzato in tutta la città.

D’altronde lo stesso si può dire delle altre frazioni di rifiuto che dovrebbero essere differenziate, ossia il multimateriale e carta/cartone, con i cassonetti spesso strabordanti che mostrano una scarsissima qualità di contenuto.

 

Quand’è che l’amministrazione si deciderà a mettere mano al sistema di raccolta che qualcuno pratico ha definito il più costoso ed inefficace del mondo?

Noi continuiamo a pensare che il sistema di cassonetti presidiati proposto dal Laboratorio Idee Lavoratori AMA possa essere una buona soluzione per Roma attuabile in brevissimo tempo. Si tratterebbe, in estrema sintesi, di ridurre il numero delle postazioni stradali e di presidiarle con personale AMA, utilizzando gli operatori che per vari motivi non possono essere utilizzati per la raccolta (ce ne dovrebbero essere circa 1.500 in AMA, costretti la gran parte del tempo a girarsi i pollici!?!).

 

Libera ovviamente l’amministrazione capitolina di non reputare adeguato un tale sistema, ma che allora se ne proponga qualcuno alternativo. Quello che appare suicida è proseguire nel cercare di far funzionare un sistema di raccolta stradale che non potrà mai fornire un’adeguata qualità di rifiuti differenziati.

Inoltre, continuare a lasciare cassonetti non presidiati in strada non potrà che continuare a generare i problemi delle immagini seguenti.

 

 

 

 

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Continuano i sit-in itineranti della Rete di Associazioni per una Città Vivibile per denunciare i problemi e chiedere all’amministrazione un dialogo strutturato e continuativo con i cittadini.

Dopo Campo de’ Fiori, tocca a Trastevere (il 21/11 p.v.)

Basta strage stradale a Roma (ma anche in tutta Italia)!
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Perché i tassisti romani devono sempre farsi riconoscere?
Perché devono sempre essere i peggiori?

Da romani, @GiorgiaMeloni e @gualtierieurope, se anche voi ve ne vergognate, perché non vi sedete ad un tavolo e affrontate il problema con le rispettive competenze?

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