I francesi amano molto le abbreviazioni e hanno già trovato quella giusta per questo nuovo corpo di polizia municipale: BIP che sta per Brigata di Intervento di Parigi. L’idea è della Sindaca Hidalgo dopo che la sua giunta ha deciso di avviare una lotta contro gli elementi di degrado tipici della grandi città.
Il fenomeno a Parigi è assai più limitato rispetto a Roma (per la verità un livello basso come Roma non esiste in nessun’altra capitale nel mondo occidentale), ma gli amministratori della ville lumiere hanno capito che se non si limitano certi comportamenti, ben presto i luoghi divengono incontrollabili. E così i 320 agenti che compongono la brigata sono stati divisi su turni in modo da coprire 24 ore al giorno il territorio, con una particolare concentrazione durante la notte e il week end.
Nel documento che il Comune di Parigi ha preparato per spiegare ai cittadini lo scopo di questa nuova forza sono illustrati i dettagli del lavoro che verrà svolto. Per prima cosa le occupazioni abusive del suolo pubblico, intese in senso più vario: dai venditori senza permesso agli accampamenti nei parchi e nei giardini. Poi il deposito di rifiuti sulle strade, tutto ciò che ostacola il movimento di pedoni e veicoli (quindi forme di pubblicità irregolare o sosta selvaggia), le deiezioni canine, l’espletare bisogni corporali sulla via pubblica, l’inquinamento sonoro dovuto a artisti di strada non autorizzati, le scritte sui muri, l’ostruzione delle fognature.
Il tutto viene riassunto nella frase “lotta contro l’inciviltà”, che in italiano significa appunto degrado. Una curiosità: la parola “degrado” esiste solo in italiano. Di fatto è intraducibile in inglese, francese o spagnolo. Si tratta purtroppo di una caratteristica del nostro paese quella di un insieme di fattori che provocano quel senso di abbandono e mancanza di decoro che appunto riassumiamo nel termine degrado.
Il costo di questa brigata speciale non sarà a carico della Municipalità parigina. Le multe, infatti, copriranno interamente gli stipendi dei nuovi assunti portando la contravvenzione minima dai 35 euro attuali a 68.
Ma non si tratta solo di repressione. Lo scopo di questa iniziativa è la prevenzione: “Gli obiettivi della riforma sono la sensibilizzazione e la riflessione sugli usi dello spazio pubblico” si legge nel documento. “E’ come se fosse una catena – conclude il testo – per la quale ciascun anello conta e comunica con gli altri. In modo da lasciare una città più sicura, più pulita e darci la possibilità di essere più liberi e aperti”.
Parole incredibilmente importanti. Perché una città senza degrado difende in primo luogo le persone più deboli, anziani, bambini, disabili. Coloro che si bloccano su un marciapiede ingombro o dissestato e non possono uscire di casa, le mamme che portano i figli al parco ma lo trovano sporco o occupato. Si tratta di libertà di muoversi, di vivere una città appieno. Purtroppo a Roma questo concetto pare non appartenere alla classe politica e soprattutto all’attuale giunta che non ha investito la minima energia per il decoro.
Ritenere che la lotta contro le scritte, contro gli accampamenti, contro i rumori, contro le affissioni selvagge, contro chi fa pipì ovunque sia un problema secondario vuol dire non aver compreso i fondamenti della nostra convivenza. All’estero l’hanno capito da molto tempo. Basterebbe viaggiare di più e copiare!
2 risposte
RICOPIAMO DA L’INIZIATIVA PARIGINA CARA SINDACA DI ROMA.
Ormai questo paese e’ morto o scendiamo tutti insieme e occupiamo le strade per cacciare prostitute andiamo ai campi rom e facciamo in modo che vengano mandati via andiamo sotto il palazzo della magistratura e pretendiamo che vengano fatte scontare le pene severamente stranieri con negozi che non pagano tasse soldi ai rom per mantenere loro e i figli tanti troppi e non hanno mai lavorato in questo paese pieni di oro che chi lavora da una vita non ha insomma troppe cose basta parole facciamo i fatti ognuno di noi lotti per il suo quartiere ancche la romania paese che ha portato da noi prostituzione e degrado e’ insorta noi italiani quando?