Era dicembre del 2015 l’ultima volta che ci siamo occupati del caldarostaro più famoso della città, quello sito all’incrocio tra piazza di Spagna e via Condotti che da decenni smercia caldarroste tutti i giorni dell’anno, qualsiasi sia la temperatura esterna; nonché quello a cui anche uno potente come il patron di LVMH parrebbe essersi dovuto inchinare, stando ad indiscrezioni giunteci, dopo aver cercato invano di farlo sloggiare davanti al suo prestigioso negozio Dior.
Di seguito quello che scrivemmo al tempo:
“… da un articolo del Corriere di qualche giorno fa apprendiamo che il persistere negli anni di quel banchetto e di altri due sulla piazza è dovuto ad una sospensiva del TAR del 1996 che non ha mai avuto un’udienza di merito. In sostanza, nel 1996 il Comune si accorge di tutta una serie di postazioni ambulanti non più autorizzate e ne decreta la decadenza. I titolari di quelle tre postazioni, tra cui quella famosa di via Condotti, ricorrono al TAR chiedendo la sospensione cautelativa del provvedimento. Il TAR accorda la sospensione, per evitare un pregiudizio economico all’esercente in attesa di valutare la questione nel merito, ma gli uffici del Comune “si dimenticano” di costituirsi in giudizio!?! In questo modo il merito del provvedimento non è mai stato discusso dal TAR e le bancarelle hanno tirato avanti per decenni.
Verrebbe da chiedere a tutti i presidenti di Municipio ed a tutti i comandanti dei vigili del Primo Gruppo che si sono avvicendati dal 1996 ad oggi come gli possa essere sfuggita la situazione tanto precaria di quella che può essere considerata la postazione ambulante più in vista di tutta la città. Possibile che a nessuno di loro sia venuto in mente di verificare come potesse un braciere per caldarroste essere posizionato proprio all’inizio di via Condotti per di più in pieno incrocio?”
Ebbene ora che sono passati circa due mesi dall’elezione delle nuove amministrazioni municipale e comunale, ci sarà forse qualcuno che vorrà riprendere in mano questa incredibile dimenticanza e portare la questione di merito davanti al TAR, così che tutti noi, ma anche il resto del mondo, possiamo sapere se è giusto che un indecente banchetto di caldarroste abbia un diritto divino a sostare in barba al decoro, oltre che alle norme del codice della strada, in curva, sulla carreggiata e nel bel mezzo di uno degli scorci più prestigiosi di Roma?
Si desterà forse ora la Presidente Alfonsi, dopo che nel suo precedente mandato si è fatta sfuggire una mancanza così marchiana?
Vorrà forse il neo assessore Meloni dare un segnale forte di ristabilimento della legalità cominciando a mettere ordine alle postazioni ambulanti più odiose di Roma?