Ci sarebbe da scrivere un libro sull’impegno di questi cittadini che da anni lottano giorno e notte per difendere un pezzo di terra del quale nessuno si cura. E’ la parte migliore di Roma, un contrappasso in positivo. A tanto degrado si risponde con tanto impegno.
E così c’è Stefano che alle 6 del mattino passa a raccogliere i rifiuti abbandonati durante la notte. C’è Franco che si occupa delle aiuole; c’è Massimo che annaffia; c’è Rita che controlla e così via. Impossibile citarli tutti. Da alcune settimane sono stato inserito nel gruppo Whatsapp creato dai Volontari Decoro XIII° e ho potuto constatare non solo la dedizione e il tempo che ciascuno spende per la difesa del Parco del Pineto, ma soprattutto l’amore. Una serie di azioni disinteressate, dettate solo dal desiderio di vivere in una città migliore.
Fin dai tempi dei Decoro Day (ne furono organizzati quasi 20 in collaborazione con bastacartelloni) si capiva che in quel quadrante di Roma c’era fermento. Gente che non si arrende, che vuole combattere e non voltarsi dall’altra parte.
Nonostante il lavoro di questi anni e i tanti passi avanti (illuminazione, cestini sul lato di via Albergotti, convenzioni con il Municipio), il Pineto resta ancora un luogo diverso, come se fosse destinato a ospitare emarginazione e disagio. Il 29 marzo un uomo si impicca nell’area giochi del parco. Il 3 aprile una donna viene stuprata da un ubriaco armato di coltello (arrestato proprio ieri il presunto violentatore).
Episodi gravi che sono solo la parte visibile della lenta e inesorabile agonia di un’area verde. Perché gli stranieri che organizzano pic-nic nei fine settimana lasciando immondizia ovunque sono episodi meno visibili ma non meno gravi. Così come il personaggio che ritenendo gli uccelli una divinità superiore, lascia residui di cibo in ogni angolo, provocando una emergenza sanitaria (ce ne occupammo su bastacartelloni a fine 2014). Elementi di degrado che lanciano un segnale inequivocabile: quella è terra di nessuno. Lì si può fare di tutto.
E allora riecco il gruppo di combattenti, riuniti sotto la sigla di “Rete del Pineto”, scendere di nuovo in piazza per farsi sentire. Chiedono una recinzione adeguata, una sorveglianza maggiore, la presenza delle istituzioni. Perché va bene impegnarsi, ma se poi Campidoglio e Municipio non si danno da fare, ogni fatica è gettata al vento.
E allora andiamo tutti sabato 16 aprile, alle ore 10 alla manifestazione ABBRACCIAMOLO
Una catena umana cingerà simbolicamente l’area compresa tra via Albergotti e via Gioacchino Ventura.
Perché prima o poi qualcuno la racconterà la storia dei volontari romani all’epoca del degrado. Se ne parlerà in libri, documentari, pubblicazioni. E voi potrete dire: c’ero anche io!