Mentre sui social continuano regolarmente ad essere pubblicate lamentele per strade di Roma al buio, nelle zone periferiche come quelle più centrali, nei giorni scorsi si è avuta notizia della partecipazione al World Economic Forum (WEF) di Davos dell’amministratore delegato di Acea Fabrizio Palermo.
Palermo è stato intervistato da diverse testate in particolare sul tema dell’Intelligenza Artificiale e ne ha approfittato per esprimere un pensiero invero originale sull’argomento, ossia il ruolo centrale che ha l’acqua, il core business di Acea, nel raffreddamento dei server che l’IA la gestiscono!?!
L’AD di Acea ha anche detto che loro l’IA già la utilizzano nella gestione del ciclo idrico integrato, e qui il pensiero va a come l’IA possa coniugarsi con i “nasoni” di Roma, le fontanelle stradali che erogano acqua a ciclo continuo, a volte troppa a volte poca o nulla, con criteri che sfuggono alla normale comprensione.
Fuor di battute, Palermo ha anche approfittato della vetrina del WEF per parlare del nuovo piano industriale che a marzo verrà presentato da Acea, un piano che prevederà molti progetti di investimento tra cui spicca il nuovo termovalorizzatore di Roma.
Secondo Palermo il nuovo piano definirà il percorso di crescita e di investimenti dell’azienda in tutti i settori in cui opera. In ambito idrico il più grande progetto è rappresentato dal raddoppio dell’acquedotto del Peschiera, del valore di circa un miliardo e mezzo.
Riguardo la parte elettrica invece, Parlermo ha detto: “… puntiamo a investimenti importanti per il potenziamento della rete, nelle aree dove siamo presenti, anche per adeguarle sempre più all’espansione dell’utilizzo dell’energia elettrica sia per la mobilità che per gli usi domestici”.
Un’azienda che stanzia miliardi di investimenti nei campi in cui opera e che partecipa a consessi come il WEF disquisendo di Intelligenza Artificiale, come può essere incapace di gestire una semplice rete di illuminazione cittadina?
L’impressione è che Acea sia troppo impegnata in grandi progetti e che finisca per trascurare quelle che dovrebbero essere le sue responsabilità di base.
A richiamarla ai suoi doveri primari dovrebbe però pensarci il Comune di Roma, azionista di maggioranza di Acea, che proprio perché rappresenta tutti i cittadini di Roma dovrebbe pretendere dall’azienda una gestione particolarmente attenta di servizi come l’illuminazione pubblica.
E il problema dovrebbe proprio risiedere in Comune, stante che già ai tempi di Virginia Raggi, invece che bacchettare Acea per i tanti disservizi forniti ai romani, alle assemblee dei soci la sindaca si produceva in imbarazzanti panegirici che magnificavano l’operato dei vertici dell’azienda (nominato dalla stessa sindaca).
Lo stesso appare verificarsi col sindaco Gualtieri, tanto più se è vero, come scrivemmo a suo tempo, che l’attuale amministratore delegato è stato nominato con un blitz dal sindaco, prima della scadenza del mandato del suo predecessore, al solo scopo di curare la realizzazione del nuovo termovalorizzatore di Roma.
Comunque stiano le cose, passi pure che il sindaco voglia avere Acea dalla sua parte per fare il contestatissimo termovalorizzatore, ma possibile che non si possa chiedere all’azienda una gestione accettabile dell’illuminazione pubblica?
La verità è che probabilmente lo stesso sindaco Gualtieri non è al corrente degli innumerevoli disservizi forniti da Acea e quindi lui è il primo a non sognarsi neanche di tirare le orecchie all’azienda da lui controllata.