Del livello scarso, per non dire imbarazzante, della giunta Raggi ce ne siamo occupati più volte ultimamente. Abbiamo già chiaramente espresso il nostro parere sulla necessità di avvicendare assessori come la Meleo, la Montanari, la Gatta, personaggi evidentemente non in grado di gestire questioni molto più grandi di loro ma che si ostinano a ricoprire ruoli che vanno ben al di là delle loro competenze e capacità.
Del solo assessore al commercio Meloni abbiamo parlato in termini tutto sommato positivi, sebbene i suoi inizi non furono certo dei migliori. A Meloni indirizzammo anche una serie di lezioni sui temi di sua competenza, con spirito con polemico ma costruttivo, per cercare di fargli comprendere la natura dei problemi che avrebbe dovuto affrontare. L’assessore colse lo spirito della nostra iniziativa e fu disposto ad incontrarci più di una volta, dandoci modo di discutere in prima persona dei temi di sua competenza ed a noi cari. Nessun altro assessore ha dimostrato tanta apertura e disponibilità nei confronti di semplici cittadini e non è un caso se ciò sia avvenuto con il meno “grillino” dei componenti della giunta; tutti gli altri invece, grillini della prima ora o cooptati dal M5S, Sindaco Raggi in testa, a parole professano “Partecipazione e Trasparenza” ma nei fatti praticano i più oscurantisti “verticismo e opacità”.
La notizia di ieri è che l’assessore Meloni sta lasciando il suo incarico. Sembra sia una sua decisione benché un qualche contributo alla cosa potrebbe averlo dato il continuo suo contrasto con alcune anime del M5S, Andrea Coia in testa, il presidente della commissione commercio. Stando all’articolo de Il Corriere Meloni dovrebbe riuscire a completare alcuni lavori già avviati, come il regolamento sul commercio in centro storico (per fermare l’invasione di minimarket, kebab e souvenir), la riforma dei cartelloni e la delocalizzazione di numerose postazioni ambulanti. Noi speriamo sinceramente che l’assessore riesca a concludere quelle iniziative, benché c’è il rischio che, essendo ora ufficialmente in uscita, le sue possibilità di agire con efficacia siano ulteriormente diminuite.
Due parole merita la reazione del presidente Coia alla notizia del prossimo avvicendamento di Meloni. Il presidente è infatti da sempre il primo avversario dell’assessore, nonostante militino nella stessa maggioranza, avendolo dimostrato fin dagli inizi con la storia della festa della Befana, poi sulla Bolkestein ed anche sulla riforma degli impianti pubblicitari. In tutte le materie in cui l’assessore ha dato modo di prospettare una svolta rispetto all’antico, di voler ripristinare un certo decoro, il presidente Coia ha sistematicamente preso una posizione opposta, tesa solo a tutelare lo status quo. L’esempio più eclatante è stata la famigerata delibera n.30/2017, sedicente di riforma del commercio su area pubblica, che il presidente Coia ha fortissimamente voluto e che si è rivelata utile solo a perpetuare lo schifo romano in materia di commercio ambulante.
L’unico vero passo avanti che si è riusciti a fare in tema di commercio ambulante è stata la liberazione dei marciapiedi di via Tuscolana dalle bancarelle che li ammorbavano da anni. Ma la cosa è stata possibile solo grazie all’intervento degli uffici dell’assessore Meloni che hanno ricordato a tutti i Municipi la previsione del Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU) per cui tutti le postazioni ambulanti devono essere spostate dalla viabilità principale entro il 16 aprile 2018.
Per ironia della sorte, quindi, quelle bancarelle che il Coia consigliere municipale condannava fermamente, il Coia presidente di commissione non è riuscito ad intaccarle e c’è voluto l’intervento dell’assessore Meloni per farle sparire!?!
Ebbene alla notizia delle prossime dimissioni di Meloni il presidente Coia ha risposto dando un’intervista a Repubblica in cui ha cercato di affossare il lavoro dell’assessore magnificando invece quello di “politici” come lui. Un estratto dalle risposte di Coia:
Dal che si capisce che deve essere stato proprio Coia a sviscerare il commercio in tutte le sue sfaccettature, a colmare il vuoto rappresentato dall’assessore Meloni.
Considerato che in quasi due anni di attività della commissione da lui presieduta Coia è riuscito a partorire il topolino della sua ininfluente delibera 30/2017, a cui peraltro sembra che stia continuando a lavorare richiedendo essa ulteriori modifiche, tanto deve essere stata fatta male, si può senz’altro dire che il presidente Coia ha un bel coraggio a parlare così.
È infatti di tutta evidenza come abbia fatto enormemente di più un assessore a mezzo servizio come Adriano Meloni (che soprattutto nell’ultimo periodo ha passato la gran parte del tempo in quel di Milano, a seguire la sua azienda) di un presidente Coia interessato solo a tutelare, legittimamente, le lobby del commercio romano.
Ma d’altronde la modestia non è certamente tra le doti del presidente Coia, che ad esempio così concludeva il post con cui salutava l’approvazione in commissione della sua proposta di delibera sul commercio su area pubblica:
“Sono molto orgoglioso del lavoro fatto da me, dalla Commissione e dalla segreteria della Commissione stessa e ritengo possa essere un valido contributo alla soluzione dei problemi del commercio su area pubblica.
Ovviamente sapremo vigilare sul rispetto della normativa ed influire positivamente sugli organi di controllo.
A riveder le stelle!!!”
Come già scritto, questa normativa è stata poi approvata in fretta e furia dall’Assemblea Capitolina come delibera n.30/2017 e non ha modificato di una virgola lo scempio bancarellaro a Roma.
Afferma quindi Coia nell’intervista:
“Basta con I tecnici che spesso non sanno qual è la linea del M5S e ci mettono un sacco di tempo a tradurla in atti amministartivi perché prima devono capirla. Adesso che Meloni va via sarebbe meglio nominare un politico.”
Confessiamo che noi ancora dobbiamo ancora capirla la linea del M5S, se debba essere quella che professavano in campagna elettorale dove si sarebbe dovuto cambiare tutto, o se invece sia quella che vediamo da 20 mesi a questa parte, dove le peggiori lobby cittadine (bancarellari, tassisti, cartellonari, occupatori abusivi del suolo pubblico, ecc.) vengono difese ed il degrado avanza come non mai.
Ebbene il nostro auspicio è che il Sindaco Raggi non dia minimamente retta alle parole di Coia e trovi invece qualcuno che sappia usare la propria testa e sia sinceramente interessato al progresso della città. Non sarà una cosa facile, visto il livello degli ultimi assessori nominati, ma senz’altro l’obiettivo primo è evitare che uno come il presidente Coia possa assumere una posizione operativa: allora sì che sarebbero dolori seri per Roma!