Anche a Roma ci sono servizi e infrastrutture di cui andare fieri. Sebbene siano annegati nell’inefficienza e nella sciatteria complessiva della città, vi sono alcune punte di eccellenza che fanno sperare.
In queste ore sono state pubblicate due classifiche internazionali che hanno assegnato alla capitale due importanti riconoscimenti: uno per l’Università la Sapienza e l’altro per l’aeroporto di Fiumicino. Cominciamo da questo perché gode di un punteggio certamente meritato, mentre sull’ateneo i giudizi sono meno unanimi.
Il Leonardo da Vinci è il migliore in assoluto secondo l’Airport Council International. E’ da cinque anni consecutivi che il titolo va al nostro scalo ed è frutto del sondaggio effettuato tra i passeggeri per misurare il loro grado di soddisfazione in più di 350 aeroporti del pianeta.
Vi sono scali più piccoli e più votati, ma tra gli hub che superano i 40 milioni di viaggiatori l’anno, Fiumicino è in vetta. Ha ottenuto 4,9 come punteggio su un massimo di 5, superando Heatrow o Charles de Gaulle.
Ma non basta perché oltre alla soddisfazione dei passeggeri, Leonardo da Vinci entra anche nel ristrettissimo club d’eccellenza, il cosiddetto Director General’s Roll of Excellence che quest’anno ha voluto premiare solo quattro aeroporti. Oltre al nostro, ci sono Ahmedabad in India, Kalimantan in Indonesia e Shanghai in Cina.
E’ probabile che Shanghai ne uscirà a causa della scellerata politica Covid Zero che i cinesi stanno attuando in quella regione, con la violazione dei più elementari diritti umani. Ma a parte questo, si tratta di strutture molto efficienti che diventano un punto di riferimento nel mondo per come si gestisce un hub da milioni di passeggeri.
Roma deve essere orgogliosa di questo primato soprattutto se paragonato al livello molto basso che era stato toccato nel 2015, quando un incendio aveva paralizzato per mesi e mesi l’intero scalo, rendendolo inefficiente e dispersivo. E’ il segno che quando si tocca il fondo non ci si deve spaventare, perché le possibilità di ripresa ci sono sempre. Roma stessa ha queste capacità anche se oggi sembrano utopia.
Cwur: la Sapienza prima università italiana. Il Center for World University Rankings ha assegnato all’ateneo capitolino il 113° posto nel mondo e il 37° a livello europeo. In questo caso la classifica vede in vetta le più celebri università con un distacco da tutte le altre difficile da colmare.
Harvard, nel Massachusset, è la migliore, seguita dal MIT di Boston. Terzo posto per Stanford, quarto posto per la prima europea e cioè Cambridge, quinto posto Oxford, sesto posto Princeton, poi University of Chigago al settimo, Columbia all’ottavo, Pennsylvania al nono e California Institute of Technology al decimo.
Si tratta di istituti che permettono agli studenti non solo una formazione di altissima qualità ma soprattutto di collocarsi in posti di lavoro di alto profilo, subito dopo il ciclo degli studi.
Sul livello formativo, sicuramente le università italiane non hanno nulla da invidiare a molte altre, ma sulla capacità di indicare un percorso professionale per gli studenti sono molto carenti. In particolare la Sapienza, nonostante soffra di gigantismo, riesce certamente a formare giovani preparati ma molti, troppi di loro, restano senza un’occupazione oppure trovano un lavoro mal pagato e sotto qualificato. In questo, il contesto romano e la scarsa offerta che Roma garantisce ai ragazzi influisce pesantemente.
Non è un caso che se prendiamo in esame un’altra graduatoria, quella del QS Ranking, che valuta i migliori programmi di studio, la Sapienza si trova in vetta per gli studi classici ma non è considerata per quelli tecnici. Rispecchia la situazione di Roma, ingessata a causa della sua storia e incapace di trovare spazio nella modernità.
Ecco perché il progetto del Politecnico nella capitale, di cui abbiamo parlato più volte, sarebbe fondamentale per svecchiare i nostri corsi e rendere la città attrattiva per nuove realtà. Ne è consapevole la rettrice de la Sapienza, Antonella Polimeni, che si dice preoccupata per la continua fuga dei nostri giovani all’estero. L’università ci sta provando e per l’anno prossimo ha previsto dei corsi totalmente innovativi tra i quali Filosofia e intelligenza artificiale, Ingegneria dell’Innovazione Tecnologica per l’Edilizia e Cognitive Forensic Sciences in lingua inglese.
Diventare attrattivi per studenti di altri paesi potrebbe rendere Roma più al passo. La classifica attuale che ci vede al 137° posto nel mondo, sebbene strombazzata dai giornali, è da leggere con lenti più accurate. Perché il rilancio della città passa anche dalla capacità di attrarre e di mantenere qui i migliori cervelli.
Una risposta
Innanzitutto, complimenti all’estensore dell’articolo.
Tuttavia vorrei far notare che Roma non possiede aeroporti propri, se non piccoli scali dove come quello dell’Urbe, dove atterrano piccoli aeri da turismo. L’aeroporto di Pastine è su una porzione di Roma ma è ubicato amministrativamente tramite a Ciampino. Fiumicino idem Comune autonomo con propria giunta che sta favorendo la costruzione di nuovi Hub che alla lunga toglieranno molti introiti a Roma…
La domanda dovrebbe essere, quando Roma si doterà di un aeroporto così da avere introiti dai successi dei propri scali ?
Ciao