A leggere quanto accaduto la scorsa notte al Pigneto c’è da rimanere basiti e da chiedersi se non sia giunto il momento di prendere misure eccezionali per fermare una deriva cittadina che dal degrado diffuso sta ormai virando verso veri e propri episodi di violenza.
In breve, una pattuglia di Carabinieri ferma due spacciatori originari del Gambia colti in flagrante, ma viene subito aggredita da una quarantina di loro connazionali che tentano di liberare i due. Solo grazie all’intervento di altri cittadini ed esercenti locali, che distraggono la congrega di spacciatori, i Carabinieri riescono ad andare via; continuando però le discussioni tra spacciatori e cittadini, altre pattuglie dell’Arma giungono sul luogo e riescono a pacificare la situazione provvedendo all’arresto di sette cittadini del Gambia, accusati di oltraggio, minaccia, resistenza e violenza a pubblico ufficiale, oltre che spaccio di sostanze stupefacenti.
Che il Pigneto sia un notorio luogo di spaccio di sostanze stupefacenti è cosa risaputa, ma che addirittura lì la legge fosse dettata dall’esercito di spacciatori ci pare una pessima novità. Noi eravamo rimasti ai vigili urbani che venivano sistematicamente assaliti e picchiati quando si permettevano di entrare nei campi rom, ma che ora in piena città neanche i Carabinieri riescono più a fare il loro lavoro senza rischiare la vita ci sembra una cosa impossibile da tollerare.
E qui c’è poco da dar addosso al Sindaco Marino, a cui possiamo ascrivere semmai la responsabilità di non chiedere con la dovuta insistenza ed efficacia l’intervento del Prefetto, affinché dispieghi tutte le forse dell’ordine necessarie a riprendere un decente controllo del territorio, a costo di ricorrere all’esercito!
Chi altri infatti, se non il Prefetto, avrebbe già dovuto prendere provvedimenti urgenti e forti per evitare che i cittadini, famiglie, bambini, anziani, donne indifese, siano costretti a fronteggiare quotidianamente sotto casa dei delinquenti privi di scrupoli e forti di un’impunità che ormai sperimentano da anni?
Ma qui le responsabilità vanno al di sopra del Prefetto, coinvolgendo anche la magistratura, che troppo spesso pare vivere nell’iperuranio anziché in una città dove tutto ormai riesce ad essere derubricato a “infrazione minore”; col risultato che i farabutti prosperano indisturbati mentre gli onesti cittadini sono costretti a subire inermi ogni genere di angheria: insultati dai venditori abusivi e dagli spacciatori, minacciati dai parcheggiatori abusivi, borseggiati in metropolitana e sugli autobus, rapinati in casa e per strada, costretti a subire l’invasione di un esercito di senzatetto che ormai occupano stabilmente giardini e altri luoghi della città provvedendo ai loro bisogni corporali in pieno giorno.
Non che la soluzione sia mettere tutti in galera, ma se nei fatti non esiste più alcuna sanzione efficace, sia essa la galera, l’espulsione o un qualsiasi provvedimento restrittivo, viene meno uno dei fondamenti della convivenza civile.
Ed oltre alla magistratura non può qui non richiamarsi la responsabilità del Govrerno nazionale e dello stesso Parlamento che pur risiedono nel bel mezzo del caravanserraglio appena descritto. Può la capitale d’Italia continuare su questa china senza che venga definitivamente trascinato l’intero paese nel baratro?
Tornando al Pigneto, l’episodio dell’altra notte ci ricorda una triste storia che leggemmo a fine giugno sulle pagine facebook del comitato di quartiere del Pigneto. E’ la storia di una disavventura capitata a Roberto che, intento solo ad andarsene a casa propria, si ritrova a dover fronteggiare l’ennesimo gruppetto di spacciatori di origine africana che alla fine, mettendogli le mani addosso, lo minacciano dicendo: “Non fai il grosso co me, che fai o stronso, passi così e non guardi.. perch’io ti metto qui a terra e ti scopo“. Ci rimanemmo molto male a leggere di quanta violenza, anche se in gran parte verbale, sono capaci certi individui, e di come gli onesti cittadini siano alla fine costretti a chinare sistematicamente la testa perché loro hanno delle cose a cui tengono, una proprietà, gli affetti, l’auto, mentre i farabbutti non hanno più nulla da perdere e la legge vigente ormai a Roma li rende invulnerabili.
Ebbene al tempo pensammo che sarebbe stato bello poter rispondere a Roberto con un gesto di vicinanza, organizzando una presenza costante di un bel po’ di persone proprio dove gli spacciatori pensano sia ormai territorio loro, magari mettendosi a giocare a carte o a morra e così rovinandogli la piazza. E le stesse cose le ripensiamo oggi, dopo l’incredibile ritirata a cui sono stati costretti i Carabinieri l’altra notte. Ci vorrebbe un Gassman di turno che buttasse lì un’idea per riprenderselo il Pigneto, perché va bene mettersi a ripulire la città con le ramazze, ma davanti a perdite di sovranità come queste è prioritario far vedere chiaramente chi comanda in città. Peraltro ci aspettiamo che i Carabinieri non gliela facciano passare liscia al gruppetto di ragazzotti che li hanno affrontati e li convincano a cambiare aria anche solo passando i giorni ad identificarli ed a farsi raccontare la loro vita.
C’è nessuno minimamente famoso che sia disposto a condividere l’organizzazione di una briscola e tresette proprio dove si spaccia in quel del Pigneto? (E’ un po’ una boutade ma anche no)